Premio Racconti nella Rete 2013 “Lui.Lei.Loro.” di Gioacchino Colasanto
Categoria: Premio Racconti nella Rete 20131. dove ho visto te
Era un giorno d’estate, di non ricordo esattamente quale anno.Faceva caldo.
Simon era come al solito, come capitava quei giorni d’estate a giocare con i suoi amici, loro il pallone e la polvere, il mix perfetto per i tredicenni di allora.Il loro mondo.Il clima infernale di quell’estate faceva si che ogni due per tre i ragazzi correvano alla fontana del quartiere a disettarsi.
A quella fontana come al solito c’era il solito gruppo di ragazzine del quartiere, appostate li a ridere e sorridere quando i ragazzi passavano li da quelle parti.Ragazzi che non avevano ancora il tempo di starle a guardare, a sentirle, presi com’erano dal calcio,Dragon Ball e biglie.
Giunto alla fontana, atteso il turno, Simon andò giù di testa sotto l’acqua ghiacciata, e ripensava al ritornello di una canzone di un certo Jovanotti che aveva sentito quella mattina a colazione.Immerso nel pensiero.Qualcuno gli bussò sulla schiena.
-“Devo correre a casa se non ti muovi i miei mangiano domani”
Simon si voltò e vide questa ragazzina piena di lentiggini che lo guardava storto e gli rispose.
-“Scusami ma fa troppo caldo!”.Detto questo corse via.
Quella ragazzina stufata lo vide andare via.
Quella volta fu la prima volta che si incontrarono.
Sprezzante lei.Bamboccione lui.
- Dove ho visto te (Jovanotti)
2. supergirl
Correre in bici.Vento tra i capelli.Quale migliore metodo per combattere il caldo di un estate torrida?Carol era con le sue amiche spensierata come al solito , sognatrice come tutte quelle della sua età.Stavano andando al parco del paese per trascorrere qualche ora al fresco.
Giunte li videro che il parco era già popolato più del dovuto.E li c’era anche Simon con la sua combriccola di mascalzoncelli.
Loro scorazzavano in skate.Un’altra delle mode giunte dalla lontana America.
Come i cappelli delle varie squadre di basket.Se ogni ragazzino non ne aveva uno a breve l’avrebbe comprato.Simon tutto preso dal suo skate e in corsa su una discesa del parco,prese velocità nella gara intrapresa con il amico di sempre Marco, e senza accorgersene arrivarono a tutta birra la dove erano le ragazze fermate.Marco non frenò a tempo e finì a rotoloni sulle gambe di due delle ragazze ferme, tutto ciò con forza vista la velocità presa.Carol fu investita in pieno dalla foga di Marco.
Gettato un urlò le due ragazze si accorsero del loro investitore e nel frattempo frenando per bene arrivò anche Simon.
Marco non ebbe nemmeno il tempo di chiedere scusa che le ragazze cominciarono a inveirli contro.
-“Sei uno stupido”.
-“Maschio del cavolo”
A queste provocazioni Marco rispose nei confronti di Carol che era quella più urlante.
-“Fai tanto la superdonna.Non piangono mica quelle”.
-“ Voi più che andare su uno skate non potevate andare, non sapete fare altro!Ragazzini” rispose Carol quasi indignata.
Simon restato in silenzio fino ad allora disse la sua.
-“Noi ragazzini e tu cosa sei?”
Detto questo prese di forza Marco e si allontanò dalla scena in questione.
Carol ancora una volta, rimase zittita da quel ragazzino li, quello della fontana.Simon andando via girò la testa, ricordava di averla già vista. E ancora non sapeva il suo nome.Eppure allora era piccolo per capire l’importanza di quel nome.
- Supergirl(Reamonn)
3. Dream on
Libri.Prime felpe.La fine delle scorribande estive,del mare.La pioggia di Settembre è sempre quella più piacevole, porta con se un senso di nuovo , di qualcosa che si rigenera un po’ come la primavera.I campi dopo giorni torridi tornano a respirare con la pioggia.Lo skate appoggiato al muro della stanza.Steso sul letto Simon guardava già lo zaino, e già si disturbava.
Carol metteva a posto i suoi vestiti,sua madre entrò in stanza.
-“Pronta per la scuola superiore?Quindi cosa farai da grande?La maestra?Avvocato?” disse sorridendo sua madre poggiata sulla porta.
-“Mamma.Ho tanti sogni nella testa cosa vuoi che ne sappia oggi.”
-“Sei un sognatore fratello.Guarda me dopo il liceo ho fatto tutto tranne il dottore.Eccomi qui.Saluta il tuo fratello maggiore il Maresciallo Bianchi”, il fratello grande di Simon amava prendere in giro Simon che da grande voleva fare l’archeologo.
