Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “La settima visione” di Cav. Michele Fairendelli

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

La storia si svolge a Lucca nell’anno 2015. Un uomo, il Maestro, abita in una casa con giardino nel quartiere medioevale della città (curare ambientazione, Lucca è straordinaria e con questa ambientazione partiamo con il piede giusto per il Concorso). E’un uomo sui sessanta, scuro e molto intenso. Il film si apre in una notte di luna piena, sulle colline fuori città. La luna e’ uno straordinario disco d’argento. E’ notte fonda. L’uomo raccoglie gocce di rugiada dalle foglie e le fa scivolare in dei contenitori di metallo a terra. L’uomo non è solo. Con lui c’è una donna giovane, bionda e snella. Cristina (per il regista: una gnocca stratosferica, scegliere con cura, colloqui accurati e voglio essere presente). Si comprende immediatamente che non c’è nulla di sessuale tra lei e il Maestro, ne è amica e forse discepola, forse semplicemente vive a casa sua. Non si saprà mai cosa li lega ma siccome il corto lo immagino io vi dico che è la figlia di una donna amata dal Maestro e ora scomparsa. Il Maestro guarda la luna poi la rugiada raccolta e dice “E’ venuto, venuto ancora. Sarà un Lavoro benedetto.” Intende il Raggio divino. Naturalmente qui riassumo tutto, i dialoghi saranno più articolati e complessi. Si comprende dunque che il Maestro è un Alchimista impegnato nell’Opera. La rugiada notturna gli è indispensabile per le operazioni alchemiche. Cristina, la donna, gli è aiutante. Scene nella casa, il laboratorio alchemico del Maestro nel baracco del giardino, lui al lavoro, la donna aiuta, primi piani di vecchi libri alchemici, frasi qui e là, soddisfazione per i primi risultati. L’ultima vittoria, la proiezione alchemica, la Trasmutazione (dai dialoghi si capirà in termini semplici, per un pubblico abituato a Dan Brown e ad altre minchiate Newage, di cosa si sta parlando, poi non è indispensabile comprendano tutto ma solo che intravedano il Disegno e si stupiscano, la gente è semplice) non è lontana. Il Maestro ci ha lavorato per tutta la vita. Un giorno un uomo bussa alla porta del Maestro. E’ un uomo giovane e bello (scegliere con cura per interessare anche le donne al corto, posso anche non essere presente al casting). Porge una lettera. E’ di Pierre de Haute-Croix, un alchimista francese con cui il Maestro intrattiene da anni una dolorosa corrispondenza circa il Mistero dell’Opera, la sua irragiungibilità. Dare dettagli con profonda voce fuori campo del Maestro, penso io al testo. Il Maestro legge, annuisce, accoglie il giovane nella casa e nel laboratorio (insistere su primi piani del giovane, bello come il Sole, occhi color noce chiaro, deve comprendersi che lui cerca la Verità con tutto il cuore). Cristina e il giovane si amano – è per vendere ancor meglio il corto – ma tra loro non avviene nulla, solo il gioco degli occhi se mi si intende. Come detto Cristina è gnocchissima e su questo ci giochiamo: con una canotta estiva, i capelli sciolti lei li guarda dal terrazzo lavorare insieme nel baracco. Lei potrebbe amare solo chi resta per sempre: dunque attende. Lunghe scene dei tre in esperimenti alchemici nel buio delle notti, calde luci di fiamma, musica scelta ecc. Chiarie cosa è la ricerca alchemica attraverso due o tre dialoghi ben impostati. Ora uno si  chiede: perché il Maestro è a Lucca? Non certo perché ci sono ora io in attesa del Verdetto circa i Racconti nella Rete né perché il Regolamento lo richiede. E’ a Lucca perché nella Biblioteca Nazionale è custodito uno dei tre manoscritti originali dell’antico testo medievale “Liber Divinorum Operum” della monaca Hildegard di Bingen (questo dato è reale, consente al corto di ottenere l’approvazione dell’Azienda Turistica locale, porta a conoscenza di tutti una cosa che nessuno sa, lunghe sequenze di vie ed edifici, qualifica il corto ed evviva Lucca!). Il codice è miniato e solo gli studiosi possono accedervi. Il Maestro, ovviamente, può farlo da anni  per la sua frequentazione del Direttore, un Massone da due soldi (caratterizzare il personaggio, ricercatore spirituale e pseudoalchimista da baraccone che intuisce però la grandezza del Maestro). Ogni giorno il Maestro si reca alla Biblioteca e indossati i guanti bianchi, consulta il testo nella stanza asettica (produrre belle scene di questi momenti di lettura). Lo farà anche il giovane, che chiameremo Jan (svedese a bottega alchemica da Haute-Croix in Francia per anni) per tutto il tempo che resterà: accompagnerà ogni giorno il Maestro alla Biblioteca.  