Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “Ricomincio da quì” di Onofrio Randazzo

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

EST.casa di lucia – giorno

Mentre scorrono i titoli di testa su una panoramica di immagini. Il sole si alza da dietro le colline per annunciare un nuovo giorno d’ autunno, anno 2013. Sull’uscio della porta d’ingresso di una casa di campagna, Lucia, 42 anni capelli neri semi raccolti, indossa una camicia bianca con una gonna nera, nel suo viso si intravede dolore e fallimento, che la porta a compiere un gesto che non si sarebbe mai perdonata in tutta la vita.
Tiene per mano il figlio Emanuele, un bambino di 6 anni capelli castani e ricci, indossa un maglioncino di color rosso, e dei pantaloni marroni di velluto. Sul suo viso, scendono lacrime di dolore e di tristezza.

lucia

(disperata)

Emanuele, vai e cercati una nuova famiglia, e dimenticati di noi.

Lo spinge, con la mano in avanti.

Lucia

(gridando)

Vai! Vai via……

Emanuele, inizia a correre su e giù per i prati, piange è disperato, ed impaurito non sa dove andare. Ha un respiro affannoso, dopo aver corso per parecchia strada, si ritrova in città, in un vicolo di un quartiere antico. Si trova un rifugio, e si racchiude seduto in un angolo di una casa.

EST.quartiere antico della città-giorno

Silvia, una donna di 38 anni, bionda con capelli lunghi ed ondulati veste elegante, si trova ad attraversare il vicolo di quel quartiere antico, dirigendosi per la piazza del centro storico. Presa dai suoi pensieri, viene subito disturbata dal pianto di un bambino; e nel mentre si avvicina, intravede in un angolo di muro di una casa, un bambino rannicchiato in se stesso.Si avvicina, e lo vede piangere, tremolante ed impaurito.

Silvia

Ciao piccolo, perchè piangi? Come ti chiami? Perchè sei da solo quì? Dovè la tua mamma?

Emanuele, troppo impaurito non rispondere. Silvia, incomincia ad essere preoccupata, e per far in modo di tranquillizzare Emanuele; tira fuori dalla sua borsa, una piccola trottola di legno, che gli aveva regalato il nonno. Gli prende la sua piccola mano, e gli pone sul palmo quella piccola trottola.

Silvia

Tieni, guarda cosa ti regalo! questa trottola e un mio porta fortuna, e adesso sarà tuo se tu lo vorrai.

Emanuele, alza lo sguardo fissando con i suoi occhi inumiditi, gli occhi di Silvia. Sul viso di Silvia, cade una lacrima, commossa è colpita, dallo sguardo di Emanuele, che l’ aveva toccata nel profondo del suo cuore.

SILVIA

Tranquillo, sono qua per aiutarti. Mi dici come ti chiami!

Emanuele

(con voce molto bassa)

Emanuele!

SILVIA

(accennando un piccolo sorriso)

Emanuele, un bellissimo nome. Allora, io mi chiamo Silvia, è sono qui per aiutarti. Che ne dici, se giochiamo un po con questa trottolina?

Emanuele, fa un cenno con la testa di si, mentre Silvia, le prende la mano  invitandolo ad andare con lei. Si recano  nel centro della piazza.

SILVIA

( le prende la mano, nel mentre si incamminano verso la piazza)

Emanuele, vieni, andiamo che ti faccio vedere come si gioca con questa piccolissima trottola!

EMANUELE

(con la testa bassa si alza da terra dandogli la mano)

È cosi piccola; Come fa, a girare?

SILVIA

( si ferma un istante)

È piccola, perchè mi è stata regalata da mio nonno, quando io ero piccolina come te. Ricordo, che ci giocavo nei giorni in cui mi sentivo triste, e avvolte sola. Facendola girare, fino a quando ritornavo ad essere felice.

Riprendono, a camminare.

EST. centro della piazza – giorno

Scorrono le immagini di panoramica, della piazza e di tutto ciò che la circonda.

SILVIA

(invita Emanuele a sedersi sul piazzale)

Emanuele, adesso ci sediamo qua, e ti faccio vedere, che la felicità ritorna in te.

Emanuele, si siede, e subito dopo anche Silvia.

SILVIA

Eccoci! allora Emanuele, mi dai la trottola, che ti faccio vedere come gira velocemente!

Silvia, fa girare la trottola davanti ai piedi di Emanuele; la trottola si ferma, dopo tanti giri, e sul viso di Emanuele, ritorna la tristezza.

SILVIA

Emanuele, perchè sei di nuovo triste! mi dici perchè sei da solo, cos’è successo, dov’è la tua mamma?

Emanuele, sempre con voce triste e malinconica.

EMANUELE

Mia mamma, mi ha detto che devo trovarmi una nuova famiglia; (inizia a piangere) e che non devo tornare piu da lei.

SILVIA

( mentre asciuga le lacrime di Emanuele)

Su, dai, non piangere! vedrai che si sistemerà tutto; perchè ti ha detto queste parole!

EMANUELE

Non sa, come darmi da mangiare, farmi andare a scuola, e darmi dei vestiti nuovi. Non hanno più soldi, per potermi crescere; hanno perso il lavoro. E cosi questa mattina mia mamma, mi invitò ad andare via, e di non farmi rivedere più.

Silvia, addolorata da quelle parole, ma, sopratutto dette da un bambino di soli 6 anni; si commosse, ed alcune lacrime scendevano sul suo viso. Nel frattempo nella sua mente, scorrevano immagini triste.