-“Paolo lasciami sognare ora che possa , tra cinque anni ti saprò dare una risposta!!”.
La cosa che più ci piace fare a quell’età.Sognare senza pensare al domani anzi ai domani , tutti quelli possibili.
A distanza di anni anche Simon si ricorderà che i sogni a volte restano tali.
- Dream on (Aerosmith)
4. alegria
Molto spesso pensiamo sempre che il tempo vola.Ed effettivamente è cosi.
Non ti accorgi e passano i giorni, mesi e anni il più delle volte.
Erano passati tre anni o giù di li dal primo incontro a quella fontana.
Simon e Carol conoscevano finalmente i nomi uno dell’altro, d’altronde dopo tre anni di scuola e ancora due da finire, assieme come compagni di classe.
Lei ormai cresciuta, lui sempre più sognatore.
Mai troppe parole scambiate tra i due.
Lei presa com’era dal bello della scuola. Simon che si dedicava solo ai libri,alla box e alla sua prima cotta Monica.
Era l’ultimo giorno di scuola del terzo anno.Tutti si stavano augurando una buona estate.
-“Hey simpaticone buona estate.Resti qui o vai in montagna come tutte le tue estati?”.Carol si avvicinò a Simon.
Simon quasi sorpreso rispose.
-“Hey.Non so ancora mio padre quando avrà le ferie.Ma non importa.Basta che sia arrivata l’estate porta con se una ventata di allegria o no?”
-“Bravo.Hai ragione.I miei mi portano al mare dai nonni in Sicilia, starò via da domani fino a fine luglio.”
-“Wow.Che fortuna.Allora buona estate”
-“Ci vediamo in giro al mio ritorno.Sempre che qualche orso non ti mangi vivo” disse Carol sorridendo e allontanandosi da Simon.
Con il tempo era diventata carina Carol.Capelli lunghi, sempre semplice.Simon gli sorrise dietro e non ebbe tempo di dire nemmeno ciao.
L’estate un meraviglioso batticuore.Allegria.Era tornata finalmente pensò Simon.Fù l’ultimo a lasciare l’aula.
- Alegria(Cirque du soleil)
5. domenica lunatica
Scendendo dalla macchina , fù investito da un’ondata di aria calda.
-“Torniamo in montagna papà!!”.
Fine agosto e Simon era tornato dalle vacanze in Trentino.
L’ultima domenica di agosto credo fosse.
Mentre aiutava a scaricare i bagagli qualcuno chiamò il suo nome.
-“Simon.Simon.”
Si voltò era Marco.Il suo amico di sempre.
-“Finalmente sei tornato.” E guardando il padre di Simon.
-“Salve signor Michele andate bene le vacanze?’”
-“Oh guarda chi si vede.Si marco tutto bene.Ragazzi scappò su a casa scusate” detto questo si allontanò con bagagli alla mano.
-“Simon stasera abbiamo una festa di compleanno e non dire che non ricordi”
Simon restò perplesso e poi rispose.
-“Ah si il compleanno di Carol.Ma non penso di venire non vedo Monica da una quindicina di giorni e lo sai quelle due non si parlano”
-“Ma dai dovevamo andarci assieme ci sta quella che piace a me.Dai di a Monica che devi venirci per forza per forza.”
-“Mazza eh quando ti attacchi.Mi farai litigare lo so già”
-“Sei o non sei la mia spalla??Otto e mezza allora ci vediamo giù a casa di Carol.” Urlò scappando via in bici.
Come tutte le sue feste era piena di gente anche quell’anno.Fuori al giardino della sua grande casa Carol aveva organizzato una festicciola, come routine nel quartiere dopo che tornava dalla Sicilia.
Simon era appoggiata vicino lo stereo.Canticchiava un ritornello di una canzone.
“Yee com’è simpatica questa domenica…uscirò dalla tua vita talmente piano che.Quando ti sveglierai non te ne accorgerai vedrai”
-“Hey uomo.Ma dimmi era per me la canzone visto che sono la festeggiata?’” era arrivata Carol nel frattempo.
-“Oh Ca.Buon compleanno.No macchè canticchiavo.” Disse sorridendo.
-“Si immaginavo.Mica ti ho fatto entrare nella mia vita scemo.”
Simon rimase a guardarla.effettivamente aveva ragione.Non aveva mai permesso a nessuno tranne Marco e Monica di sapere qualcosa di lui.O che lui si interessava ad altri.Anzi altre.Che non fosse Monica.
“E hai ragione te quando dici che sono un bambino e che non sono maturo e hai vent’anni di meno” canticchiava tornando a casa quella sera, Simon.
