Premio Racconti per Corti 2013 “Caffè Marchesi o di un viaggio nel tempo” di Cav. Emilio Michele Fairendelli
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013Allora, un uomo sui quarantacinque, A., ritira delle analisi in un laboratorio. Guarda e stabilisce: son cazzi. Segni probabili di una recidiva tumorale. Depresso riflette sulla battaglia del corpo che lo attende, sui probabili esiti, l’addio ai cari ecc. e si incammina. Giornata milanese luminosissima, tardo pomeriggio estivo. Sulla strada incontra il noto e antico Caffè Marchesi, inquadrature della bella facciata dell’edificio e del locale. Entra e ordina al banco un calice di vino, guarda gli specchi e i mobili. Vicino a lui nota un gruppo di giovani – un uomo e due donne – che bevono ridendo. Non parlano italiano ma romeno. I loro vestiti sono strani, come fuori moda. L’uomo porta dei mocassini aperti a sottili strisce di cuoio intessute. Tiene la testa appoggiata al braccio sinistro, puntato sul banco, mentre parla. Vuole dire qualcosa al cameriere e ruota un poco il viso. Il protagonista lo riconosce dal profilo: è suo padre, morto quando lui era un ragazzo. Per un breve istante tutto si sfuoca e quando torna a guardare la figura dell’uomo si è sciolta gruppo di cui faceva parte, come una densa goccia di materia. E’ solo e guarda nel suo bicchiere un liquido rosato che tenta con una lunga bacchetta da cocktail. A. si avvicina e sfiora la giacca di ispida lana bianca. L’uomo si gira, come per dire: dunque? Inizia il dialogo di cui si fornisce qui la traccia in forma narrata in prima persona da A. che inizia chiedendo, senza sapere perché: dove siamo?
“Siamo a Bucarest, è il 1947, alla Terasa Doamnei, il bar degli studenti, festeggiamo un esame”.
“No, siamo a Milano, l’anno è il 2010”.
Con lo sguardo lo invitai a guardare la strada fuori dal locale, la via, le macchine.
Lo fece.
“Il 2010” disse piano.
Tolse dalla tasca un biglietto e lo mise sul banco davanti a me.
Sotto la figura rossa di un uomo e una donna che ballavano c’era scritto: “Terasa Doamnei, Str. Popa Savu 7, Bucuresti, tel 01 6592709”.
(A. prende il biglietto del locale, lo considera lo tiene nelle mani, lo metterà poi in una tasca.)
“Ti ho visto tante volte così come sei ora, nelle vecchie foto. Abiti in Rua Vasile Gherghel, al 111. Forse la bisnonna è ancora viva e abita con voi, in una stanza del piano sopra. Il bisnonno è da anni sepolto a Belu, come tuo fratello, Umberto. Studi al Politecnico. Il tuo migliore amico si chiama Ionel. Tra due anni la famiglia tornerà in Italia. Sono tuo figlio”.
Mi guardò. Sembrava essergli tutto chiaro, naturale.
“Come è tua madre?”
“Una donna dallo sguardo nero e profondo. Ti amerà molto”.
Chiese il mio nome.
Lo pronunciai.
“Avevo quindici anni quando sei morto. La mano destra ti stava quieta sul petto sopra l’altra, la sinistra, quella del tuo raccontare nell’aria disegnando le cose, dei tuoi gesti quando ascoltavi musica. Io pensavo che l’avresti alzata e che così tutto avrebbe potuto continuare. Ma tu restavi immobile. Poi ti hanno portato via e non ti ho più visto. Ricordo i giardini poco fuori dalla nostra casa, il personaggio che avevi inventato per me, il Colonnello. Papà.”
