Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Madre” di Walter Nestola

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

I campi, tinteggiati di verde, emanavano un’aria prepotente di terra selvaggia e la brezza mattutina ne diffondeva  gli intensi  odori lungo le distese immense di ulivi e vigneti.  Lui , Mimi, sostava  inebetito davanti a questo miracolo della natura. Aveva solo dieci anni, ma si sentiva attratto dalla terra in cui era nato, il Salento, e ne provava un amore profondo, viscerale. Pensava, a dieci anni, che mai avrebbe potuto viverne lontano. E’ la mia Terra, ripeteva, e qui voglio restare. Per lui la Terra, i campi e gli animali che l’abitavano , facevano parte integrante  della sua vita.

Mimi  era figlio di un imprenditore agricolo, era un ragazzo felice e coccolato, essendo il più piccolo di tre fratelli, e la sua giornata, dopo la scuola, la trascorreva tra i campi  esaminando e accarezzando le piante cercando di trovare una soluzione ai loro problemi di crescita, di malattie. ” Tu  devi fare l’agronomo ” gli diceva il padre. Sei troppo innamorato delle piante ”

Mimi  sorrideva e scuoteva la testa.

Lui un amore vero, puro , sconvolgente ce l’aveva. Ma era il suo amore e solo nel suo cuore.

Poco distante da Mimi alcune mucche sono al pascolo e lui  si avvicina a loro  con l’aria spavalda dei ragazzini . Le accarezza una per una, persino i piccoli vitellini appena partoriti da quella che lui chiama Madre, visto che è la prima che ha avuto il permesso di seguire da quando era gravida. Madre con lo sguardo che solo gli animali riescono a regalarci, gli dimostra la sua gratitudine.

Avere assistito al parto di  Madre, per Mimi , è stato un vero miracolo. Fino ad allora per lui la nascita era tutto un mistero inenarrabile. Quando vide spuntare le due zampette del primo neonato, ebbe un brivido, poi si commosse e pianse.

Era un bambino sensibile  Mimi . Bello e sensibile.

” Si cuntentu Mimi ?(sei contento mimi?)  ” gli chiese il padre. E lui facendo cenno di si con la testa, si avvicinò a Madre e l’accarezzò  teneramente sulla fronte.

Mimi  era un bambino con difficoltà nell’esprimersi: Aveva cominciato a parlare molto tardi e gli era rimasta una forma di balbuzie che lo faceva esprimere più a gesti che a parole.

Nei  suoi ricordi c’era un episodio doloroso… Alcuni anni addietro ricordava vagamente, con la mente fantasiosa dei bambini, d’essere stato a un funerale…Nella sua memoria non è rimasta  impressa  la figura della persona morta, ma la sua immaginazione gli faceva pensare che fosse sua madre…Per quanto si sforzasse di ricongiungerne i tratti del volto, i suoi ricordi rifiutavano l’accesso alla memoria.

Sua madre…

Di lei ricordava più distintamente il seno al quale da piccolo si aggrappava per sfamarsi e gli occhi dolci di chi teneramente ti vuole bene.

Durante il funerale, ricorda, fu attratto da un suono che si perdeva nelle campagne…Un suono di tromba che intonava un motivo dolce e melodioso. Man mano che il corteo andava avanti il suono diventava sempre più forte fino a materializzarsi in un vecchio contadino che pascolava delle mucche, lì, sul prato, e si esprimeva con le note di una tromba  come a stimolar loro  l’appetito. All’avvicinarsi del corteo funebre, l’uomo abbassò  il tono del suo suono e sparì, agli occhi di Mimi, tra la brughiera e la Macchia Mediterranea.

A  Mimi quella musica rimase per sempre nel cuore

Un  pomeriggio di una calda giornata estiva, Mimi percorre un sentiero canticchiando una canzone ” Lu rusciu dellu mare “(il rumore del mare) Questo motivo gli evocava le serate passate al mare col padre e i suoi fratelli, era una canzone semplice ma per lui rappresentava un ricordo e Mimi,  che di ricordi ne aveva pochi nella sua piccola mente, era felice di intonarla. Un vecchio contadino gli si avvicina e gli grida con modi burberi ; ” Sempre a cantare stai ? Cantala antorna can nu laggiu ntisa  tutta “(cantala di nuovo che non sono riuscito a sentirla tutta)  e con una beffarda risata si allontanò per le campagne.