- Domenica lunatica (Vasco Rossi)
6. per dimenticare
Piove.Da giorni.E nulla va come dovrebbe.L’ultimo anno di scuola era cominciato nel peggiore dei modi.Mirko gli aveva detto che era finita sul finire in una sera di agosto.Carol doveva tradurre tante di quelle versione che certamente quel tempo non aiutava.Ottobre e gli ultimi giorni di sole avevano lasciato spazio al cupo novembre.Certi pensieri aihmè ,non vanno via veloce al solo tocco di due dita.Certe emozioni,ricordi,pianti,momenti restano sempre e ti vengono a cercare quando meno te l’aspetti.
Dicembre.E con se l’aria del natale era arrivata.La scuola era colorata.Ormai la pioggia era all’ordine del giorno.Simon era arrivato prima di tutti quel giorno in classe, l’ultimo compito di greco prima delle vacanze e il posto da prendere.Fuori il vento ululava.
-“Simo!”.
Simon si voltò qualcun altro aveva pensato di occupare l’aula come lui.Era Carol.
-“Signorina.Buongiorno.”
-“Macchè buongiorno non so nulla e non ho chiuso occhio.”
-“Io ho riposato benissimo e ho anche sognato!”
-“Beato te.”
-“Perché tu solo quell’incubo di Mirko sogni?” disse ridendo Simon.
Carol lo fulminò con lo sguardo e Simon rispose.
-“Dai scherzavo.Passa tutto.Sei giovane.Sei diciamo bella.Cosa vuoi che sia una storia finita male?Guarda me, è più di un anno che è tutto finito.La linea d’ombra arriva per tutti.Basta andare oltre.Fidati.”
Quelle parole non le ha mai dimenticate Carol.Me l’ha confidato un giorno qualche tempo fa.Ricordava che Simon quasi splendeva quando gli parlò quel giorno li.Le parole.Hanno sempre un peso, quello giusto, quello che li diamo.
- Per dimenticare (Zero Assoluto)
7. LA LINEA D’OMBRA
Molto spesso siamo difronte alle scelte più difficili.Cosa sarò da grande?
Che facoltà frequentare?Andrà tutto bene?
Ovviamente con la fine dell’esame orale certe domande te le poni.
Carol se le poneva.Simon aveva abbandonato le certezze di anni prima per entrare nella confusione più totale.Lei destinata a Medicina a Roma, lui che faceva a cazzotti con il cuore a Lettere e la realtà a Medicina.Ebbene si destinati a due strade uguali ma distanti allo stesso tempo.
-“Stiamo facendo questa scelta perchè è la migliore per tutti Simon.Sei grande ormai.Accetta il fatto che tuo padre sia andato via di casa”.
Ormai era invivibile casa Bianchi, da quando i genitori di Simon si erano separati.Mettici la scelta del futuro, era un gran brutto periodo.
Carol disegnava, quando sentì le sirene di qualche mezzo sfrecciare li accanto casa sua.La vita di qualcuno che lei negli anni aveva imparato a conoscere stava cambiando in quel momento.
-“Mamma sarò sempre io accanto a Te.”
Furono le uniche parole che Carol riuscì a sentire prima di scappare via in lacrime da casa di Simon.Paolo non c’era più.La guerra del Golfo se l’era portato via.
Settembre.Le lacrime, i pensieri avevano lasciato posto al futuro incombente.
Le parole di Paolo non furono mai chiare come allora.
I sogni non sono tutto.A distanza di cinque anni se ne ricordò.
Buon viaggio P.
- La linea d’ombra(Jovanotti)
8. sunrise
Cosi come tutti i cerchi, prima o poi si ritorna all’inizio.Dove tutto comincia.
Il profumo dei dolci del natale inebriava l’aria ghiacciata li alla fontana del quartiere.
-“Ragazzo.Quanto sei cambiato?!?!”
Simon si voltò e avvolta in gran giubbino nero c’era Carol.Erano mesi che non si incontravano da quando viveva a Roma.
Simon lasciò l’acqua e andò a stringerla.
-“Dottoressa.Io sto bene.Se cosi si può dire.”Disse sorridendo appena.
-“Dicono che il Natale rende tutti più felici o no?Sono passata da casa tua per salutarti e tuo padre mi ha detto che eri qui.”
Restarono in silenzio.Sorpreso della cosa Simon disse
-“Si magari va meglio questo Natale i miei sono tornati assieme.Ma aihmè…” e le parole si fermarono.
-“Sorridi.Lui ti voleva cosi.Hai sempre avuto un bel sorriso.”