L’uomo è spaventato, confuso. A. dice che lascerà il locale per primo. Lo invita ad attendere qualche minuto e ad andarsene. Immagina che lui troverà la Bucarest del 1947. Forse prima il risveglio da un sogno. Considera che il biglietto della Terasa Doamnei, materia che viene da un altro tempo, è ancora nelle sue mani. Lo lascerà a casa, nel baule delle vecchie cose di famiglia. Nessuno saprà mai il suo incredibile segreto. Nell’ultima scena, l’uomo, il padre di A., si sveglia da un sogno. Siamo a Bucarest, nel 1947. Accanto a lui una donna. Lui le carezza il viso e le dice: “Sai, Sorana, cosa ho sognato stanotte? Ero in un locale, forse la Terasa, ma lo spazio era strano, strano. Quello che sarebbe stato mio figlio veniva, mi parlava, bevevamo qualcosa insieme. Viveva in un tempo così lontano, da dove ero seduto potevo guardare la strada. Era tutto così diverso, le case, le macchine. Non ricordo niente, qualcosa del suo viso, ma lo sto perdendo, come sono i sogni. Vorrei tanto non scordarmene mai”.
il caffè marchesi è a lucca, ovviamente. perchè il mio nome viene abbreviato in cav.? 🙂 emilio michele fairendelli
Thol elam kuzhainthidach chuzh narambu anaitthum Mel elam kattu avai vittu iyangida
Iraththam anaitthum ul irukidach chukkilam Uratthu idai
panthitthu oru thiral ayida…………………………….grande
buondì. ho ricopiato le parole dall’impossibile tamil di vallalar senza sbagliare una lettera. onore a me! per comprendere cosa davvero rappresenti vallalar nella storia di questo mondo materiale (chi l’ha fatto? chi paga per tutto questo? siamo assicurati? riuscirò un giorno ad uscire con bar refaeli?) dobbiamo mangiarne di michette. io comunque ogni mattina cado sulle ginocchia e invoco vallalar così: “o vallalar, che la luce suprema possa trasformare il mondo, la scrittura di tamaro baricco e moccia e, se possibile, le intollerabili nenie musicali di giovanni allevi e la sua capigliatura…om.” 🙂 emilio michele fairendelli
“Finalmente ho raggiunto il MIO traguardo
e risolto il segreto della mia anima:
Io sono QUELLO a cui rivolgevo le preghiere,
QUELLO a cui chiedevo aiuto.
Sono QUELLO che ho cercato.
Sono la stessa vetta della MIA montagna.
Guardo la creazione come una pagina del MIO stesso libro.
Sono infatti l’UNICO che produce i molti,
della stessa sostanza che prendo da ME.
Poiché TUTTO è ME, non vi sono due,
la creazione è ME STESSO, dappertutto.
Quello che concedo a ME stesso,
lo prendo da ME stesso e lo do a ME stesso,
l’UNICO, poiché sono il Padre ed il Figlio.
Quanto a quello che voglio,
non vedo altro che i MIEI desideri, che sgorgano da ME.
Sono infatti il conoscitore, il conosciuto, il soggetto, il governante ed il trono.
Tre in UNO è quello che sono
e l’inferno è solo un argine che ho messo al MIO stesso fiume,
allorché sognavo durante un incubo.
Sognai che non ero il SOLO unico e così IO stesso iniziai il dubbio,
che fece il suo corso, finché non mi svegliai.
Trovai così che IO avevo scherzato con ME stesso.
Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il MIO trono
e governo il MIO regno che è ME stesso, il Signore per l’Eternità.”
Traduzione di un antico testo egizio intagliato sulla porta d’accesso ad un sacro sito.
ohi angela_b si gioca duro! monismo puro. quelli però, gli antichi egizi, erano ancora umidi del nettare dell’età dell’oro in cui stavano a mollo sino a pochi secoli prima. ora il mondo è cambiato, è quello che è, basta entrare in una libreria e sfogliare due libri tra i più venduti per capire come siamo ridotti. un CD di Allevi, magari? fenomenologia delle differenze con JSB? così è meglio, dirò: tutto nostro l’onere della Trasformazione. e l’onore. e il mondo doveva giungere da qui per potersi spaccare da sopra come un melograno, mostrando e facendo cadere al di sotto i suo grani d’oro rosso e ricevendo la Luce dall’alto. io sono pronto a dare un bel contributo, sempre che non venga escluso dalla lista dei 25 testi premiati, perchè in qual caso una bella depressione e ciao emilio. chiama vallalar ogni notte: “Arut Perum Jyothi”. sei femmina e la risposta la avrai. ciao 🙂 🙂 emilio michele fairendelli
…il mondo doveva giungere sino a qui… (ero agitato)
…in QUEL caso…
Questa mattina stavo facendo delle ricerche e sono incappata in questo testo. Avevo appena letto il tuo racconto e ho trovato delle significative relazioni, soprattutto nelle frasi: ” sono il Padre ed il Figlio”, “sognavo durante un incubo” e “Trovai così che IO avevo scherzato con ME stesso. Ora che sono sveglio…” e dunque mi sono lanciata in questa “citazione” (copia-incolla e troppo volgare!). Tutto assolutamente casuale, insomma. Non ho una particolare “cultura esoterica”, nulla paragonato a quanto trapela dai tuoi racconti, sempre sorprendenti. Un caro saluto.