Sul tavolo di lavoro del Maestro sta scritta una frase latina dal Liber di Hildegard (nel corto ovviamente ce la caratterizziamo bene e la declamiamo fuori campo in latino medioevale e italiano, ok? facciamo un figurone): “Guarda la settima visione, guarda il seme azzurro. La porta si apre solo per il cuore puro e solo quando non spererai più. Caduto  nell’abisso cogli il fiore profondo. Quando toccherai la Materia di Dio con quel fiore trasformala, tu che puoi.” Il Liber è un codice miniato – i disegni sono di mano di Hildegard di Bingen – diviso in dodici sezioni o visioni (mostrare immagini di alcune). Nella settima visione l’uomo (non è Cristo ma l’Uomo primordiale, il Figlio di Dio, l’Adam Kadmon) è racchiuso in una mandorla, o Luz, azzurra. Sotto i piedi dell’Adam la materia del mondo rotta e frantumata, sopra il suo capo la Rosa Divina. Primi piani ripetuti della settima visione. E’ chiaro che la perfezione nell’operare alchemica è stata da tempo raggiunta per il Maestro e che la speranza di Jan era di poter stare al suo fianco nel momento della Suprema Realizzazione. Haute-Croix gli aveva detto che il Maestro era vicino alla Vittoria (proiezione alchemica, trasmutazione spirituale, pietra filosofale, spiegare a tutti di cosa cacchio si tratta) e in questo lui spera. Hildegard di Bingen aveva lavorato con cristalli e pietre ed era mistica di prim’ordine: il senso della frase che il Maestro ha sempre davanti agli occhi è che quando si è davvero vicini alla Vittoria, alle porte della Trasformazione, allora è richiesto che anche l’Anima dell’operatore alchemico, che sin lì ha agito la Materia per così dire come dall’ esterno, trasmuti. E’ la condizione. Hildegard di Bingen è la Santa degli alchimisti, nella tradizione eterodossa (l’Alchimia è vietata per i cattolici) e ha lasciato nella settima visione il messaggio per i suoi protetti. L’Aiuto che li condurrà oltre l’ultimo ostacolo: la settima visione. Per tanti anni il Maestro, il cui potere è quasi perfetto, ha cercato di cadere nella settima visione, di cogliere il dono di Hildegard, di oltrepassare la soglia. Senza riuscirvi. Forse il suo tempo è trascorso?  Può forse riuscirvi il giovane cuore di Jan? Passano i mesi, le visite giornaliere alla Biblioteca, i risultati nel laboratorio sono sempre superbi ma mai definitivi. Il Maestro osserva i dubbi di Jan. Dialoghi con Eva, sulla speranza della Trasmutazione. Cristina ricorda a Jan che l’importante è la Via, solo il Divino decide se sei degno di terminarla. Se sei il prescelto. Jan è inquieto. Chiede a Cristina se i miracoli che attribuiscono al Maestro sono veri. Lei sorride dice e nasconde, comprende che Jan non resterà. Non è in grado, né lo è ora il Maestro, di compiere l’ultimo passo. Lui vuole avere ciò che ora non si può ottenere (ricordiamoci in flashback dei bei primi piani del bellissimo e smarrito sguardo di Jan mentre interroga il Liber). Lui vuole vedere lo straordinario, non attenderà. Il Maestro comprende l’inquietudine di Jan. Spiega che,  come ha scritto Hildegard, l’Atto finale è riservato solo a colui che abbia già tramutato la propria Anima. Contemplare la settima visione, il dono di Hildegard, il suo Mandala per gli Alchimisti che protegge e cadervi: possono volerci mille vite, Jan.  Ma ora possiamo fare solo questo, con tutto noi stessi. Il giovane chiede un Segno, che il Maestro non darà: possono risorgere le cose morte? può essere il futuro letto, come Haut-Croix diceva, nei cristalli di sale dopo la la prima cottura alchemica? può l’Angelo della materia essere convocato dall’Antimonio purificato? Un giorno Jan decide di lasciare il Maestro, il perché è chiaro. Il commiato: stretta via medievale che Jan sale verso la sua vita senza il Maestro.  E’ sera nella casa e Cristina guarda alla finestra. Il suo profilo verticale, in una lama di luce. Bella da piangere. Scurisce sempre più. Il Maestro prende una rosa dal vaso che sempre,  con la cura di Cristina, è ripieno di fiori sul grande tavolo di legno. Va verso il camino e la getta nel fuoco. Attende che non ne resti nulla. Crepita la fiamma, lui guarda  in quei bagliori. Musica di Hildegard (inni medioevali composti da lei, li mettiamo solo qui  a chiusura del corto perché sono una palla per i più, per il resto mettiamo Bach le cosette più note della Passione secondo Matteo). Il Maestro si inginocchia vicino al camino e unisce i palmi delle mani. Dice una sola parola. Primo piano sui suoi occhi scuri ed intenti. Poi sui palmi delle sue mani. Lì la rosa è risorta. Rossa, splendida, eterna. Si chiude con questa immagine.