Simon la guardò e per la prima volta sentì che c’era qualcosa che in lei da sempre lo tempestava dentro, che non gli faceva capire bene cosa fosse.Disagio.Tranquillità.
Spontaneamente si avvicinò a Carol la baciò sulla guancia.
-“Buon natale.Eh grazie.”
Certi natali portano regali che non ci aspettavamo.Ci portano qualcosa.
Qualcuno.O parole che aspettavamo da tempo.
- Sunrise (Norah Jones)
9. tonight
H19.45 <<Ti va di salutarci prima che ci rivediamo nuovamente in estate?>> lo schermo di quel nuovo apparecchio regalatogli dai genitori si era illuminato.Simon l’aveva invitata fuori per una sera.
H19.50 <<Dott.Bianchi va benissimo.>>
H20.01 <<Tranquilla non mordo.Al massimo opererò da grande.>>
H20.06 <<Simpatico come sempre.>>
H20.18 <<A dopo simpaticona.>>
Qualcuno canta “Tonight i’ll be the best you ever had” .La traduzione Carol l’ha scoperta un giorno per caso diversi anni dopo leggendola su uno di quei posti internet dove le nuove generazioni passano il loro tempo.
Altro che polvere,calcio,pallone,sudore.
Altro che vivere.
Quella sera quei due risero,ebbero tanti momenti di silenzio.E allo stesso tempo guardavano il cielo.A chi non piace farlo?Ovviamente il conto lo pagò Simon.
- Tonight (John Legend)
10. il peso della valigia
Cosa straordinaria il cielo.Tu lo guardi e puoi pensare che altri miliardi di persone lo stiano guardando.Delle volte ti chiedi se qualcuno dall’alto ci guarda.E cosa pensi di noi dal basso.Spesse volte Simon aveva la testa all’insù.
Il cielo di Maggio su Roma era azzurro.
-“Certo che se non ti chiamo io ogni tanto tu ti dimentichi di me!”.
-“Ohi Si.Come stai??Hai ragione!!Ma analitica mi ha rubato una cosa tipo tre mesi.”
-“Non dirlo a me , a breve è il mio compleanno e dovrò farlo appena qualche giorno prima.Peccato che non potrai scendere.La festa dei miei vent’anni ti perdi.”
-“Caro mio purtroppo tra esami , lezioni e feste in capitale, vuoi che trovi il tempo di tornare??” disse ridacchiando al telefono Carol.
-“La solita stronza impertinente.Scordati la mia presenza allora a fine estate.Sarò a spassarmela con qualche infermiere russa a Corfù!!”
-“ ah ah ah fatti curare da una brava simooo.Ti salutoooo”
28 Maggio.
-“Marco dai cavolo manchi solo tu dove sei diamine??”
-“Arrivo uomo, scusa ma babbo aveva dato la macchina a Lorenzo!”
La festa era cominciata da un pezzo.Simon salutava tutti i festeggiati quando qualcuno li copri il viso con le mani.
-“Dottor Bianchi lei deve farmi ubriacar per bene.Ho rinunciato alla bella vita romana per il SUO compleanno!!”
Et voila.Chi meno si aspettava di vedere era li difronte a lui.Carol era venuta alla fine.
-“Cosa sei però eh “ comincio a ridere vedendola.
-“Dai grazie della bella serata e grazie per il passaggio” disse Carol scendendo dalla macchina.
-“Piacere è stato tutto mio, grazie a te per esserci stata.”
Guardò mentre apriva il cancello della sua villa.
La vide entrare.Quella sera pensò Simon.Quasi li piaceva.
I suoi “occhi han preso il colore del cielo” pensò Carol mettendosi a letto.
- Il peso della valigia (Ligabue)
11. we are the people
<<Abbiamo accettato la sua domanda per frequentare l’Università statale di Malaga. In allegato i documenti da inviare entro il 25 Aprile”
Si cambia aria.Finalmente pensò Simon.Ne aveva sempre sentito parlare del progetto ERASMUS da sempre.Finalmente a breve anche io mi perderò dentro malaga antica,berrò sangria,arriverò a guardare il mare dello stretto di Gibilterra e vedrò l’Africa lontana, questi erano i pensieri di Simon da giorni ormai.
Sognava ad occhi aperti Parigi.Non stava più nella pelle Carol.Ricordo quando ricevetti una sua lettera.Aspettava di ammirare Notre-Dame e l’ultima volta che l’ho vista qualche anno fa mi ha lasciato anche un ciondolo.
Un anno lontani da casa.Gli ultimi saluti, i bagagli, i pianti di rito dei genitori e lo spiccare il volo per un viaggio che gli avrebbe cambiati dentro.