Non ho una particolare “cultura esoterica”…. meglio ti sarà più facile chiamare Vallalar. 🙂 emilio michele fairendelli
caffè marchesi – nella versione completa a racconto, bevi un goccio di brandy e dimmi se riesci a frignare almeno un poco per la storia – stabilisce le condizioni per effettuare concreti viaggi nel tempo, passato e futuro del mondo materiale, a costi contenuti. 🙂 la tua citazione appartiene a un altro mondo. 🙂 emilio michele fairendelli
O forse è lo stesso mondo raccontato in modo diverso? Ho pensato al mio gemello che sono io, de “L’uomo del coro”, all’esperienza extra-corporale de “L’Angelo Pahaliah”, la mia mente che genera l’esperienza, attraverso il sogno o la pratica ascetica. La molteplicità di individui che abitano un solo corpo. Insomma mi sembrava che racchiudesse un po’ di questi elementi… Attendo con ansia i prossimi racconti. 🙂
L’uomo nel coro, non del coro. Chiedo scusa!
Ho trovato e letto la versione integrale del “Caffe Marchesi”. Mi ha fatto venire un brividino anche senza brandy! Ho visto che ci sono altri racconti ai quali, prossimamente, mi dedicherò. 🙂 A presto.
Con il brandy è meglio. La molecola alcolica è la più importante per lo sviluppo di una vita realmente cosciente sulla Terra. Avessimo impedito l’accesso alla molecola a tanti artisti le loro opere avrebbero fatto schifo. Dedicarsi ai mie racconti? Ma Anima e corpo! Ne troverà 80 ca. in rete. Non guidati dalla Luce : 4. Forse non ottimali: 5. Circa gli altri 71 mi aspetto che lei pieghi il ginocchio. A chi? A Bissula, a Eva, al Commissario Dolano, ad Alberto, ad Andreea, a Matilde, a Vallalar, alla Veggente Maria Cristina, al Dottor Corbaci. Li ami.Ogni volta che lei piega il ginocchio aiuta l’azione del mondo, ogni volta che non lo fa la ostacola. Poi mi dica. 🙂 Emilio Michele Fairendelli
dimenticavo il figlio del’uomo. se decide di piegare il ginocchio una sola volta lo faccia per lui, il non nato, il figlio di cristina nel racconto. mi creda ne vale la pena. 🙂 emilio micvhele fairendelli
michele michele qui sono sempre agitatissimo… io temo non mi includeranno nei 25 e non ci dormo. emf
Sì, ho trovato la “fonte”. Prostrarmi o genuflettermi non è nella mia natura, al limite mi entusiasmo (e non è poco), ma leggerò con grandissima attenzione e ti farò senz’altro sapere le miei modestissime impressioni. Sono “solo” una lettrice.
prostarsi o genuflettersi è proprio alla natura umana (forse è il nostro più vero e intimo gesto) quindi anche a lei. l’entusiasmo va bene per un noir sapiente o per le favole ben condotte. l’attenzione va bene per il manuale del lettore DVD. che fa? se è solo una lettrice ascolti me e impari: il ginocchio si piega non all’autore, che non scrive mai bene come riceve e che spesso è un povero pisquano come me ma alle anime che vengono messe in luce dalla scrittura. legga tutti i racconti!: vuole poi non piegare il ginocchio a adana jers, a eva bariani, al figlio morto e sacro di cristina, a bissula, a eugenia, ad alberto? lo pieghi. emilio michele fairendelli
La scrittura, spesso, è un rimedio psicologico per momenti difficili…..ebbene sì, ha anche questo potere, è sfogo, a volte ha una funzione migliore di uno psicologo….e questa non è utilità? Nessuno ci conosce meglio di noi stessi, il vuoto che abbiamo dentro, chi più, chi meno, lo riempiamo riempiendo un foglio bianco.