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13 commenti »

  1. stupefacente

  2. Ecco! Lei sa cosa le dico io? SI DISTINGUE …….. Va detto!

  3. Maestro: È vero che proprio io ho scelto di ritornare in un corpo?
    Ramtha: Chi altro avrebbe dovuto scegliere per te?
    Maestro: Ma allora, puoi dirmi perché ho scelto questo tempo, e questo luogo per tornare?
    Ramtha: Per fare esperienza della vita in questo tempo e in questo luogo.
    Maestro: Ma non esiste un particolare fine, per raggiungere il quale ho scelto di tornare?
    Ramtha: Il “particolare fine”, maestro, è il privilegio di sperimentare la vita.
    Maestro: Quindi potrebbe essere tutto.
    Ramtha: Può essere tutto. Ma non è una cosa specifica. Sei tornata semplicemente per sperimentare la vita. Tu hai scelto “te”. E perché no? Hai scelto questo tempo – e perché no? È un tempo meraviglioso. La vita ora è in piena fioritura – ed anche tu lo sei. Vivere è diventata un’esperienza irrilevante e non apprezzata, tanto che, anziché vivere, si cerca di fare qualcos’altro. Eppure il primo e fondamentale motivo per cui sei qui è semplicemente vivere! La cosa più gloriosa che puoi compiere in questa vita, maestro, è di viverla pienamente. Non è una verità? Cosa sarebbe un grande Re, se non avesse prima la vita per diventarlo?

    La vita, Cavaliere.
    La vita, la vita, la vita.
    Esplode, deflagra, nel suo racconto per certi complessi complicato, per altri semplicissimo.
    Il senso della vita (ma anche della morte, persino, e della rinascita) è viverla.
    Tema a me caro, il Suo.
    Chapeau, come al solito.
    Che immagine, quella della rosa – splendida. Eterna. Rossa.
    Potrebbe uscirne un corto fantastico, ma dovrebbe dirigerlo Lei. Complimenti.
    Nikki