La corsa in aereoporto.La prima ubriacatura spagnola.I cornetti all’alba a Mont-Matre.Il primo esame in lingua.Il cammino di Santiago sotto la pioggia.L’incidente in moto verso verso Versailles.La prima volta con una straniera sulle spiaggie di Valencia.Il cuore rotto dallo scozzese.Le nottate con Nicolas e Miguel a zonzo per Malaga.La follia dei tre giorni a Londra.Le ore intere su Skype volavano cosi a raccontarsi le follie assurde di quell’anno che sarebbe rimasto scolpito dentro.
Quando poi arriva il momento del ritorno.Lasci sempre parti di te a qualcun altro.A qualche luogo.E ti chiedi se un giorno tornerai mai a respirare quell’aria quei profumi forti,Lasci una parte di te qua e la.Forse e dico forse un giorno andrai a riprenderla.
Simon è tornato tante volte negli anni.Le sue foto parlano chiaro.
Carol a sua figlia so che ha dato un nome francese.
<<Because We always will love Paris.Le vie en rose.>>
- We are the people (Empire of the Sun)
12. Africa
<<Ciao Ca,
Sono passati tre mesi dal mio arrivo a Nairobi.Come ben puoi pensare qui il caldo è torrido.La base di EMERGENCY è grande ma puoi immaginare tutte le cose assurde che sto vedendo e imparando qui.Peccato che I tuoi non ti han lasciato venire.
Il cielo d’Africa credimi di notte fa paura. Stelle su stelle.Distese immense.
Giorni fa sono andato in una delle riserve più belle del paese.
Inutile dirti i colori,profumi,animali,cascate e cose strane viste.
Ho lasciato lungo un fiume, una bottiglia con una conchiglia rara dentro.
Dici che ti arriva?? 😀
Un salutone fai la brava>>
L’ennesima lettera giunta dal Kenya.Questa volta con una foto.
Volontario per emergency.Era li da Maggio , Simon.E Carol odiava ancora suo padre per non averla lasciata andare.
-“Troppi pericoli,sei una donna, vai a fare volontariato in Svizzera non Africa” le parole , le uniche che per mesi suo padre li ripeteva.Ormai era un mese che Carol non rivolgeva parola a suo padre.
Quel cielo d’Africa lo sognava ogni notte.Anzi una notte sognò che con aquilone volava con Simon portati dal vento finivano su una radura.Altro che Tarzan e Jane.Maledetti sogni.Delle volte.
Rubo le frasi di una mia amica che scriveva.
“L’Africa è un pensiero, un’emozione, quasi una preghiera: lo sono i suoi silenzi infiniti; i suoi tramonti; quel suo cielo che sembra molto più vicino del nostro, perchè si vede di più, perchè le sue stelle e la sua luna sono più limpide, nitide, pulite: brillano di più. (Claudia Cardinale)”
- Africa (Toto)
13. What Goes Around… / …Comes Around
“What Goes Around… / …Comes Around”
Cantava quel tizio la , quell’americano.
Tutto torna.Ognuno ha ciò che si merita e via dicendo.Ma stiamo scherzando?La solita solfa di fine storia.Lei lui e l’altro.Simon l’aveva scoperto sulla sua di pelle.La famosa Valentina, una delle più carine del paese.Assieme da un anno e tradito con un buon amico.
<<Scegli sempre le persone sbagliate mamma mia>> non faceva altro che ripetere questo Carol nei diversi messaggi da Roma.
<<Tu non sei messa meglio eh?>>.
<<Dicono che ciò che semini raccogli>>
Si può a 25 anni , con poco più di un anno dalla laurea stare a pensare anche a ricucirsi le ferite da solo?A volte pensava di si, infondo stava per diventare medico.
Aveva abbandonato di notte casa, prendendo il primo treno per tornare in paese.La sua amica di sempre aspettava un bambino.Cose che ti cambiano la vita.Valeria l’aveva chiamata in lacrime.
Alla faccia di ciò che semini raccogli.Cara Carol.
- What Goes Around… / …Comes Around (Justin Timberlake)
14. l’ultimo bacio
L’aria di primavera dava un tocco meraviglioso a quella cerimonia.
Il 6 maggio tra i più belli di sempre.Il piccolo Antonio aveva i capelli color oro, Valeria splendeva di luce propria e Francesco era l’uomo più felice del mondo.Una cerimonia più bella non poteva esserci.
Fiori d’arancio se non si è capito.
Carol era la testimone della sposa.Simon era invitato da entrambi.
I primi amici che si sposavano.Lei accompagnata dal nuovo compagno Salvatore , lui con Katherina la ragazza russa conosciuta ai tempi dell’Africa.
