Premio Racconti nella Rete 2012 “Il Cavaliere” Pier Francesco Sica
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012
“Dai forza vieni che ti faccio il profilo”, insisté Federica.
“Finiscila, mi rifiuto”, le fece di rimando Cristiana.
Era da parecchio che Federica, alias caramella71, cercava di convincere l’amica a tuffarsi nel mondo virtuale delle chat.
“Non sai cosa ti perdi. Ti piace il nick del mio nuovo amico: “fitzchevalier”, non è fantastico?”
“Già, affascinante il personaggio – domandandosi se l’amica avesse mai letto la trilogia di Hobb – grazie, ma lo sai che preferisco un buon libro piuttosto”.
Un cicalio avvertì che era online, “Eccolo, eccolo, vieni dai. Mi scrive dei versi da vero poeta li devi leggere. Anche se, detto tra di noi, non sempre li capisco, ma suonano così bene…”
“Uffa, non c’è proprio niente da vedere. Basta, ti lascio ai tuoi giochi, ci sentiamo con calma”, disse Cristiana alzandosi dal divano e posando il telecomando.
“Che musona che sei, fatti sentire domani, però”, disse Federica in trance mentre si arricciava i capelli con gli occhi inchiodati al monitor.
Nonostante fossero grandi amiche, Cristiana non ne voleva sapere di farsi coinvolgere nelle sue avventure. Avevano caratteri opposti e un’idea completamente diversa della vita e dell’amore.
Un approccio romantico, dolcezza e qualcosa che non fosse solo un coinvolgimento di sesso. Che diamine, un uomo doveva, almeno, avere un po’ di cervello, si era sempre detta.
Non si ricordava quand’era l’ultima volta che si era sentita coinvolta.
Certo, aveva ragione Federica quando le diceva che avrebbe dovuto mettersi in gioco. Ma ognuno ha il suo carattere. E poi, non condivideva la disinvoltura con cui caramella71 navigava, e non solo in rete. Che diamine, lo sanno tutti che è pericoloso chattare, non sai chi c’è dall’altra parte e non è certo come guardare una persona negli occhi. “Sei sempre la solita paranoica”, le ripeteva.
Mentre era assorta in questi pensieri si ritrovò al supermercato.
Indugiava tra le corsie passando più volte davanti agli stessi scaffali.
Lanciava nel carrello quello che le pareva mancasse, mentre cercava di richiamare alla memoria quale fosse la caratteristica di Fitz personaggio nato dalla fantasia di Hobb.
Per quello che riusciva a rammentare, dopo tanto tempo, Fitz si era innamorato di Molly.
Certo, doveva essere un tipo fuori dal comune per aver scelto … come lo chiamava Federica ? – ah sì, nickname? – ispirato agli intrighi dei Lungavista.
In quel momento le parve di avvertire un disagio, un fastidio, forse, ma non sapeva a cosa attribuirlo.
Continuò a fare incetta di viveri come se stesse per suonare un allarme antiaereo, e la sensazione di prima si fece più forte.
Alzò la testa. E fu allora che incrociò il suo sguardo. Lei abbassò istintivamente il suo e si girò. Spinse avanti il carrello che aveva cominciato a farsi pesante e voltò l’angolo, posizionandosi in modo da scorgere quegli occhi di nuovo. Solo una piccola occhiata – che c’è di male, in fondo.
Niente, erano spariti. Sicuramente si era sbagliata. Eppure le era parso, seppure per un attimo, di essersi immersa nella profondità di occhi attenti.
Vagò ancora per i reparti trascinandosi alle casse.
Il pomeriggio successivo si trovò nuovamente a girovagare per lo stesso supermercato. Degli occhi nessuna traccia.
Ci pensò per tutta la settimana. Fantasticò perfino che quegli occhi avessero una voce. In realtà era quasi una musica. Una melodia.
Mentre sceglieva i cereali sentì ancora quella musica.
Si voltò e due tizzoni ardenti e scuri si tuffarono nel mare dei suoi.
Si fissarono per un istante corto quanto un’apnea. Sentiva il cuore battere in gola.
