Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “Il piatto” di Massimo Campoli

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

ECCO IL SUO PIATTO IN OMAGGIO PER I 20 EURO DI SPESA

mi dice la cassiera del supermercato infilandolo nella busta.

Ho comprato anche l’occorrente per una torta.

La preparo di pomeriggio e la porto ai signori Rossi del piano di sopra.

Li voglio ringraziare per avermi tenuto il cane per un paio di giorni.

E’ LA PRIMA VOLTA CHE MI SENTO GENTILE NEI LORO CONFRONTI.

Sono veramente antipatici, lui supponente e scontroso mentre

lei c’ha sempre la puzza sotto il naso.

CHISSA’ CHE COSA GLI HA PRESO LA SETTIMANA SCORSA.

Si sono offerti di tenere Argo fino al mio ritorno.

Sicuramente perché il mio vicino Giovanni gli ha detto che

lui ha già con sè Perseo, un soriano di 10 anni, grigio e grassoccio.

Prendo la ricetta su internet senza stare a riflettere se è buona.

DEVO SOLO RINGRAZIARLI E NULLA PIU’, POSSIBILMENTE SENZA AVVELENARLI !

Seguo la ricetta cercando di non commettere errori.

Viene fuori una torta veramente anonima.

A TALI PERSONE, TALI TORTE.

La tiro fuori dal forno pensando proprio a quel piatto avuto in omaggio.

Lo prendo e lo guardo più da vicino.

AMMAZZA QUANT’ E’ BRUTTO ‘STO PIATTO ORO E VERDE!

Lo metto sotto il dolce senza nemmeno lavarlo.

Copro la torta, salgo le scale e suono al campanello.

Da dietro la porta la padrona di casa mi chiede chi sono.

Apre e, con voce afona, mi ringrazia senza slancio.

Non speravo miglior congedo: senza ulteriori coinvolgimenti.

ORA, FINALMENTE, HO LA COSCIENZA A POSTO !

Passano diversi giorni senza incontrare la coppia.

Comincio a riflettere sul loro silenzio e sul fatto che ancora

non mi hanno riportato indietro il piatto.

Di solito viene restituito dopo la cortesia. Invece niente!

Qualche ipotesi circola nella mia mente.

IPOTESI UNO: LI HO AVVELENATI E I LORO CORPI MARCISCONO TRA I VERMI.

Comincio a controllare dallo spioncino le scale ogni volta che

sento rumori, ma nessuno dei due sale o scende.

L’ascensore, quello, non posso controllarlo purtroppo.

IPOTESI DUE: EXTRACOMUNITARI LI HANNO SEQUESTRATI E LI SEVIZIANO DA GIORNI.

Incontro Giovanni e chiedo notizie dei due maleducati ma

mi assicura che li vede tutti i giorni, come sempre.

IPOTESI TRE: LUI IMPAZZISCE, STRANGOLA LA MOGLIE E S’IMPICCA SUBITO DOPO.

Chiedo pure alla cassiera del supermercato notizie ma anche

lei conferma; tutto normale. Mi accorgo che comincia a salire in

me una rabbia incontrollabile.

VOGLIO RIAVERE QUEL PIATTO A CUI NON TENGO ASSOLUTAMENTE.

E’ sera. Esco di casa e piano piano salgo al piano superiore; appoggio

l’orecchio alla porta dei due: sento voci e risa. Quei bastardi, da quando hanno

in mano il mio piatto, se la godono; è la prima volta che li sento ridere.

ALLE MIE SPALLE, PER  GIUNTA! CHE MORISSERO ALL’ISTANTE!

E’ giorno quando li vedo da lontano rincasare ed entrare nel portone; urlo per cercare

di attirare la loro attenzione. Si voltano e mi vedono.

MA COSA FANNO ?! SI AFFRETTANO AD ENTRARE QUEI MALEDETTI!

Corro ed entro nel palazzo ma l’ascensore è già arrivato al loro piano.

La rabbia sale sempre di più.

PER LA SUA SPESA DI 20 EURO OGGI LE REGALIAMO UN COLTELLO DA FORMAGGIO.