Stesso tavolo.Poche parole.A Salvatore non piaceva l’amicizia di Carol e Simon.
-“Ma dovresti spiegare a te stesso come mai non fai altro che cercare il suo sguardo” sbottò Katherina durante il dolce.
-“Tu dovresti smetterla di dire cose inutili” , disse a denti stretti Simon.
Ma infondo forse e dico forse aveva ragione.Non lo sopportava quel tizio, non sopportava la sua smania di sotuttismo, e non voleva vederlo accanto a Carol.
-“Mi concede questo ballo?” cosi si avvicinò Carol in un momento in cui i rispettivi compagni erano fuori agli amari.
In sottofondo passava una di quelle melodie silenziose.Non so se erano giuste per il caso.Ma la voce di quella cantante era sempre meravigliosa.
-“Mancano però i violini!!” ridacchiò in un orecchio Simon.
-“Non piove nemmeno.Va tutto bene.Ora si” e Carol strinse forte a se Simon,baciandolo in fronte.
Inutile dirvi chi prese il bouquet quel giorno.C’era un girasole in quel mazzo di fiori, dicono sia portatore di buona fortuna.Anche se quel giorno anche io ho chiesto ad Antonio perché c’era il girasole.Mi raccontò di una leggenda.
<< Un’antica leggenda influenzata dalla mitologia greca (che non conosceva ancora il girasole) narra che, alla sua origine è legata alla vicenda successa alla ninfa Clizia, innamorata non ricambiata di Apollo, il dio del sole, che stava seduta e lo fissava dall’alba al tramonto. Per magia, il corpo di Clizia fu trasformato in un girasole – le gambe in stelo, il volto in fiore, i capelli dorati in petali gialli – che continuò a voltarsi sempre verso il sole.>>
- L’ultimo bacio (Carmen Consoli)
15. DILLO ALLA LUNA
Con chi ce la prendiamo quando qualcosa va storto?Con la fortuna?La sfortuna?I genitori?O prima di tutto con noi stessi?
Simon aveva questo senso di nervosismo da quando l’ultimo esame era andato male , spostando la laurea in autunno.C’era qualcosa che lo turbava.
Dopo le nozze , con Carol si erano sentiti raramente per volere dei due partner.
La laurea di Carol invece si sarebbe tenuta in Maggio.
Laureata 110 e lode.
<<Lo sai, quanto sia fiero di te.Perdona la mia assenza, ma forse è stato giusto cosi.Il tuo regalo meritatissimo te lo darò appena torni.Strano a dirsi ma manchi.>> poche righe di un messaggio letto dopo la baldoria della giornata, stesa nel letto.Un senso di solitudine però attanagliava Carol.
Salvatore non faceva più parte della sua vita.Poco presente, sempre con i minuti contati.A ventisette anni cercava altro.
-“Non ho intenzione di stare a parlare oltre.Questa conversazione non ha senso, anzi tu non hai senso, tempo gettato via.Prenditela con la sfortuna.”
In giorni di festa, c’è sempre chi gioisce.
Chi deve fare i conti con rapporti portati avanti con la forza.
Chi deve fare i conti con certe assenze.
Chi deve fare i conti con la propria coscienza.
Chi non sa come dire che starà via tre anni a New York.
Chi certe cose non le vorrebbe mai ascoltare.
Guardatevi in faccia quando vi parlate.
Ho letto da qualche parte queste frasi.
<< Per mia esperienza molti momenti di svolta nella vita non annunciano il loro arrivo.
Al contrario, si avvicinano silenziosamente quando meno ce lo aspettiamo.
E ci costringono a prendere decisioni difficili.>>
- Dillo alla Luna(Vasco Rossi)
16. Empire state of mind
23 Dicembre.Areoporto Jfk.
Volo in arrivo American Airlines 55270.
Arrivi intercontinentali.
-“Simonnnnn, finalmenteeee” urlò nella folla e nel delirio del gate degli arrivi.
Il regalo di laurea tanto atteso era arrivato, New York a Natale da Carol.
Descriverla quella città, cosi magica ,assurda, diversa ,illuminata e che toglie il fiato.Questo era quello che vedeva dall’alto Simon.
-“Welcome to the Big Apple Doctor Bianchi!!” disse ridendo Carol.
-“Parliamo italiano dai.Vieni qui fatti abbracciare stupida dottoressa in chirurgia estetica” chiosò, lasciando le valigie e abbracciando Carol.
Nevicava da giorni.La città se era magnifica con la neve aveva quel tocco in più.La gente che correva per i regali.Le chiese da dove venivano i cori gospel.Le corse in taxi con Carol che dormiva sulle sue spalle.Quel viaggio, detto IL VIAGGIO da Simon.