l’unica utilità della scrittura è quella di distillare Spirito nell’Anima del lettore. aprendosi la pancia. il resto sono stronzate da due lire. all’analista dò 70 euro a settimana, e spesso sono gettati nel cesso. nessuno li dà a me eppure me li meriterei di più. o concordi o leggi moccia. vedi tu, fiore, io sono troppo incazzato. lo stipendio ancora non c’è e domani è il 14. vedi tu. hai orecchini per intendere? allora intendi! 🙂 CEMF
Buonasera, per interposta persona ho compreso lei abbia commentato il mio umile e semplice racconto che se non erro non ha trovato alla sua portata! Mi dica CAVALIERE mi sbaglio?
no rispondevo alla fiore. che racconto? chi? dove? lei distilla Spirito come faccio io nei miei racconti? se lo chieda. 🙂 CEMF
Ah…..ho capito tutto! Non avevo ancora letto i suoi commenti.
Lei lo fa di mestiere!
Se le serve per sentirsi bene allora lo faccia pure, comprenderemo!
Cordialità pure a LEi
sono minatore, di lavoro. non la seguo, ma ho bevuto metà della paga di giornata e quindi sono non lucido. ci sentiamo domani. 🙂 CEMF
fagnani secondo lei mi premieranno? 🙂 CEMF
Io mi auguro di si ……mi auguro proprio di si!!!!!!!!
E poi se lo merita, è il migliore!!!
🙂
fagnani, nel nome del dio vivente, ma eri per caso IRONICA? 🙂 CEMF
In mezzo al dramma della fuga del suo cavallo, mi chiedo perché scrive il mio nome con la effe minuscola….oddìo, sembra quasi utilizzato come un complimento…..ma ne dubito fortemente, vero Cavaliere?
“Si abbia in terribile sospetto queste persone: chi ha il pizzetto, chi si firma con due nomi e cognome, chi scrive raccontini brevi con pistolotto spirituale finale. Sono tre segni di mali dell’Anima.” Rabbi Isidore Kaplan ps: minuscolo fiore è meglio sorge dal campo, minuscolo e colorato, con la F maiuscola penso al geometra Fiore
ahahahahahahahahaha……..è pazzesco, si merita di rientrare nei “25” per la carica di ironia di cui sono impregnate le sue risposte FAIRENDELLI……tutto maiuscolo.
Un momento, è vero che leggendo i tuoi racconti sono andata in confusione totale, Fairendelli, ma da qui a farti morire!!!!! Comunque posseggo un cavallo, per ogni evenienza, se può essere utile, lo metto a tua disposizione, non so però se la cosa può far felice lui, il cavallo intendo.
mi fate morire! siete privi di una coscienza sindacale e sapete attaccare solo i più deboli (io). che ne è stato della mia proposta di essere premiati tutti anticipatamente chiudendo ora il concorso? la verità è che gioacchino pensa solo a quella cosa lì, bertino critica anche il suo diaframma per ogni volta che respira. fossimo come voi anche laggiù, in miniera, i proprietari sacrificherebbero uno di di noi a baal ogni giorno! cordialità 🙂 CEMF
Ma non vedi quante premure ti dispensiamo? Non percepisci l’affetto che si condensa attorno alla tua persona? Fairy, non fare la vittima!
occorre fare di più. 🙂 CEMF
Salve, sono interessanti i suoi racconti. Forse se non bevere alcolici sarebbero più accurati. Comunque, complimenti. Sa, sono infermiere mi tocca dirle di non bere… non bere… non bere… non bere… 🙂
Scusi… come scrivo d’impeto: volevo dire: se non bevesse… grazie!
più accurati???? ma sei fuori come la campana di bertino? sono astemio e non ho nulla contro gli infermieri. la Veggente stessa lo è (oncologia). un abbraccio e stai sobrio, non bevere. 🙂 CEMF
povera la mia piccina, tirata in ballo tra bicchieri colmi di vino e rutti fantozziani!
….io pensavo che tu l’avresti alzata così tutto avrebbe potuto ricominciare…….
