Premio Racconti per Corti 2013 “Tutti gli uomini del Discolo” di Andrea Antonini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013In una trafficata quanto grigia via di città, si perde alla vista, nascosta da prepotenti insegne di supermercati, una piccola scritta rossa, dagli infernali contorni gotici, che dice: “La tana del Discolo”.
Questa è il piccolo rifugio per alcune figure un po’ strampalate, perlopiù superstiti di ere affumicate dal fumo del ricordo e sbandati eroi del nostro tempo, dimessi a bizzarri attori nella spietata commedia umana.
Il comandate di questo reggimento è Alfredo, per i più intimi beffeggiatori Alfred, maturo esperto della ormai decaduta tradizione dell’essere “Un Metallaro” , fiero della sua ancora bruna chioma raccolta in fluente coda, che persiste dagli anni ottanta; i maligni sostengono che a quegli anni debba risalire l’ultimo lavaggio del suddetto strascico equino.
Ad Alfredo poco importa, scrolla le spalle, urla qualche imprecazione distratta qua e là e si compiace nel vedere oscillare il suo orgoglio di fronte allo specchio, dannandosi solo per l’avanzata dell’esercito in bianco, che minaccia sempre più lo scuro candore della sua criniera.
Già s’immagina tra qualche anno, una cascata di latte adesso sulla testa, ma avrà ancora la chitarra tra le mani, forse suonerà un po’ meno veloce, d’altronde sa che una vita di fraseggi suonati selvaggiamente lascia delle dita un po’ più lente, ma la passione no, quella non gliela toglierà nessuno, anche quando la sua musica non sarà più suonata, avrà sempre i suoi cari dischi, che continueranno a intonare le melodie della sua vita.
A fare da secondo al nostro generale è Luciano, per sua stessa definizione “ Un hippie stanco”, che grazie alla sua peculiare abilità di dimenticare e confondere quei pochi ordini dei clienti che riceve, è da tutti considerato l’indiziato numero uno per il crimine di “Imbiancamento precoce di capigliatura ai danni di superiore”.
Nonostante il grave reato è venerato da tutti come massimo esperto di musica progressiva, dote riconosciutagli anche da Alfredo, durante i pochi intervalli tra un rimprovero e l’altro.
Il primo dei soldati semplici è l’artista Ariel, brillante stilista decaduto ormai da anni, tornato a vivere con la vecchia madre e con la sola compagnia dei suoi due amati cani.
Essendo artista fino in fondo, dice di disprezzare qualsiasi forma di relazione umana e che prima o poi se ne andrà, anche se ancora non si è capito bene dove.
Buon intenditore di Rock, cura morbosamente la sua sterminata collezione di vinili, provocando l’ira incontenibile del Dottore. Ad intervalli regolari sparisce per alcuni mesi, lasciando tutti nel totale disinteresse, ad eccezione di Alfredo, che durante una passata indagine scopre il suo vero nome, ovvero Paolo.
Il dottore citato poc’anzi è il giovane del reggimento, apostrofato in tal modo per il recente conseguimento della laurea e dell’entrata nell’oscuro mondo dei tirocini e delle specializzazioni.
Nonostante la giovane età vanta una buona conoscenza di gruppi musicali; il suo passatempo preferito è citare nomi di gruppi sconosciuti per lasciare tutti a bocca aperta, tranne il crudo amico Franco, che si diverte a ripetere il simpatico aforisma: “Il dottore che sa tutto, ma non conosce un cazzo”.
Franco è “Il vero uomo” del gruppo, panettiere di notte e cinefilo di giorno per qualche ora, prima di ritornare a casa e andarsene a dormire.
Questi dunque sono i nostri attori, commedianti per una mattinata, prima di andarsene tutti, chi per un sonno e chi per un cane.