Guardo la cassiera e le dico che a me il formaggio non piace. Lo metto in tasca.

A QUALCOSA MI SERVIRA’, PRIMA O POI.

Entro nel palazzo con le buste in mano ed il cane al guinzaglio,

guardo vicino all’ascensore e vedo che per terra ci sono ammucchiati

dei pezzetti di qualcosa verde ed oro; guardo meglio….

MA QUELLO E’ IL MIO PIATTO! IN MILLE PEZZI! ASSASSINI!

Il sangue mi sale al cervello, le mani cominciano a tremare

ed un unico pensiero mi assale: vendetta!

Argo mi guarda preoccupato: non mi ha mai visto così incazzato.

Sto per salire sù in casa, quando la porta dell’ascensore si apre.

ECCOLI, FINALMENTE!

La faccia dell’uomo diventa una maschera di terrore.

Piombo su di lui con gli occhi iniettati di sangue.

La moglie rientra dentro di corsa. Spingo nell’ascensore il marito,

mi chiudo la porta alle spalle e comincio la resa dei conti.

Pulito il coltello esco dall’ascensore ed incontro Giovanni che rincasa.

Mi guarda e dice che nel pomeriggio, lui che non vince mai niente, ha ricevuto per la

spesa al supermercato un piatto verde e oro.

POI GLI SCIVOLA DALLE MANI PROPRIO QUI DAVANTI E GLI SI ROMPE !

A quella notizia mi si annebbia la vista . Perdo i sensi.

Quando mi risveglio il mio compagno di cella, un algerino sui trent’anni,

cerca di confortarmi dicendomi di essere un pò

contento perché oggi in mensa passano . . . . LA TORTA!

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27 commenti »

  1. torta veramente anonima, qui si raggiungere il cumine delle perfidia umana, niente è al confronto l’omicidio, ricco di spunti umani e salti emozionali.

  2. Grazie Ulysse per il commento. Questa torta senz’anima infatti rappresenta la moneta con cui ripaghiamo rapporti ed affetti soffocati dalla quotidianità ed omologata routine.

  3. È la “torta più” che ti fa robusto e che ti porta all’esercizio dell ‘amata ultraviolenza , nell’ acrimonioso condominio del mondo …..complimenti 🙂

  4. Se vi piace tanto questa torta, giuro, se vinco, che renderò pubblica la ricetta. Grazie Mauro

  5. racconto interessante perche’ ci sono tutti gli elementi della alienazione da condominio…
    ma il cane (il povero Argo ) che fine avrà fatto ? io proporrei un seguito di questo racconto, con Argo al canile.

  6. E’ più probabile che aspetterà il suo Odisseo ritornare libero per poi morire serenamente…..

  7. un condominio che somiglia tanto al mio, senza l’ascensore però.
    Bel racconto, anche avvincente nonostante la brevità. complimenti 🙂

  8. bellissimo|||| tipico rapporto di vicinato….a parte gli scherzi, trovo che questo racconto sia scritto benissimo, diretto, sintetico, ilare nel suo esasperare un comportamento umano che incontriamo quotidianamente….complimenti davvero e attendo la ricetta e te lo dice una tua concorrente!!!

  9. Grazie Franni per i complimenti e mi dispiace molto per il tuo condominio; ma non potresti cambiare casa ?

  10. Caterina, i tuoi complimenti mi hanno emozionato soprattutto perchè vengono da una scrittrice così piena di pathos. Tanti auguri per i tuoi racconti.

  11. Bel racconto davvero! Proprio la classica vita di condominio, che però ti tiene sempre con il fiato sospeso fino alla conclusione. Tanti complimenti! 🙂

  12. Grazie Francesco per il tuo giudizio, Manderò la ricetta del dolce anche a te!

  13. Una piacevole sorpresa questo racconto, che mette a nudo la nostra anima noir. Complimenti Massimo!

  14. Stanze di vita quotidiane. Da cortometraggio.

  15. Sono contento Roberta per averti trasmesso qualche emozione con questo breve racconto.
    Molte grazie a Silvano per l’incoraggiamento.