Mi inviò una foto quel giorno.
Loro due sorridenti tra le vie di Manhattan.Con un cartellone che aveva dietro il marchio di New York,
I ? NY
Camminavano di sera, in un quartiere credo fosse il West Upper East Side, era la sera prima del ritorno in Italia.Erano seduti a una panchina.In silenzio.Come tanti di quei momenti che nella loro vita li avevano contrassegnati.Ogni tanto il suono della famosa Police della Grande Mela.
“The lights will inspire you”
Forse pensò a questo Carol , baciandolo per la prima volta.Seguì un abbraccio grande.Senza domande ne risposte.L’Italia non era mai stata cosi lontana.
- Empire state of Mind (Alicia keys ft Jay Z)
17. Chase the sun
Sinatra canta New York New York è proprio un diavolo di città.
Ma nell’Upper East Side a volte sembra davvero di stare all’inferno.
Anche quando siamo sicuri di aver meritato quel finale da favola non sempre si realizza.
E solo la Bella Addormentata trova il suo Principe.
In questa città non c’è niente di certo.
La notte può spingerti verso un futuro oscuro o sprofondarti in un passato misterioso.
Un anno dopo. Più o meno.Roma era infuocata.Fontana di Trevi.Acqua sul viso.Giorno libero.Simon camminava con il suo nuovo acquisto, un dalmata di nome Dingo.Dopo una notte passata in ospedale a operare a cuore aperto l’unica cosa che ci voleva era una passeggiata all’aria aperta nonostante i 40° gradi.
Los Angeles.La città degli angeli.Che di angelico aveva poco, lo pensava sempre Carol da quando si era trasferita li a vivere.Demoniaca per lo più.Vizi.Lusso.Alcol.Moda.La vita insomma che ogni ragazza sognava.La chirurgia estetica era la moda del momento e Carol aveva trovato una miniera d’oro li.
Mancava poco alle vacanze.Simon e altri due amici medici sarebbero volati in Egitto per quindici giorni sul Mar Rosso.
Carol tornava in Italia ad Agosto.
Nonostante il sole, dalle parti di Simon faceva un po’ freddo.Dopo quell’episodio a natale a New York tra lui e Carol era sceso un velo di silenzio.Pochi messaggi.Poche telefonate.Le voci su una possibile relazione di lei con operatore finanziario americano.Insomma tutto svanito cosi.Sciolta la neve a New York , sciolto quel ricordo di quel bacio.Il sole splendido e crudele pensava.
-“Mamma sono atterrata .Vi aspetto” si guardava attorno Carol pensando di ricevere qualche sorpresa, quella sorpresa.Ma dall’altra parte dell’aeroporto Simon saliva sul volo Alitalia.
C’è chi va, c’è chi viene.
- Chase the sun (Planet Funk)
18. Che fantastica storia
è la vita
Penso che questi siano gli ultimi ricordi diretti su Simon.Si perché da quando ha messo su famiglia lo sento molto molto poco.
L’ultima volta che mi ha chiamato era felice, era tornato a Malaga con la sua famiglia.Diceva che andava tutto bene.L’ho invitato tante volte qui a casa mia a Terlizzi ma dopo la venuta fugace di un paio di anni fa non è più tornato.
Era diventato dottore alla fine sul serio.Aveva lasciato gli amici, Marco ormai abitava a Milano.Si vedevano per le feste.Suo padre non c’era più e suo figlio si chiamava Miguel come il nonno e aveva tramutato il nome in spagnolo visto l’amore per la Spagna in giovinezza.
Ricordo come fosse ieri il giorno delle sue nozze.raggiante possente come sempre.Il viaggio di nozze ovviamente in Africa, tornò in Kenya e ci aggiunse Tanzania e poi Madagascar.Ricordò quanta gente quel giorno, anzi quella sera.Anche i suoi amici di Erasmus da ogni dove vennero alle nozze.
Nove mesi fa mi scrisse dicendo che andava a vivere definitivamente fuori Italia.Ecco perchè le poche visite.Simon una cosa che fa ogni volta che viene sapete qual è?Passare da una fontana, si sempre quella, sono anni che non esce più acqua da li.Ora immersa tra le palazzine.Lui quando gli ho chiesto perché ci tornava sempre mi disse.
-“Li è dove ho cominciato tutto.” E poi mi parlava sempre di una cosa , di una ragazzina.Si sempre lei.
Ho rivisto anche lei.Anche la sua di vita è stata fantastica.
Penso che alla fine impariamo a definire la nostra felicità alle nostre condizioni, nonostante il dolore che gli altri ci hanno causato.Ops questa non è mia è di Haley James Scott.