Quando riemerse l’unica cosa che percepì fu un energico “piacere Stefano”. Le parole uscirono sfuggendo al controllo della mente, quasi che quella voce le fosse estranea. “Piacere Cristiana”.
Avvertì il calore che la stava avvampando.
Una voce in lontananza.
Le parve che qualcuno pronunciasse il suo nome.
Si sentì afferrare la spalla destra.
“Non posso crederci, tu sei la Salvi, non ti ricordi di me? Vediamo se indovini primo banco sotto la finestra terza sezione B”, esordì il disturbatore in una posa fiera, mentre le continuava a scuotere il povero braccio. “Ronca, Giulio Ronca, beh…qualche chilo e qualche capello fa…”
Cristiana ignorandolo si liberò della presa e si voltò di scatto in tempo per vedere che il padrone di quegli occhi, che aveva tanto cercato, stava guadagnando l’uscita.
Avrebbe voluto correre e urlare. Ma non fece niente di tutto questo e rimase pietrificata, come anestetizzata. Spettatrice della sua immobilità.
Le ci vollero tre viaggi per portare in casa la spesa, mentre malediceva Ronca che poteva aspettare altri quindici anni per ricomparire.
Trovò diverse chiamate di Federica e subito si pentì di averla richiamata.
Caramella71 era un fiume in piena. Nemmeno le aveva chiesto come stava. Il tono della voce più alto del normale indicava il suo stato di euforia. In una frazione di secondo le aveva detto che Fitz, il “suo” cavaliere solitario, l’aveva invitata per martedì, un giorno non banale ovviamente. Mentre tra sé Cristiana pensò che magari era sposato e poteva solo in mezzo alla settimana, ma si trattenne dal dirglielo.
I giorni successivi Cristiana li trascorse al supermercato, ma della musica nessuna traccia, mentre Federica aveva passato in rassegna il centro estetico per i massaggi, il parrucchiere per colore e messe in pieghe, la lampada e maschere antirughe faidatè.
Cristiana non ne poteva più di sopportare Federica. Aveva preteso che andasse da lei per un consiglio “su cosa mettermi” aveva detto ed avevano finito per trascorrere la domenica davanti allo specchio.
Non se l’era sentita di raccontarle dell’incontro. E poi che cosa c’era da dire. Anzi Federica l’avrebbe certamente rimproverata, per non avergli lasciato almeno il telefono. Invece lei non sapeva niente del “suo” cavaliere. Solo che si chiamava Stefano e aveva due occhi scuri e penetranti.
Le serate mondane del lunedì alla lavanderia self-service scivolavano sempre piatte in compagnia di un buon libro o di qualche gioco enigmistico nonostante, secondo Federica, fosse un luogo di rimorchio perfetto.
Stava girando la pagina del best-seller che aveva appena iniziato, mentre aspettava che il bucato fosse pronto, quando quella sensazione si fece nuovamente sentire.
Continuava a leggere sempre la stessa riga e chiuse il libro.
Sentiva un fremito e non sapeva a cosa attribuirlo.
Fu percorsa come da una scossa, dalla punta dei piedi, lungo tutta la schiena fino alla punta dei capelli. Quando la pelle s’increspò, indossò il golfino, ma quella sensazione non era di freddo.
Si tirò sui tacchi e sentì il sapore delle parole di Stefano che la avvolgevano. “Ci incontriamo di nuovo”.
Vide l’immagine di sé riflessa nell’oblò di una lavatrice e si maledisse per non essere andata dal parrucchiere. Riuscì a balbettare solamente uno striminzito “Ciao”.
“È un piacere incrociare ancora i tuoi occhi blu”.
“Sei sparito”.
“ Mi dispiace, ma temevo di essere stato invadente. Vorrei rimediare, ti va un caffè ?
No non stava capitando proprio a lei.
Osservava, senza ascoltare, le labbra del suo interlocutore cercando di dire qualcosa che avesse un senso e non lo facesse fuggire un’altra volta.
Che signore. Un cavaliere d’altri tempi, pensò Cristiana. Educato, colto, distinto. Mai volgare. E certamente non doveva essere una forzatura come mostravano il blazer blu, i gemelli ai polsini e la camicia con le cifre. Poi non era di quei tipi che devono toccarti per forza per sottolineare ogni parola che dicono.