EST. CENTRO DELLA PIAZZA – GIORNO

Transizione

Scorrono immagini, di persone in stato di povertà, di media che parlano della crisi, e dell’ italia in regressione. Silvia, prende la trottola e dice ad Emanuele, di farla girare, nella speranza di far ritornare, il sorriso su di lui.

SILVIA

Emanuele, prova tu! falla girare!

EMANUELE

( prende la trottola, e la fa girare velocemente)

Silvia, hai visto gira forte!forte..

SILVIA

(rivede il sorriso, su di Emanuele)

Bravo, visto che ci sei riuscito!

EMANUELE

( asciuga, le lacrime di Silvia)

Non essere triste per me! ritorna ad essere felice come prima.

SILVIA

Sarò, felice come prima quando tu lo sarai.

Silvia, invita Emanuele, a fargli vedere casa sua.

SILVIA

Emanuele, che ne dici; se mi porti a farmi vedere, la tua casa?

EMANUELE

( scosso dalla domanda di Silvia, si alza  velocemente da terra; infastidito dalla richiesta di Silvia, urla)

Mi e stato detto, di non tornare più; no, non voglio!

SILVIA

( si alza da terra,  stringendo Emanuele, a se)

Stai tranquillo! vedrai che andrà tutto bene! tua madre sarà fiera di rivederti tornare; il suo cuore, ne starà soffrendo, come anche il tuo.

EST. CENTRO DELLA PIAZZA – GIORNO

 Sottofondo musicale. Entrambi, si avviano a casa di Emanuele.

EST.campagna vicino la casa di emanuele – giorno

Scorrono le immagini, di loro due che si avvicinano alla casa. La madre di Emanuele, si trova davanti la casa nell’attesa, del ritorno del figlio. Intuisce qualcosa, vede due persone che si avvicinano, si rende subito conto, che si trattasse del figlio. Decide di andargli incontro, correndo verso Emanuele. Giunta li, si inginocchia, davanti ad Emanuele. È commossa dal rivedere il figlio, e nello stesso tempo addolorata, di averlo mandato via.

LUCIA

(abbraccia forte il figlio)

Perdonami! ti chiedo perdono, per tutto ciò che ti ho detto, e che ho fatto.

SILVIA

(pone la mano sulla spalla sinistra di Lucia)

LUCIA

(alza lo sguardo verso Silvia)

Grazie, per avermi riportato la mia vita!

SILVIA

(indicando Emanuele, e poggiandogli la mano sulla testa)

Deve dire grazie, a questa sua vita; e non a me! La vera ricchezza della sua vita e lui; ed è per questo, che Emanuele, con questo gesto le dice; “Ricomincio da quì”

LUCIA

Si Emanuele, ricominciamo da quì.

(si alza ed abbraccia Silvia)

Grazie, grazie di cuore!

EST.CAMPAGNA VICINO LA CASA DI EMANUELE – GIORNO

Scorrono i titoli di coda, mentre vediamo sul viso di Emanuele, il ritorno del suo sorriso, e della felicità. Silvia, fa ritorno in città, lasciandosi alle sue spalle, l’immagine commovente, di una madre, che ha ritrovato il proprio figlio; Emanuele, alzando, e scuotendo la mano, saluta Silvia.

EMANUELE

(grida forte)

Ci rivedremo………..

SILVIA

Verrò a trovarti………..

FINE

 

 

 

 

 

 

 

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5 commenti »

  1. Le madri che abbandonano talvolta compiono un gesto d ‘ amore . La letteratura in materia dice anche questo. La disperazione o l’ incompetenza possono accompagnare queste scelte dure ed indelebili per chi abbandona e per chi resta abbandonato. Ricominciano anche quei bambini, ma una parte di loro stessi resta sempre indietro dove continueranno a cercare per sempre il luogo dove non sono potuti rimanere.

  2. Grazie per aver commentato.

  3. Certo, il tema dell’abbandono è attuale però non mi convince l’arrendevolezza con cui Emanuele lascia la sua casa, ubbidendo prontamente al comando della mamma. Mi sarei aspettata pianti e strepiti! Macché, Emanuele è proprio un bambino ubbiediente. E la trottola? Sembra la chiave di questo corto, come se il suo ruotare avesse il potere di riavvolgere la catena di eventi sciagurati, cancellandoli. Ho avuto l’impressione che il corto fosse ambientato nel futuro. È così? Non c’è allora da stare allegri. L’atmosfera che ne colgo è un po’ lenta e sonnolenta.

  4. Per quanto riguarda Emanuele cio che volevo che si notasse era questo, un bambino diverso dagli altri. Per quanto riguarda la trottola difatti e la prima chiave, siamo nel futuro che forse ci aspetteremo di vedere, ma si spera che non sia cosi. Per quando riguarda lenta e sonnolenta questo e un tuo parere. Se un giorno verrà realizzato questo corto forse a vederlo chiambierai idea.

  5. Della teoria dell’attaccamento si parlerà in altre occasioni. E’ veramente tanto scontato quanto accattivante riconoscere in ogni lettore la personale lettura . in questa storia si rimettono insieme i pezzi, i cocci si ricongiungono . Emmanuele viene ricondotto, o si lascia ricondurre, all’abbraccio della madre che lo aveva allontanato. La lentezza, la lentezza potrebbe essere un messaggio. Personale lettura. Facciamo di ogni nostro giorno un capolavoro! Buona giornata a tutti!

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