Racconti nella Rete 2009 “Una panchina per due” di Guglielmo Rispoli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009La fermata dell’autobus,
il vento fresco dell’autunno,
un giaccone colorato e i capelli biondi
il sorriso muto delle riflessioni,
il maglione rosa, i colori che scendono
girando intorno alla ragazza….
le scarpe……….
i piedi…… nervosi…..
la panchina verde
……. un passo lento, che viene da lontano,
un paio di jeans pieni di macchie e di vita
un maglione azzurro, capelli argentati,
una voce calda piena di luce e di dolcezza
“Quando passa il pullman…?”
Giulia guarda il suo orologio e riprende a leggere il suo libro….
… lo sguardo è vivo ma ……
………… le formule di matematica
………… le derivate e gli integrali
…… la ripetizione dagli appunti del professore dell’università.
Il sole arriva ad illuminare lo spazio vuoto tra i due
sulla panchina verde all’inizio della piazza.
Un motorino rompe l’aria
Insieme col vento che cresce trasforma la forza dell’aria su tutti
…… così , quasi per una sfida,
una pipa s’accende,
il profumo si distende e alleggerisce l’aria intorno,
la sciarpa azzurra e celeste con le righe bianche
gioca a fare un’improbabile bandiera,
segnali di mare, di sole, di viaggi lontani,
con il suono delle onde………
maglione blu e barba bianca argentata
curatissima.
La voce….
Parole che sembrano uscire dal sole tra le nuvole rosa argentate
“a volte dovremmo tutti parlare con il cuore e non solo con la testa
…. a volte, anche il colore degli occhi diventa più bello e più lucente”
Non aspettò – questa volta – nessun movimento e nessuna risposta.
Una bicicletta cromata
piena di adesivi di mille città del mondo
apparve vicino a lui.
Con calma e dolcezza salì sulle due ruote
che presero a girare sotto una pressione dolcissima
di scarpe antiche.
Il sole lo proteggeva con raggi tiepidi e intensi
con una luce sfumata che giocava coi riflessi della sua sciarpa accompagnandolo intorno alla piazza…… verde.
La ragazza non aspettò il pulman
chiuse i libri e guardò le sue scarpe.
Non le vide e si accorse dei piedi nervosi
Avevano voglia di camminare
Il 148 passò e poi anche il 326
La ragazza affrontò il suo viale a destra
Rimase con lui
dentro di lui per oltre un’ora……
…… ma erano passati 10 giorni
Ascoltò il vento che l’accarezzava,
capelli ormai sciolti,
idee che volavano alte nel cielo……
Sentì rullare milioni di volte la voce del cuore dentro di sé…
Le foglie dei platani rossicce e dorate,
seppia e smeraldo
attorniavano il suo andare
e i pensieri rumoreggiavano
nella strada
che le apparve come solo sua
le ragioni degli integrali,
i passaggi delle derivate,
i calcoli combinatori
le scritte sulle lavagne delle aule
tutti i numeri e i calcoli si distesero
e divennero mille idee di disegni e di progetti…..
Capì che forse era un architetto e non un ingegnere
sentì la voce della mamma e la mano del papà.
Rivide il sorriso di Giulia, fuori alla sua casa,
giocare col camioncino giallo,
rivide le mille bambole che aveva curato
e vestiva con tutte le stoffe che trovava
rivide la sua corda che portava sul piazzale della chiesa
e con cui saltava ogni domenica
tra le preoccupazioni della zia
Rivide se stessa
e si scoprì nuova,
forse
più vera,
sicuramente ancora più bella.
E sorrise……………….
Quel lungo viale
l’abbraccio delle foglie
il rumore del vento
il sapore dei movimenti.
Giulia finì il suo viaggio
Si girò convinta di trovarlo.
Non ricordava i suoi occhi
ricordava il colore di quella sciarpa
i colori delle onde del mare
lontanissimo da quella piazza
e da quella panchina.
Ricordò e sentì ancora una voce
la sua voce
calma, pacifica, presente.
Accarezzò più volte quella voce,
la prese per mano e la rinchiuse
dentro se stessa,
non la lasciò più
non voleva rincorrerla
la portò dentro per tutta la sua vita.
……
Intanto il sorriso di lei era giunto
lontano
mentre una bici continuava a viaggiare
e
forse
girava per andare da lei.
……
Bellissima la suggestione dei “colori che scendono girando intorno”.
Quei i colori disegnano presenze, evocano ricordi, creano atmosfere oniriche, suggeriscono ribellioni, ma soprattutto conducono lontano, inevitabilmente, verso una nuova libertà.
La struttura narrativa a frammenti, (di grande efficacia espressiva nel racconto breve) è costruita intorno all’idea che la rassegnazione non è una virtù. La figura discreta e positiva dell’uomo con i “jeans pieni di macchie e di vita” ne è la prova evidente.
Ottima la scelta stilistica dell’accumulo di immagini che rimanda al testo poetico e parla direttamente al cuore di chi legge.
Complimenti, questo secondo me è uno dei racconti più belli.
Ester
Un racconto dalla struttura molto originale: frammenti di vita, di colori e suggestioni.
Descrizioni a dominanza sensoriale che affidano il ricordo e i sentimenti ad una serie non di avvenimenti, ma di emozioni.Complimenti all’autore.
Spero tu voglia leggere e commentare il mio “Strike” Annamaria
Un affresco di emozioni e sensazioni che trovano spazio in un qualsiasi luogo della terra e tempo indefinito perchè eterni sono i sentimenti, fino a che l’uomo avrà vita. L’originalità del racconto è nella sua dinamicità pur nella cura dei particolari che rendono l’efficacia di quel che si vuol comunicare, come in un quadro d’autore. Complimenti, Aurora.