Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “L’incontro” di Valeria Colasanti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

Francesca apre il portone di casa. Drappi neri su ogni finestra, porta o fessura. Li getta via, infastidita e affranta.

In casa i fiori secchi; a terra, calpestati da cento scarpe. Pulisce ogni traccia di dolore.

Chiama suo marito, vuole essere fuori di lì il prima possibile.

Apre gli armadi, i cassetti. Mette via le maglie larghe e infeltrite di sua madre. Le lunghe gonne nere del lutto. Tocca alle foto, la giovinezza perduta, la felicità coniugale.

Francesca è severa nello sguardo, disillusa.

Mette via piatti e pentole. Il campanello suona. Francesca apre; una donna anziana aspetta dall’altra parte. Non le dà il tempo di parlare, presa dalle proprie parole la trascina dentro. È contenta che sia arrivata così presto; a sua madre avrebbe fatto piacere donare tutto alla parrocchia.

L’altra la segue silenziosa, addolorata si guarda intorno.

Francesca le consegna le posate, le tovaglie. Nello studio si sbarazza dei vecchi libri, delle tele senza valore. La donna segue tutto con dolore e meraviglia.

Tocca alla vecchia radio a valvole.

“Ci si poteva sentire Radio Londra durante la guerra, quando ero ragazzina.” Francesca ascolta la donna senza attenzione. Passa ai cassetti; pieni di documenti da buttare.

Uno non si apre, è chiuso a chiave. Francesca tenta di forzarlo.

La donna si allontana, dà un’occhiata in casa. Tutto sembra meraviglioso visto con i suoi occhi.

Francesca urla, non riesce ad aprire il cassetto. La donna torna da lei, sfila una forcina dalla treccia arrotolata sulla nuca. Si fa strada e forza la serratura.

Francesca è stupita, ma contenta. Tutto pur di andare via da quella casa.

Vecchie lettere; decine di buste ingiallite.

Francesca le getta a terra, una dopo l’altra. “Non è curiosa di leggerle?” le chiede la donna.

No, Francesca non è curiosa, sa sulla madre quello che basta. Anche più di quello che vorrebbe.

Mostra alla donna la stanza da letto. Prende le lenzuola, le coperte. La donna è emozionata, commossa.

Francesca è restia a credere che siano lacrime di gratitudine. La donna porge a Francesca una lettera, recuperata dal mucchio. “Leggila”, la invita. Francesca rifiuta, la prende e la getta via. Sa bene cosa c’è scritto, la conosce a memoria.

Una lettera d’amore, dall’amante di sua madre.

Francesca disfa i letti con furia. Getta tutto a terra. La donna si alza. “Forse ci sarà un tempo, o un giorno, in cui qualcuno sarà disposto a capire. A perdonarci.”

Francesca si volta, stupita. Riconosce quelle parole. Come può conoscerle quella donna?

L’altra sorride, inerme, sincera.

Francesca capisce. È lei l’amante.

Si siede sul letto, l’altra la segue, gentile. Francesca piange; quanti anni di odio passati ad evitare sua madre.

“Ci amavamo fin da ragazze.” La donna le spiega quell’amore, quell’amore mai accontentato. Francesca smette di piangere, si sente stupida, crudele.

La donna l’abbraccia, le chiede un favore.

Poter restare in quella stanza da sola.

Francesca se ne va, chiude la porta. La donna apre l’armadio, sceglie con cura un vestito. Lo depone sul letto. Si sdraia al suo fianco, l’abbraccia.

Francesca la spia dalla porta, si copre la bocca.

“Qualcuno alla fine ci ha capito!”

Francesca piange, si allontana dalla porta.

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6 commenti »

  1. Argomento coraggioso e testo per nulla banale. La protagonista sembra nascondere prima che a noi a se stessa la scomoda verità; che avverte e che fa fatica ad accettare.
    Bel racconto.

  2. Ti ringrazio Massimo. Sono d’accordo con te, la protagonista non ha voluto vedere la verità finché non ha bussato alla sua porta.

  3. L’idea mi piace, lo stile è molto asciutto e, forse, lo è per meglio rappresentare le emozioni della protagonista. Forse avrei indugiato un poco di più nel descrivere le sensazioni, il disagio, i ricordi magari abbozzati, il rancore e le spiegazioni mai date. Beh, in un certo senso c’è tutto questo, perchè in effetti lo immagino e quindi forse non sono necessarie altre parole. Comunque, mi piace. Brava.

  4. Grazie Silvia, ho cercato di evocare delle emozioni che potessero essere familiari per il lettore, lasciandolo però libero di “riempire” quegli spazi emotivi con i propri vissuti. Spero di esserci riuscita.

  5. Racconto efficace nel portarci a contatto con la delusione che Francesca deve aver provato per la mancanza di un dialogo sincero con la madre.
    Però ogni individuo, per quanto possiamo esserne parenti strettissimi, o amici intimi, avrà sempre una zona d’ombra fatta di qualche segreto che
    molto difficilmente ci svelerà. Molto emozionante il momento in cui Francesca scopre chi era l’amante di sua madre. Un racconto dalle forti sensazioni.

  6. Ti ringrazio Roberto, per il tuo commento, credo che le zone d’ombra siano quelle più interessanti da esplorare, in narrativa come nel cinema.

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