Ho amato questa frase. Stupenda!
forse era meglio “continuare” ma anche io ho i miei limiti. lavoro, da piccolo è stato un disastro e non ho un coach per la scrittura. la veggente lavora episodicamente ed è conciata peggio di me. anche la salute traballa. 🙂 CEMF
🙂
Mi scusi ma a chi dice?
a fagnani. lei la conosce? 🙂 CEMF
Si, so che ha ricevuto una DIFFIDA da lei! Le risulta?
Faccia conto che abbia messo una faccina sorridente
siamo tutti diffidati. ovunque da Dio. qui, e giustamente, dal Dott. Brandi. 🙂
Grazie per le cose da dire, quelle costruttive. Io adesso vado perché’ ho da fare con un dialogo…
racconto garbatissimo, in punta di forchetta. mi piacerebbe leggere quello del fazzoletto però : ).
Se capiti a teatro a vedere N.I.P. ne vedrai di lessico invertebrato, d’altronde tra Beckett e chi studia la prima serata rai non c’è nessuna differenza se sai leggere tra gli spazi
🙂 mi stai simpatico. il raccontino del fazzoletto l’ho in soffitta. verrà reso noto dopo la mia morte. CEMF
Una nota di servizio e d’aiuto, mi sembri avvezzo a frequentare queste pagine: stavo selezionando “modifica” per ovviare alle punteggiature mancanti, ho selezionato però “cancella”; non è stato cancellato per ora ma temo accadrà;
sai se e come posso ovviare a tutto ciò? sarebbe una perdita troppo grande perdere i tuoi commenti e poi non vorrei che l’AIDS (associazione italiana drammaturige scatologiche), circolo di cui sono socio da anni la prendesse a male, grazie
🙂 dì a marinaro che i racconti i più belli sono i miei e, con la mia esperienza, ti dirò come rimediare alla cancellazione. merda su tutto (dall’alto dei cieli). 🙂 CEMF
ovvio, ti cedo,ad honorem anche il premio ERPES (european regards of prophetical essential scriptures), di cui mi sono fregiato negli anni migliori della mia produzione impegnata
Scusate, avevo detto che non sarei più entrata per chattare mie impressioni ma ….non si possono leggere certe affermazioni!!!!!! Un conto è scrivere come commento “il tuo racconto non mi dice nulla ed il tuo stile non mi piace”……e altra cosa è specificare COSA non piace e cosa si consiglia per migliorare. Ma ragazzi, ma davvero state confondendo la critica VERA dalle offese gratuite ????? NON CI POSSO CREDEREEEEE….. e la BERTINO???? chiede aiuto a Faire and Delly, chiede pure manforte…….MAPERFAVOREEEEEE
Caro Sig. Fairendelli ringrazio anche lei, come già fatto con Caterina Silvia Fiore, sul SUO, perchè anche lei è stato caro caro caro e caro ed ha avuto buone parole per me …..che ho gradito molto. Cosa pensa di come Lei scriva Lei lo sa, ma lo ripeto volentieri: penso che il suo modo di comporre sia davvero” ALTRO” e a me piace davvero tantissimo!
mi sembra di stare meglio ora, perdinci! caffe marchesi è un grande racconto. ne goda la versione integrale. CEMF
padri e figli. il sangue e il suo Ordine superiore. io mio padre lo ammazzerei. perchè non lo so. rabbia. apro la pancia per voi e chissà se ne vale la pena. con l’Anima attiva, qui, ne avrò visti tre. questo pomeriggio sognato che ero sul letto di morte (mio) e le mie due figlie mi venivano a trovare. guardavano e basta. con amore, inevitabilmente. io, mancava poco alla fine, dicevo: “E’ stato un onore, essere con voi padre in questa vita.” Un sogno magnifico, altissimo. CEMF
e’ stato un onore. questo dovremmo dire a chiunque valga qualcosa. è chiaro? CEMF
…Si! E io l’abbraccio Cavaliere…l’abbraccio!
…E’ STATO UN GRANDISSIMO ONORE !
fagnanski la ringrazio, le donne sole sono potenti. quando vedono il Vero, chi le può fermare? i selvaggi vi temevano come vagine dentate, i padri inquisitori volevano bruciarvi come streghe. tuttavia solo la donna piega il ginocchio al Vero, l’uomo lo fa solo quando una donna lo tira per il collo costringendolo a piegarsi. è chiaro? sì. 🙂 CEMF
Stasera ho commentato due bei racconti e vorrei concludere con un nuovo commento al suo, precisando per ultimo ma non ultimo, e lo farò per dire una cosa che già avrei voluto dire e per cui non avevo trovato tempo e momento giusto, ma per me molto importante.