- Che fantastica storia è la vita (Antonello Venditti)
19. vivere una favola
<<Marco Verdi e Gaia bruschini siete invitati alle nostre nozze. . .>>
Non accadono mica per caso certe cose.Quando Marco aprì quell’invito rimase stupito, e chi se l’aspettava.
Giorni cosi capitano una volta nella vita, lei era meravigliosa, come al solito.Ma di bianco effettivamente toglieva il fiato.Era una sera di Luglio, c’era tanta gente, una magnifica tenuta, c’erano girasoli e orchidee ovunque.
Carol quasi non ci credeva, stava per fare il passo che ogni ragazza al mondo sogna.Io entrai a salutarla poco prima della cerimonia.Penso di non averla mai vista cosi e mi disse queste cose.
-“Dopo tanto correre, la vita mi ha detto di fermarmi eh?Finalmente.”
-“Non sei contenta?”
-“Ma mi vedi?Sorrido e piango allo stesso tempo.”
Lui ancora non l’aveva vista.Mi chiedevo la faccia che avrebbe fatto.
Carol ha chiamato una delle sue figlie Elanor.Torna a Parigi ogni volta che può.Finalmente è felice.Io dal canto mio penso che la vita prima o poi ti sorprende, dopo lungo cercare, capisci che tutto ciò che ti serviva era fermarsi un attimo e capire tutto.Chi ci fa stare bene,che solo la bellezza al mondo non è tutto, che la sincerità nelle storie in ogni parte del mondo la deve far da padrone.Anche io sono felice oggi.Ho sentito Carol pochi giorni fa.I suoi bimbi sono cresciuti.
Quel giorno sul serio ho un ricordo assurdo.Il primo ballo degli sposi, quasi un rock melodico.Se ci penso mi vengono ancora i batticuore.
Lei è felice.Sta li nel suo mondo,nella sua parte di mondo,su quella nuvola penso che la felicità l’ha trovata.
Tutto il resto poi diciamocelo è tutta un’altra storia.
Lui.Lei.Loro.Tutti i giorni.Se li vedete prima di me ,salutatemeli e ditegli che li sto ancora aspettando.
- Vivere una favola (Vasco Rossi)
20. MOLTI ANNI DOPO
“Non importa che progetti fai. Non importa come lo immagini. Senza che tu lo sappia, a volte la vita ha il modo di darti esattamente ciò di cui hai bisogno. O esattamente chi hai bisogno.”
Ebbene si, dopo anni anche io ho trovato quella persona.Una sera di Maggio di qualche giorno fa, girovagando per la città, ho deciso di andarla a cercare quella fontana là.Ne ero curioso.Da sempre.Da anni.Quei due me ne han parlato per una vita intera e così ho deciso di vederla anche io.
Non c’era più.Sostituita da una pineta.Devo dirtelo sono rimasto sinceramente male, ma pensò che anche quella pineta diventerà importante per qualcuno.
Tornato a casa , all’entrata un nuovo quadro.Due bambini.
Erano loro Carol e Simon.
Chiesi a mia moglie come diavolo fosse finita li quella foto.
-“Nella vita non ci raccontano mai tutte le cose.E loro si conoscevano da sempre.Mi ha raccontato tutto mio padre.La storia più bella che io abbia mai sentito.” Gli disse Elanor guardandolo.
-“Un’altra storia??”
-“Servirebbe tanto tempo!!” rispose ridendo.
-“Ho tutto il tempo del mondo.”
Stiamo cambiando casa. Togliendo gli arredi.Anche quella foto.Mi sono accorto che dietro c’era una data:27 Luglio 1992 e una canzone scritta a penna.Ho deciso la lascio al nuovo proprietario di casa.La lascio a te.
Abbine cura.Anzi chiunque tu sia abbi cura di te.
Dimenticavo la frase più bella diceva:
<<E ogni nuova paura
alza il fumo negli occhi
e le parole cominciano male
E ti riuscissi a dire,
riuscissi a spiegare
È solo pelle che inizia a cambiare
Fuori… c’è una vita intera,
vuoi perderti?… >>
Grazie a chi mi ha ispirato.
Grazie ai miei tanti ricordi.
Questo racconto mi ha commosso.
Forse perché è andato a sfiorare Simon e Carol che sono stata anche io nella mia vita.
Vita che avvicina e poi allontana. E ricordi tutto. I banchi vicini alle scuole elementari. Quel primo bacio che odorava di sapone alla fragola. L’ultima passeggiata al mare con il cane nero.
Grazie.
Ps. Solo un consiglio, quando usi il punto dai lo spazio dopo. Fa respirare le frasi 🙂