Premio Racconti nella Rete 2013 “Kebab in Prato centro” di Lorenzo Mercatanti
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013“… piccante, yogurt, pomodoro… patatine, insalata, ketchup, maionese…”
“Capito, tutto tranne cipolla,” dice l’uomo dietro il bancone.
“Bravo, la cipolla mi piace ma non la digerisco.”
“Niente cipolla, col panino devi stare bene.”
Prendo anche una lattina di coca e mi trovo un posto per sedermi. Il tavolo accanto ci sono quattro studenti, gli zaini lasciati su una sedia, pochi minuti e si alzano per pagare, “mi hai messo l’insalata,” dice uno, “ti avevo detto che non la volevo,” non lo dice per lamentarsi, vuol fare il simpatico. Gli riesce così così.
“Avevo capito che la volevi.”
“ok, fa’ lo stesso.”
Entra un ragazzo insieme alla madre, “ciao F, come va” da’ la mano all’uomo dietro al bancone: F.
“Bene grazie, te come va?”
“Così così.” Ordina dei panini da portar via, mentre aspettano lui continua a parlare con F, la madre in silenzio fino a che i panini non sono pronti, “grazie F, ciao.”
“ciao.”
“Arrivederci.”
“Arrivederci signora.”
Entrano un ragazzo e una ragazza africani, “ciao,” “ciao.”
“Ciao,” F prende in mano un panino e guarda il ragazzo aspettando gli dica come lo vuole.
“Cipolla, patatine, insalata, pomodoro, yogurt, piccante, ketchup, maionese…”
“Capito, completo.”
“Completo, completo c’è tutto.”
“Tranquillo, completo c’è tutto.”
“Bene, due completi.”
“Perfetto.” Gli dà il panino pronto e comincia a preparare il secondo, “allora, come ti va la vita?”
“Così così.”
“Così così… in Italia sempre così così.”
Il ragazzo sorride, poi si volta e guarda in alto, verso una mensola dove è poggiato un televisore sintonizzato su un canale di video musicali, “che musica è?” chiede il ragazzo.
“India e Pakistan.”
“India è bella.”
“Sì, per chi c’ha i soldi.”
“In india c’è lavoro, lo dicono c’è lavoro.”
“Se c’era lavoro secondo te ero qui, e te eri qui se c’avevi lavoro dove stavi, e lasciato il tuo paese i genitori i figli?”
“Te qui sei padrone, te vai bene.”
“Io andavo meglio quando non ero padrone, ero operaio a fine mese riscuotevo, qualcosa in nero, il padrone mi voleva bene e la notte dormivo, se bruciava la fabbrica che m’importava. Oggi, se mi suona il telefono alle tre di notte mi piglia male, che c’ho questo locale qui e tutti pensieri anche la notte.”
Il ragazzo gli chiede dove lavorava, F gli dice il nome di un azienda, la conosco, era un mio cliente. F gli parla del suo vecchio titolare, “io un uomo così non l’avevo mai incontrato.”
“Così come?”
“Un fenomeno! Bravo, intelligente, i soldi che ha fatto, il lavoro che avevamo, mai conosciuto un uomo così. In tutta Italia e in tutta India e Pakistan non c’è un uomo come quello. Aveva 85 anni e mandava avanti tutto, quando stava peggio per la salute e hanno preso in mano i figli, allora tutto ha cominciato a andar male. Mi voleva bene, voleva costruirmi una casa dentro la fabbrica, una casa di legno, diceva, così puoi stare a dormire qui e controlli tutto. Si fidava di me, io gli dicevo già qui ci devo lavorare, pure a dormire non ce la faccio. Lui insisteva, te pensaci te pensaci, io ti faccio la casa. Che uomo! A Montecatini c’aveva tre donne: tre ganze, come dicono qui, lui 80 anni e queste che avevano tutte meno di trent’anni. Eran tutt’e tre russe, vedessi, a tutte gli pagava la casa, la macchina, a una gli pagava pure la scuola, l’università gli pagava!
Lo sai F, mi diceva, che mio figlio vuol mandarmi dai dottori perché dice che sono vecchio per avere tutte queste ganze, secondo me è lui che ha bisogno dei dottori!
E la moglie! La moglie che c’aveva non te l’immagini com’era: bellissima!”
e….??? finisce così??
e finisce così??? Mi associo allo stupore
assolutamente incredibile. resto a bocca aperta. CEMF
ma cos’è????
C’è l’ambientazione e una certa caratterizzazione dei personaggi, ma manca la trama. Occhio alle ripetizioni!
sei un dio
grazie Marco, per aver usato la d minuscola
chi dice che non c’è trama ed è deluso dal finale c’ha ragione. non è questo un racconto con una trama e uno sviluppo che quindi sul finale c’è un scarto e con una svirgolata viene condensato e dato senso al tutto.
qui però si tratta di chiacchiere e conversazioni smontate e rimonate in modo tale da poter stare, spero bene, sulla pagina e soprattutto per dare a chi legge l’immagine di un mondo di provincia che sta attraversando un peridodo di cambiamenti o addirittura scomparendo,
E va bene che in un racconto non deve per forza accadere qualcosa di fantasmagorico, ma cavolo, un minimo di trama, di conflitto psicologico… Qui la cosa che più ha attratto la mia attenzione è la voglia di panino che mi hai fatto venire!