Stava ritto davanti a lei, in una postura perfetta, le mani nelle tasche della giacca aperta e le sorrideva.
Ecco, lui potrebbe essere il “mio” Fitz.
Si ritrovarono davanti ad una tazzina di caffè fumante. Lei che beveva solo tè. Il locale le girava intorno. “Spero di poterti vedere ancora, Cristiana, magari domani sera, che ne dici di una romantica pizza?”.
Una vibrazione avvertiva che era arrivato un messaggio.
Caramella71 ha scritto: “sono così eccitata di incontrarti domani, non sto nella pelle”.
Fitzchevalier: “non vedo l’ora di assaporare quel momento…lentamente”.
Sarà una serata impegnativa domani – disse tra sé Stefano –mentre sorrideva a Cristiana e accarezzava la fredda lama nella tasca sinistra dell’elegante blazer blu. Nobile, come il sangue.
Federica, Cristiana…due Donne..due modi diversi di approccio all’Amore! Dietro l’angolo c’è un “cavaliere” che …lentamente, assapora l’essenza di entrambe…
Complimenti Pier Francesco, sei riuscito a dar “vita” ai personaggi…percepisco le loro emozioni…pulsare nelle vene!
“Ciao”….Monica
Molto ben costruito. E’ addirittura spiazzante, parte come un racconto sulle conseguenze delle chat, diciamo dalle caratteristiche piscologiche e concordo con Monica Doni che le psicologie delle due donne sono ben tratteggiate pur nella brevità inevitabile. Ma poi devia decisamente verso il thriller. Ed è tutto basato sul rovesciamento, di come poi ciascuno di noi sa per certo cos’è meglio e sulla base di ciò giudichiamo gli altri. Il personaggio maschile – Giulio alias Stefano – è pericoloso anche per il lettore, lo induce a pensare. A mio avviso il punto snodale – il turning point per usare un termine in auge in narratologia è in questo paragrafo: – Caramella71 era un fiume in piena. Nemmeno le aveva chiesto come stava. Il tono della voce più alto del normale indicava il suo stato di euforia. In una frazione di secondo le aveva detto che Fitz, il “suo” cavaliere solitario, l’aveva invitata per martedì, un giorno non banale ovviamente. Mentre tra sé Cristiana pensò che magari era sposato e poteva solo in mezzo alla settimana, ma si trattenne dal dirglielo. Più che di turning point si potrebbe parlare di mise en abyme, di un gioco di rispecchiamenti.
Complimenti!
pasquale aka rubioalfaro
Più andavo avanti a leggere e più sentivo “protagonisti” nel racconto “gli occhi”…..occhi con voce, musica, melodia…è esattamente ciò che anche io ho sentito, pensato, incontrando determinati occhi… “Profondità di occhi attenti”…denota un’attenzione, rara, per i dettagli ed i particolari..
E’ percepibile la diversità dell’approccio al mondo dei sentimenti delle due donne, dei loro stati d’animo, delle loro sensazioni. Ma anche, la conoscenza del “cavaliere” del mondo femminile e la sua abilità nell’entrare in quel mondo e capirlo senza esserne invadente….
Poi il finale sul “cavaliere” elegante, nobile come il sangue…..degno di uno scrittore noir.
Pier Francesco, un vero piacere leggere il tuo racconto. A presto! Sara
La pericolosità della chat è ormai diventata un luogo comune, il pericolo non conosce luoghi comuni, vive tra noi, nascosto dietro modi eleganti, dietro un sorriso, dietro un nickname, dietro occhi profondi, dietro ogni angolo.
Due donne, due caratteri assolutamente diversi, due differenti modi di vivere la ricerca di quelle vibrazioni che danno un senso alla nostra esistenza, una disinvolta, l’altra timida, una attrice, l’altra passiva, ben dipinte con rapidi e brevi colpi di “penna”.
Due vite che si allontanano, due personaggi troppo diversi, ma che, quando meno te lo aspetti, si trovano improvvisamente a dover affrontare lo stesso angolo, che nasconde due occhi profondi, un sorriso … la morte.