Mimi pianse sommessamente. Quell’uomo aveva interrotto il suo ricordo…

Passano gli anni e Mimi cresce. Oggi ha 15 anni e lo rivediamo la, nello stesso punto…Il suo sguardo è cambiato, comincia a farsi adulto, una piccola peluria si diffonde sul suo volto, ma i tratti somatici sono sempre gli stessi. Un viso fine e delicato con i capelli neri arruffati sulla fronte.

Non ha grilli per la testa, Mimi, come i suoi coetanei che cominciano a correre appresso alle gonnelle delle ragazzine tralasciando lo studio e il loro pensiero.

Mimi è diverso. Lui il suo tempo lo passa tra gli ulivi, tra le vigne soleggiate della sua terra.  Che amore appassionato che ha per il Salento, un amore viscerale che gli riveste l’anima  e lo accompagna nella sua crescita.

E’ estate, un’estate calda, sudata e Mimi cammina per le campagne con un ramoscello in mano che scuote una frusta. Finge di stimolare un cavallo e galoppa imitando i versi dei  cow boy che aveva visto una volta al cinema.

Si avvicina alla stalla della mungitura delle vacche.

Un momento magico.

Socchiude la porta della stalla e un acre odore di animali lo colpisce. E’ un odore particolare, forte, odore di terra e di erba messi insieme. Mimi aspira forte, mentre dalla porta socchiusa entra un raggio di sole che rischiara l’ambiente.

La stalla è un posto che lui conosce bene. E’ il suo rifugio e nei momenti tristi, come possono essere tristi per  un bambino di 15 anni, quella diventa l’approdo, il porto di salvataggio. Mimi lì dentro si sente sicuro. Parla con gli animali e gli sembra che questi gli rispondano. Lui sorride, li accarezza, alle volte li bacia sulla fronte mentre loro mangiano il fieno e felice si allontana canticchiando.

Ora si avvia nella sala della mungitura.

L’ambiente è completamente diverso. Le vacche tutte inquadrate nella sala, come uno squadrone di soldati in parata, offrono le loro mammelle al mungitore per liberarsi dall’eccesso di latte che hanno accumulato.

Questa operazione ha sempre affascinato Mimi che sgrana gli occhi e ogni volta chiede :” Ma non si fanno male ? ”  ” Figurati, risponde il vecchio mungitore, nu bitinu  l’ora, (non vedono l’ora)altrimenti troppo latte,  li procura dolore ,Cusì so cuntente “(così sono contente).

Rassicurato Mimi  sorride.

Finita di mungere una vacca e raccolto il latte in un secchio di acciaio, il mungitore si allontana e Mimi rimane da solo con l’animale.

Agli occhi del ragazzo è immensa, regale, con gli occhi che riflettono il colore del fieno. I suoi movimenti sembrano studiati e prestabiliti, le orecchie vibrano per scacciare le mosche fastidiose  e gli occhi roteano come fari nella notte.

Mimi  la osserva con attenzione e si accorge che una goccia di latte sta ancora uscendo dalla mammella. In un primo momento si guarda intorno, cerca un secchio, ma poi capisce che è solo una goccia e mentre con la mano destra accarezza quella mastodontica amica con l’indice della  mano sinistra, timidamente, raccoglie quella goccia di latte appoggiando il dito a quella mammella.

Poi , lentamente,  porta il dito alla bocca

I suoi occhi si fanno grandi

La sua espressione estasiata

” Madre ” sussurra.

Esce di corsa dalla sala mungitura e a braccia aperte, come se avesse scoperto il mondo, lo vediamo volteggiare per i prati rincorrendo quelli che sono i suoi pensieri.