Avrei voluto che questo splendido orecchio a un tratto si alzasse e dicesse qualcosa. Bello il discorso sul kebab, c’è dentro un piccolo mondo di sogni, aspettative, confronto tra culture e persone diverse.
Una serie di frasi di circostanza fra gli avventori di un negozio alimentare dove si incontrano persone di varia nazionalità. La descrizione del rapporto tra il nuovo titolare F ed il vecchio padrone del negozio era qualcosa da approfondire meglio. Per vivacizzare questo finale fiacco poteva venir fuori, che ne so, una qualche foto del vecchietto tanto arzillo, oppure meglio ancora la sua moglie tanto bella che per puro caso passa dal negozio e fa alcune osservazioni ad F.
dopo avere aperto tante nuove stagioni di tipologia commentuale (:-) vorrei inaugurare la stagione del NO. noi veniamo definiti dai NO che diciamo molto più che dai SI soprattutto se flebili o inseriti in una filiera di reciproci commenti positivi che hanno l’energia di mio nonno la settimana prima che volasse in cielo. il commento è certamente costruttivo anche in questo caso se il NO è sentito. inoltre si fa del bene alla verità che è una brutta bestia e va sempre trattata con cura e onorata. così ogni mattino, p.e. io dico appena messo piede giù dal letto: NO a giovanni alllevi! uso essendo la prima volta e per paura di essere bannato una tipologia soft perchè l’autore non me ne voglia: non me la sento di dire SI a questo racconto. è una specie di test, diciamo. 🙂
Non comprendo questo ….racconto? Possiamo chiamarlo così???? Sembra uno stralcio di un intervista condotta per un sondaggio, non ha trama, non ha un finale, non trovo nemmeno il confronto tra le varie etnie, che non lo si trova solo nel cucinare vivande differenti….mi spiace, purtroppo devo rimangiarmi ciò che ho sempre scritto, cioè che commento solo in positivo se il pezzo mi rilascia qualcosa ma qui è stato più forte di me!!!!!
Fiore ora è più cool il commento – se sentito e argomentato educatamente – in negativo. 🙂 CEMF
E’ una minima scena di vita.Penso sia una ” sperimentazione””
devi dire SI o NO, in mezzo parla il diavolo. comunque anche le fughe a 8 voci erano una sperimentazione. ci sono anche “sperimentazioni” a cui devi dire NO. 🙂 CEMF
vado a vedere il tuo pezzo, vercesi. un secondo…:-) CEMF
Un NO, per carità, ci può anche stare ma giovanni allevi !!!
Ciao non ho capito se c’è una “m” in più o no se Allevi ti piace o lo odi. Sii meno polisemico. Io volevo solo dirti che – mio diritto-dovere – quando mi alzo alle sei e grido “NO a Giovanni Allevi!” tutti si svegliano maledicendomi e il gatto salta in aria per due metri. Il problema è che Giovanni Allevi e le sue nenie musicali da due soldi stanno alla Musica vera (quella che produce Spirito) come Moccia alla letteratura. Il suo pubblico (di Allevi) è d’altronde fatto sostanzialmente di incolti, di ragazzi con le scarpe NIKE con le lucine dietro, di donne newage in ampia gonna a fiori, di accenditori/accenditrici di incenso. Si tratta di una mia opinione personale che esprimo nei modi dovuti. Tu rileggi il tuo testo da NO e vedi quanto lavoro – secondo la mia personale e rispettosa opinione porta nei modi dovuti – hai da fare, ok? 🙂 CEMF
non c’è una “m” in più, c’hai comunque ragione ha dire “non ho capito”, perchè manca una virgola prima del ma. era una battuta, non ce l’ho particolarmente con Allevi, pur comprendendo il tuo ragionamento. sopratutto capisco e tengo presente il NO riguardo non tanto allevi ma il racconto. grazie
un saluto, lorenzo. non so quanti anni hai ma non hai idea di come, se uno vuole davvero migliorare la propria scrittura, possa farlo in tempi anche molto ridotti. io fino al 2010 scrivevo cose talmente mediocri che a ripensarci mi viene voglia di cambiare nome e cognome e di bere un litro di inchiostro pelikan. avanti dunque! se soffri un poco (hai sofferenze a disposizione cui attingere?) ti sarà più facile ma basta volerlo e scriverai meglio. sempre che tu lo voglia, perchè nella vita c’è tanto altro: sport, carriera, bordelli cinesi, bricolage. se sei d’accordo almeno intuitivamente su quello che dico su allevi ti abbraccio davvero 🙂 CEMF