Bravo Pier Francesco, ho vissuto le loro emozioni e porto dentro l’angoscia del male che, percorrendo strade diverse, corre loro incontro … ci corre incontro.
Veramente bello, mi è piaciuto molto…è pieno di sensazioni forti, soprattutto il modo in cui parli degli occhi. Bravo davvero!
letto subito. Il mio giudizio è il seguente: davvero ben scritto, scivola che è una meraviglia. Sembra che le parole siano state scelte alla perfezione per rappreserntare i fatti ed i sentimenti. Il loro uso perfettamente strumentale a rendere le emozioni, in particolare i momenti dell’incontro: parole secche come lame subito al bersaglio………………Bravo, in bocca al lupo…………..P.S. mi piace “spettatrice della sua immobilità”
Molto bello davvero. Il tuo modo di scrivere è diretto, chiaro e schietto; e allo stesso tempo permette a noi che leggiamo di partecipare e condividere le emozioni dei personaggi… Complimenti!! In bocca al lupo 🙂
bello bravo, è avvincente. il destino sembra colpire e punire tutte e due le ‘concezioni’ di amore, sia quella che appare come più spregiudicata che quella più conservatrice.
Sorprende come l’acuta introspezione sulle riflessioni “al femminile” sia stata cosi perfettamente scrutinata da un uomo che per quanto “di ultima generazione” – e cioè caratterizzato sia pure “all’insaputa” dalla figura materna, ha pur sempre i limiti di una sensibilità maschile e quindi per sua natura incapace di cogliere i messaggi spesso subliminali tra donne.
Moderna chiave di lettura dei fattori sentimentali “pseudosessuali” al femminile.
Complimenti Pierfrancesco
Racconto ben scritto. Complimenti!
mi è piaciuto veramente!!!
scritto molto bene
Il gran desiderio di vivere l amore unito al alla più grande paura di non poterlo avere e il lato oscuro scritto così delicatamente tanto da riuscire a sperare nel lieto fine…..geniale! Voglia di leggerne ancora
coinvolgente e convincete. storia strutturata alla perfezione e personaggi sviluppati bene. non posso dire altro, se non: complimenti!
Racconto preciso e sorvegliato ! Potente, lineare ed equilibrato. Viaggia come un treno su rotaie, senza deragliare. La ruvidità del tema sotteso non gli toglie grazia e la leggerezza pudica che lo pervade da inizio a fine, pur dura e premonitrice del peggio. Complimenti all’autore, che ha maneggiato bene corde non facili.
Alby
Accidenti, Pier Francesco, che persone… non personaggi ma persone: mi sembrava di vederle in carne e ossa davanti a me.
Peccato per l’uomo dalla gentilezza di facciata (o vera?) ma dalla cattiveria (o pazzia?) in agguato. C’è molto di vero 🙁
Veramente complimenti.
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto il mio racconto. Tutti quelli che l’hanno commentato e tutti coloro che con decine di email hanno manifestato il loro apprezzamento privatamente. Un grazie a tutti di cuore. Un grazie a questo splendido concorso e al suo Presidente Demetrio Brandi. Un grazie ai colleghi che hanno mantenuto il livello decisamente alto con racconti veramente ben scritti. Un grazie di cuore anche a tutti gli amici, che adesso non voglio citare pubblicamente perché non voglio fare torto a nessuno, ma che mi hanno anche consentito di arrivare a scrivere questo racconto, in alcuni casi perché hanno anche saputo sopportarmi.
Pier Francesco Sica
Interessante questo “spaccato” di “vite”… Inizio senza tanti preamboli… Eppure ci si immerge subito nel racconto. Ritmo incalzante…che fa stare con il fiato sospeso fino all’ ultimo istante… l’ho riletto più di una volta… Tanto volevo gustarmi dei dettagli che nella prima lettura , ansiosa di scorrere veloce e arrivare al finale, non avevo subito assaporato. Ed ognuna di queste letture ha offerto sfaccettature diverse dei personaggi. Tutto trasuda di emozioni. Finale a sorpresa, che lascia ancora più in suspance… Ma, anche se inaspettato, nello scorrere del racconto qualcosa di impercettibile e sottile presagisce un evento irrimediabile… Compllimenti Pier Francesco! davvero un gran bel racconto.