Mimi  comincia a pensare al suo futuro e nei suoi sogni, c’è un Paese che ha visto in televisione e che l’ha sempre affascinato.  ” Un Paese  dove le strade sono larghe, le case altissime e il mare raggiunge onde così alte che certi giovani le cavalcano con una tavola di legno che sembrano degli Angeli sull’acqua. ”

Così diceva ai suoi amici quando parlava dell’ Australia. L’unico posto per cui avrebbe abbandonato il Salento.

” Ma non ne sono sicuro, però…”  concludeva con un sorriso a tutta bocca

” Ma se me ne vado in Australia, ti porto con me. Io sono il tuo figlio di latte ” così diceva a Madre, la sua mucca preferita. E poi rivolgendosi al vitellino che lei allattava : ” E tu sei il mio fratello di latte  ” Una grande risata si perse nelle campagne seminando  l’allegria e la  spensieratezza di un ragazzo che amava la sua terra, mentre una frenetica ” pizzica ” riecheggiava nell’aria.

Con gli anni Mimi, si fece adulto.

I suoi tratti acquistarono una bellezza mediterranea, gli occhi marroni, tendenti a raggi verdastri, erano  grandi e appassionati, il suo viso lineare, la sua bocca sensuale. Il suo fisico statuario. Era cresciuto molto, Mimi, più del padre e della madre, che erano di statura media. Anche i fratelli non superavano il metro e ottanta centimetri. Lui un metro e ottantaquattro! E questo gli dava un senso di soddisfazione. Le ragazze lo guardavano con occhi languidi e a lui  questo non dispiaceva affatto.

Passarono gli anni e il suo carattere si fece forte, il rapporto col padre e i suoi fratelli era straordinario. Si volevano bene. E come non si poteva voler bene a Mimi, un ragazzo dolce e sensibile, premuroso e allegro, spensierato…

L’unico suo cruccio era  quello di non avere una ragazza. Non aveva ancora scoperto l’amore, assaporato la dolce sensazione di amare ed essere amato. C’era qualcosa che gli impediva di portare avanti una relazione, come se una forza misteriosa lo trattenesse dal dichiarare il suo affetto.

” Nun ti preoccupare, ca prima o poi  trovi na bedda carusa. quandu nun ti l’aspetti. Quandu lu core ti batte forte allora ole dice  cha’hai trovatu quiddra giusta ca ti face girare la capu”(non ti preoccupare, che prima o poi la trovi una bella ragazza, quando non l’aspetti, quando il cuore ti batte forte allora vuol dire che hai trovato quella giusta che ti fa girare la testa)  gli ripeteva il padre, dandogli una pacca sulla spalla.

Un giorno , di ritorno da una passeggiata nei campi, incontrò una sua giovane amica, Anastasia.

L’aveva conosciuta qualche anno prima a scuola e l’aveva colpito il suo sorriso, la sua genuinità, ma mai aveva pensato di relazionasi con lei in una storia d’amore. Era un’amica. Un’amica del cuore e basta. E questo a lei dava sicurezza. Gli voleva bene a Mimi e lo trattava come un fratello maggiore.

Anastasia era  una bella ventenne  come lui, con un corpo sinuoso e un viso d’angelo. Portava due vezzose treccine che le scendevano sulle spalle. Indossava un vestitino a piccoli fiori che la calura estiva le faceva appiccicare alla pelle risaltando  due dolcissimi seni . Mimi si offrì d’accompagnarla a casa e insieme si incamminarono in un viottolo di campagna che portava al Paese. Il caldo afoso rendeva l’aria irrespirabile.

Cominciarono a parlare del più e del meno.

Ad un certo punto, senza neanche spiegarsi il perché, Mimi le chiese a bruciapelo : ”  Ce l’hai il ragazzo ? ”

Lei abbassò lo sguardo e arrossendo rispose timidamente : ” No ”

Camminando arrivarono nelle vicinanze della stalla, quasi seconda casa di Mimi.

“Vieni ” le disse ” Ti mostro le mie mucche.”

Lei accettò l’invito ed entrarono nella stalla.