E’ dire che, lei ci ha offerto, in uno dei suoi ultimi commenti al corto in oggetto, con lo stile suo unico e inconfondibile, che a mio parere si ama o si apprezza moltissimo, senza possibilità di altre alternative, la possibilità di rammentarci un grande insegnamento, attraverso la figura di quel padre onorato per essere stato padre con le proprie figlie.
Volevo ringraziarla, mi premeva farlo, perchè qui, tra noi tutti, tra le righe o sulle righe, si ride anche molto e molto si scherza, ma lo stesso qui, sulle righe e tra , ci si può imbattere in parole bellissime e di alto valore, che ognuno poi raccoglie come sente di fare, ma che non può lasciare, perchè sono parole da tenere!
E lei ce ne ha fatte trovare tante qua e là…..
Io le terrò a cuore.
GRAZIE!
Complimenti ……..Emanuela
tornare sull’onore mi consente di dire ancora qualcosa di fondamentale. ah mica mi tiro indietro! la Verità è che dovremmo inchinarci non solo ai migliori (la Veggente, Bach, Rafael Nadal :-)) o chi ci ama riamato nel sangue ma ad OGNI uomo. quando Dio avrà infatti terminato di sistemare questo mondo sbilenco ogni uomo sarà un essere di Luce e un grande Autore. l’acqua bolle ai gradi stabiliti – ecco il momento sacro – ma occorre passare per le temperature intermedie. inchiniamoci onorando dunque tutti (il Cav, fratello Amaso, Simonetti e Parlagreco, Niceforo e lo scomparso Mercatanti, ogni ragazza Autrice ogni Amico autore di questo sito). con l’ ovvia eccezione di chi ci sta sugli zebedei, ovviamente: siamo uomini, non Angeli. chi ha orecchi od orecchini per intendere intenda. CEMF
E’ un testo che sarebbe piaciuto ad Alfred Hitchcock per la sua serie televisiva. Devo fare un’osservazione sul metodo narrativo, perchè preferisco che la vicenda venga raccontata e non venga usato uno schema narrativo, scarno e freddo, in cui i sentimenti non sono trattati. Non capisco poi il ricorso al ‘… un uomo sui quarantacinque, A.. Quel ‘A.’ cosa vuol dire ?Ma forse è un mio limite culturale.
Auguri Fairendelli.
Emanuele.
Forse per la serie “Ai confini della realtà” americana, ricordi ? Il pezzullo è un corto riadattato – da qui lo stile a pezzi – leggine la versione integrale sul mio sito. Se ti sembra che i sentimenti non siano “trattati” dobbiamo metterci a tavolino e parlare con molta calma. A sta per l’iniziale del nome del protagonista (direi Alberto). Ti saluto ma con enorme diffidenza. Come puoi infatti firmarti con il cognome prima del nome? Un saluto e in bocca al lupo per il Concorso. 🙂 CEMF
Grazie CEMF (preferisci Emilio o Fairendelli ..o..) per avere citato il titolo della serie americana “Ai confini della realtà”; non me lo ricordavo più ma ciò è dovuto alle mie molte primavere e a qualche problema della memoria.
Ti dico che il testo del pezzullo mi piace e che poi andrò a leggere la versione integrale. Mi rendo conto che quello iscritto al Concorso sia stringato per varie ragioni (spazio, tempo,,..) e qui la mia delusione anche se, come originario delle terre a Nord di Milano, sia abituato allo stile strettamente necessario e asciutto. Sono poi tranquillo del tuo saluto perchè non mi firmo in stampatello maiuscolo e perchè ho messo il cognone prima del nome per la fretta.
Auguri Cav. Emilio Michele Fairendelli, ciao.
Emanuele
Grazie Ratti 🙂
Molto bella l’esigenza, che evidentemente hai sentito in te, di scrivere il mio nome e la qualifica per esteso.
Le terre a nord di Milano è suggestivo. Brianza? O terre iperboree?
Ciao, un caro saluto, ricordati che è sempre fondamentale scherzare e ridere.
Facciamo come fa Dio, che ride e scherza su tutto e mai si stanca.
🙂
CEMF