Credo, e spero, che questo sia solo l’ inizio. Congratulazioni ancora.
Giada
Una storia contemporanea, accattivante, raccontata con ritmo intenso, capace di accompagnare il lettore fino alla fine e di mantenere sempre viva la curiosità del dopo.
Non facile per un racconto! Complimenti!
Aurora
Sono davvero felice per il risultato raggiunto. E in questo devo senz’altro un tributo formatvo a Bottega Finzioni che mi ha insegnato a camminare. In particolare colgo l’occasione per salutare gli amici Giampiero Rigosi e Alfredo Colitto con cui ho avuto la fortuna lavorare gomito a gomito. Saluto Stefano Ferrio cui faccio un grande in bocca al lupo per il Bancarella Sport e la splendida Giulia Carcasi, che ho potuto conoscere nella loro grande umanità avendo avuto l’opportunità di presentare i loro libri. Un saluto e un ringraziamento speciale al mio alter ego Erika Giannini che è la mia vera anima.
Mentre leggevo questo racconto, mi apparivano “nel mio immaginario “ , le figure di queste due donne che seppur velocemente descritte appaiono nettamente raffigurate e reali e la figura di questo ”grande e misterioso cavaliere “ svolazzante tra le righe con il fascino dei suoi occhi così accattivanti che scrutano la protagonista per carpire i suoi sentimenti più reconditi, ma non solo, forse anche la sua vita. Bravissimo l’autore, complimenti, che riesce ad afferrare e trasmettere l’intimo mistero che esiste fra la dimensione dell’essere e la dimensione dell’apparire e ci invita a condividere questa sua scoperta e a partecipare al suo sogno creativo.
Un esperimento ben riuscito di scambio energetico fra autore e lettore che resta impresso nell’anima.
Oddio, Pierfrancesco…
certo che se Federica e Cristiana la ‘Trilogia’ l’avessero letta per davvero forse un piccolo sospetto gli sarebbe venuto – che so, un brivido che attraversasse loro la schiena e non fosse di puro piacere per avere incontrato gli occhi scuri del ‘Bastardo reale’.
Vabbe’… alla fine si prova empatia se non per la prontezza mentale delle ragazze per la ricerca che un po’ tutte noi femminucce condividiamo – quella dell’amore.
Una cerca quello forte, che ti sconvolge e di dà emozioni – l’altra quello romantico (ma i Principi Azzurri esistono ancora?…).
Peccato che nessuna delle due amiche abbia ancora modo d’immaginare che un triste destino – un blazer blu e una lama lucente – finirà con accomunare con tutta probabilità, entrambe, e i loro ‘Fitzchevalier’.
Gran bel racconto dal ritmo incalzante, molto ben scritto e strutturato.
Oltretutto, estremamente attuale: i mezzi telematici oggi favoriscono la socializzazione in un senso e la de-personalizzazione dei rapporti dall’altro – tanto che non si è mai davvero sicuri di chi si ha davanti.
Un vecchio teorema sostiene che una persona non la si conosca mai – ma fino in fondo, per davvero.
Da una parte tendo a trovarmi d’accordo con questa affermazione. Dall’altra, credo che qualche volta – dopo opportuna selezione – sia sano e salutare fidarsi: diversamente, si finirebbe col rinchiudersi in sé stessi per il timore di esporsi e di venire feriti.
Ma se per paura di vivere finiamo col non-vivere, che vita viviamo?…
Ecco perché mi permetto di solidarizzare almeno un po’ con la tenera, incauta Cristiana e molto meno (per niente, addirittura) con la deliberata sfrontatezza di Federica: da donna di oggi dico che alla fine, di questi tempi, se ti butti nelle braccia del primo che incontri ‘chattando’, delle tre una: o sei stata teletrasportata nel 2012 dal medioevo attraverso un portale spazio-temporale, o sei decerebrata, oppure te la vai a cercare 🙂
Mi ripeto: gran bel racconto d’attualità, molto buono dal punto di vista tecnico e anche stilistico (diretto e incisivo, il tuo:ricorda nomi illustri del BelPaese ma anche d’oltreoceano).
Vittoria meritata.
Goditela.
A presto,
Nikki