La prese timidamente per mano e precedendola l’accompagno con delicatezza  là dove sostavano i vitellini. Un senso di tenerezza pervase Anastasia e lui la percepì con piacere. Sentiva l’emozione della ragazza e la cosa gli diede un immenso piacere

” Ti piacciono ? ” sussurrò con un sorriso

” Si ” rispose flebilmente lei

Senza malizia lui le appoggiò una mano sulla spalla e la sentì vibrare di piacere.

” Vieni, ti mostro la Madre ”

Pochi metri più avanti Madre, la sua mucca prediletta, sostava maestosa e imponente  e serenamente mangiava il foraggio .

“Questa è Madre , la mia amata mucca”

Ti piace ? chiese

E’ grossa, rispose lei

Ma che dici ? Questa non è grossa, no,  è forte, è  robusta, è tutta muscoli. Sembra una mucca che fa ginnastica, per quanto è bella.

Ma non si strozzano  ? – Chiese Anastasia indicando le vacche che mangiavano con la testa infilata dentro uno schema di canne incrociate.

No –  rispose Mimi – Questa è  la ” posta autocatturante ”  e quando sono sazie tirano indietro la testa e loro si allargano , così escono quando vogliono. E’ fatta apposta per non fargli sentire il peso della testa.

Lei sorrise. Le piaceva l’entusiasmo di Mimi nel descrivere quell’animale che lei, per la prima volta vedeva così da vicino.

I due ragazzi si guardarono e i loro occhi pieni di gioia si incontrarono in uno sguardo tenero e appassionato insieme. Restarono per un momento in silenzio, poi Mimi, timidamente accarezzò il  viso  di Anastasia, il respiro si fece affannoso, sentì l’aria che diventava pesante, la testa cominciò a girargli mentre una vampata di calore lo pervadeva dappertutto. Lentamente avvicinò la sua bocca a quella di Anastasia e languidamente la baciò.

Anastasia rimase immobile , anche lei sentiva il suo cuore battere forte.

I due ragazzi si avvinghiarono in un abbraccio appassionato.

Mimi accarezzò la nuca di Anastasia e lo stesso fece lei con lui.

L’amore.

In quel momento Madre fece un muggito così forte da risvegliare i due ragazzi dal sogno che stavano vivendo.

Lui prese Anastasia per mano e correndo si portarono fuori, nella campagna, urlando a squarciagola, con quanto fiato avevano  in corpo. Un urlo liberatorio e felice che si innalzò al cielo come un canto d’amore.

Tornando a casa, Mimi si rese conto di non aver balbettato.

Perché…?

Tornò  indietro verso la stalla e andò a confidarsi con madre.

Perché non ho balbettato ?  La fissò negli occhi e come un flash, vide gli occhi di sua madre…

Ecco perché, pensò. Mi sono sempre mancati gli occhi della mia mamma !

Madre sembrò  sorridergli roteando i suoi grandi occhi e Mimi l’abbracciò forte.

Per la prima volta aveva incontrato lo sguardo della madre, dolce e delicata, negli occhi di Anastasia.

Questa è una semplice storia di un ragazzo  felice di appartenere alla campagna, al Salento e ai suoi animali.

Mimi crebbe sereno e tranquillo. Da quel giorno cominciò  a esprimersi con fluidità e la storia con Anastasia si concluse con un bel matrimonio.

Oggi Mimi è padre di un bellissimo bambino e Anastasia la sua sposa felice.

Naturalmente anche suo figlio, Guido, ama appassionatamente il suo Salento.

Written by                                  Walter  Nestola  amante della sua terra.

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2 commenti »

  1. E’ un piacere grande partecipare a questo concorso…. buona lettura! ciaoooooo

  2. Un bambino separatosi troppo presto dalla propria madre. La balbuzie vissuta come un ostacolo ulteriore a comunicare con gli altri. Mimi ha la grande forza istintiva di entrare molto in sintonia con i ritmi di vita della campagna in cui vive. Le mucche da latte a cui egli ha imparato ad accudire, a cui riesce a dedicarsi con grande entusiasmo, gli regalano una bella spinta ulteriore a farsi coraggio, cosi chè Mimi riesce anche a trovare l’amore di una donna. Uno stile di scrittura molto garbato.

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