  4. grazie. in effetti il corto è troppo lungo ma si riduce della metà omettendo i miei incisi. 🙂 si tratta in fondo dell’opera – inauguro la stagione dell’autocritica viscerale e ti spiazzo la stessa Bertino – di “un immaturo orientato all’esoterismo” come mi definisce il Rabbi. Rabbi Kaplan ha certo dell’affetto per me anche se spiritualmente credo mi valuti al livello del suo gattino Melchisedek. Mi dice infatti: “Emilio tu sei un immaturo orientato all’esoterismo. Ricorda che nessuno fa danni peggiori, forse solo qualche donna che fa terapia Reiki o si occupa di astrologia. Tu finirai a fermare le ragazze in metropolitana chiedendoti che ti “trasformino” con la loro bellezza. Ti guarderanno indecise se ridere o chiamare qualcuno. Il tuo problema non è oscillare tra i Salmi di Davide in ebraico biblico e le figurine di donne nude. Il tuo problema è trovare in te qualcosa di buono, di vero e di forte che stia tra le due cose.” chi ha orecchi od orecchini per intendere intenda, perchè è importante. 🙂 CEMF

  5. nikki sempre troppo buona. lacrime sull’iride e non vedo più una madonna e digito male, chiedo scusa. grande la tua citazione. in ogni caso il Libro è a Lucca davvero, sconosciuto ai più, la Lucca medioevale attende di ospitare il Maestro e di farsi conoscere ai turisti con la bava alla bocca, quattro stronzate esoteriche si vendono sempre bene. le colline dove si raccoglie la rugiada sono la Toscana che vogliamo (notte e luna poi!) insomma possiamo venderlo bene il corto e fare il botto. 🙂 CEMF

  6. ..nelle strade antiche di Lucca, risuoneranno canti Gregoriani. Personaggi enigmatici, che si aggirano fra Codici Miniati (peraltro splendidi con i loro disegni e grafie) ampolle gorgoglianti e rose scarlatte sotto la luna piena. Non sarà facile trovare persone che sappiano dare carattere ai personaggi. Mi auguro che vinca per il soggetto originale. Complimenti Sig.Fairendelli!

  7. non manca nessun elemento a questo corto, per fare il botto. l’alchimista un attore di teatro sui 60 scuro e intenso, cristina una supergnocca, jan un ragazzo giovane e bello che può piacere alle donne. la storia le batte tutte. la gente si bagna, con l’esoterismo. non bisogna preoccuparsi se è lungo (metà del testo sono miei incisi cretini, inoltre possiamo tagliare alcune scene). abbiamo le carte in regola per fare bene! 🙂 CEMF ps con l’occasione vorrei ringraziare la signora fagnani per il pacco viveri (c’era anche una settimana enigmistica!) che mi fa recapitare qui dai ragazzi del caritas point. fosse più fagananesco (fagnagnano?) il mondo sarebbe più umano.

  8. fagnanesco, chiedo scusa

  9. …. Sarà mia cura provvedere ad ulteriori sue richieste valutando di volta in volta come meglio rispondere alle necessità presentate e non si faccia scrupoli, non esiti, nella piena certezza che , a me , ma aggiungo a tutti noi , ribadisco, sta a cuore che le condizioni del suo soggiorno, siano il più possibile confortevoli e tali da garantire ,al meglio , il suo benessere.
    In attesa di suoi prossimi riscontri , la saluto assicurando che lei e’ nei nostri pensieri!
    Ci senta vicini! A presto……

  10. Le reti di solidarietà sociale nella lucchesia , da sempre, sono attive , ben organizzate ed efficienti e conforta che siano state tali anche e soprattutto adesso che lei si trova in loco.

  11. qui vengono idee fagnani. il suo racconto dell’altro disegno dovrebbe drammatizzarlo con il bambino dislessico o autistico o, meglio ancora, pieno di una rabbia senza ragione verso tutto e tutti. lo riscriva le dó poi due dritte. detto questo (commento costruttivo) le chiedo se puo farmi avere una bottiglietta meglio due di prosecco, con i viveri del lunedì. uno dei signori che sta qui con me ha una brutta tosse puó fare intervenire qualcuno? 🙂 CEMF

  12. Ambientazione, contenuti, interpretazione, musica, credo davvero che tutto sia pensato in modo così meraviglioso che non diversamente potrebbe arrivare allo spettatore , e dunque , un sincero e grande grande grande in bocca al lupo al nostro grande AUTORE!!!

  13. PS. Per lunedì dovrebbe esserle recapitato tutto ciò che le serviva…..faccia sapere !

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