  16. Uno spaccato della vita di un “normale” condominio, dove spicca il “disadattamento” del protagonista, forse frutto della tensione e delle oggettive difficoltà della vita di oggi. Attuale e davvero bello, complimenti Massimo.

  17. bello , di respiro corto, mi fa pensare ad un Olindo senza Rosa ! complimenti .

  18. Un racconto intenso basato su uno scambio di cortesie che sfocia in tragedia. A volte innamorarsi così tanto di un oggetto in particolare,
    ci fa perdere di vista la realtà. Quì subentra l’equivoco della rottura forse dolosa di un piatto però soltanto gemello all’originale.
    Che brutta fine per quel povero diavolo del signor Rossi!

  19. Essenziale e avvincente. Contiene tutti gli ingredienti necessari per catturare il lettore (mancano solo quelli della torta anonima)!

  20. alle volte bastano poche righe per dare il senso del racconto ed emozionarmi , farmi pensare e mettere in discussione le mie scelte quotidiane.
    tutti siamo in bilico fra una vera integrazione sociale e una latente anima razzista che esplode come un vulcano addormentato e rovina in un secondo tutte le parole ed il lavoro di anni d’allenamento dell’anima.
    in noi esiste il bene ed il male , noi siamo il bene ed il male , uomini quindi imperfetti , unici ma tremendamente uguali negli errori, capaci solo di piangere della nostra incapacita’ di cambiare d’avvero.
    bel racconto , BRAVO , CONCISO , SEMPLICEMENTE DISARMANTE.
    MASSIMO CAMPOLI lo psicologo del quotidiano !!!!!!!!!!!!!
    10++++ da un ex pasticcere,

  21. Il ritmo ben scanditoti porta a leggere il racconto d’un fiato e al finale spiazzante.
    Forse si poteva accentuare le caratteristiche del racconto non esplicitando fin
    dall’inizio la misantropia e l’atipatia radicale del protagonista, e sottolineare ancor di più lo sforzo
    nel fare la torta pur accompagnato dall’indifferenza. E proprio l’accoppiata tra l’indifferenza/antipatia da una parte
    e rabbia immotivata che monta, dall’altra che da la forza al racconto.

  22. Racconto alla Poe, anche se in stile umoristico. L’ho letto con vero piacere. Non mi convincono, però, due cose. 1: l’ipotesi n° 3. Come fanno i vicini ad essere morti se Giovanni li vese tutti i giorni? 2: non risolvi il motivo dell’allegria improvvisa dei vicini scorbutici.

  23. agile e veloce, mi piace, un finale quasi da clichè, bella prova

  24. Il corto sarebbe bello…ma visto che il protagonista un po’ razzista crede che gli extracomunitari seviziano la gente per giorni, ci starebbe bene che il compagno di cella algerino lo seviziasse per giorni 🙂

  25. Racconto originale. La conclusione penalizza il protagonista ma è ovvia, dato il temperamento del personaggio. L’esposizione è lineare, le situazioni e gli equivoci sono da “Corto”. Ti suggerisco un finale diverso, senza omicidio.
    Ciao.
    Emanuele

  26. Grazie Emanuele per il tuo commento.
    Quello che volevo rappresentare è, in generale, la SPROPORZIONE:
    come quando il senso di colpa di aver lasciato il suo fedele amico cane ad una perfetta coppia di antipatici e sconosciuti vicini di casa, lo porta non a prendere una torta già bella e fatta ma addirittura compra tutto al supermercato e perde tempo a farla;
    come quando, nonostante non abbia interesse del piatto, proprio la sua mancanza dia inizio alla furia omicida;
    come quando lui pensa che tutto e tutti lo deridono perchè preso in giro;
    come quando, nonostante non abbia interesse del piatto, arrivi ad uccidere;
    ed infine come quando in carcere, il suo compagno, nonostante il momento, pensa alla torta.
    Senza omicidio non ci sarebbe stata la sproporzione.

  27. Massimo, pur essendo il corto vincente un gran bel corto (soprattutto più realizzabile) sono molto molto contenta che il tuo lavoro sia comunque stato riconosciuto. Bravo!!!!

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