Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “Il banco delle marmellate” di Cristina Coppo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Andare al mercato era sempre divertente per Bartolomeo. Un po’ perché si andava tutti e tre insieme, e mamma e papà almeno il sabato mattina non guardavano troppo l’orologio e avevano la pazienza di rispondere alle sue tante domande. Del resto, con tutti quei colori e quelle persone la voglia di conoscere diventava ogni volta enorme. “Mamma, perché quella signora grida di non perdere l’occasione della settimana?” ,  “Papà… ma quello là cos’è, si mangia?” Il mercato a sette anni, quando la fatica del lavoro e le regole del commercio non esistono ancora, può essere un mondo meraviglioso.

E poi a Bartolomeo piaceva tanto perché c’erano molte persone gentili con lui, che scherzavano sempre nel vederlo fare la spesa e scegliere zucchine e mele con mamma e papà. Tra vestiti, scarpe e cianfrusaglie di ogni tipo, infatti, a un certo punto si arrivava alla zona degli acquisti alimentari, dove i produttori di verdura, formaggi, carni e dolciumi predisponevano banchetti ricchi di profumi di stagione. Il suo preferito in assoluto era il banco delle marmellate, quello in cui i suoi genitori acquistavano ogni settimana la frutta ma dove, soprattutto, acquistavano intere cassette destinate a diventare marmellata. Poteva succedere in ogni stagione, che un sabato mattina si svegliassero dicendo che era il giorno giusto per preparare qualche barattolo di marmellata. E allora si tornava a casa con qualche chilo in più di frutta bella matura e pronta a finire nel pentolone.

La signora del banco delle marmellate, zia Lena, era la più simpatica di tutte. Ogni volta gli offriva una ciliegia, un grappolino d’uva, un’albicocca… e gli raccomandava di mangiare sempre tanta frutta che fa meglio delle merendine. O meglio, delle brioscies, come le chiamava lei. E poi era sempre gentile anche con i suoi genitori, li consigliava sull’acquisto della frutta, cercava per loro i pezzi migliori e faceva sempre un po’ si sconto, soprattutto in occasione dei grandi acquisti, quando si portavano a casa buona parte della frutta ormai molto matura.

Quel giorno si era deciso che era arrivato il momento giusto per fare scorta di barattoli con salsa di pera. Arricchita con un po’ di zenzero, diventava ottima da gustare soprattutto in estate, quando il gusto è già deliziato dai molti frutti di stagione ma si lascia volentieri stupire da un sapore più invernale. Arrivati al mercato, però, trovarono una piccola delusione: il posto del banco delle marmellate era vuoto. “Strano” dissero i suoi genitori “ma non importa: rimandiamo alla prossima settimana!”. Il sabato successivo, però, non trovarono nuovamente il banco e i genitori di Bartolomeo volevano quasi rivolgersi a uno di quelli vicini, ma lui insisteva perché solo quella frutta, diceva, era così magica da diventare marmellata. Alla terza settimana si dovettero arrendere: il posto era stato occupato da un altro venditore e anche il piccolo si rassegnò a prendere la frutta da un altro banco. Del resto, era già troppo tempo che a casa sua non si tiravano fuori i pentoloni e i lunghi mestoli di legno, e non si spargeva ovunque quel dolce profumo così rassicurante.

Il banco delle marmellate non tornò neanche nelle settimane successive. I venditori vicini non sapevano spiegare il perché dell’ormai prolungata assenza della signora, e la famiglia di Bartolomeo cominciava a preoccuparsi un pochino. Così, un giorno, la mamma decise di chiamare il numero riportato sui bigliettini solitamente disposti tra una cassetta e l’altra. Era un po’ intimidita, del resto non erano amici o familiari, ma si vedevano tutti i sabati e voleva essere sicura che non fosse successo nulla. E poi, magari, l’azienda agricola aveva semplicemente scelto di vendere in un altro mercato o con altri canali.
Al termine della telefonata, Bartolomeo si accorse subito che qualcosa non andava bene. La mamma aveva lo sguardo un po’ pensieroso e un po’ innervosito, come quando non è d’accordo con qualcosa. A lui però disse soltanto che zia Lena stava bene e lo salutava tanto, ma non sarebbe più tornata il sabato mattina a vendere la frutta. Li invitava però ad andare a trovarla, per conoscere di persona gli alberi su cui in ogni stagione cresceva la frutta che la sua famiglia aveva mangiato ogni giorno per tanto tempo. Bartolomeo intuì subito che era una di quelle situazioni in cui lo consideravano troppo piccolo per capire, oppure troppo piccolo per ricevere una brutta notizia, e che dietro a quella storia c’era qualcosa che non gli volevano dire: non rimaneva che aspettare il giorno in cui sarebbero andati in visita al frutteto. Finalmente quel giorno, una domenica, arrivò.

Fu un viaggio abbastanza veloce fino a un borgo di mezza montagna, lungo una valle poco distante dalla città. Bartolomeo ne fu un poco sorpreso, perché si era sempre immaginato che quella frutta dai poteri un po’ magici arrivasse da chissà quanto lontano. Non aveva mai pensato che il banco delle marmellate potesse vivere più vicino dei suoi nonni… per andare dai quali, invece, ogni volta il viaggio sembrava non finire mai. Il frutteto era molto grande e bello, anche se in parte era cintato con dei nastri e in lontananza si vedevano grandi macchinari per scavare che sembravano un po’ stonare tra quegli alberi. Zia Lena li accolse con un sorriso, una magnifica crostata di frutta e la proposta di una bella passeggiata, nel corso della quale Bartolomeo scoprì molte cose: le differenze tra i vari alberi, i cicli delle stagioni e il difficile lavoro di raccogliere i frutti. Poi venne il momento in cui zia Lena disse che voleva raccontargli una storia.

Una storia che partiva da lontano, in un tempo in cui nessuno di loro era ancora nato. I nonni di zia Lena vivevano in quella stessa casa, anche se ai tempi era un po’ più piccola e meno colorata, e vivevano coltivando i campi e allevando mucche. Era stato il loro figlio maggiore a destinare la maggior parte del terreno a frutteto, iniziando a vendere i prodotti in valle e poi, man mano, fino alla città. Ora, alla terza generazione, gli alberi erano rigogliosi e davano lavoro a tutta la famiglia: Zia Lena portava ogni settimana frutta di stagione in vari mercati, mentre i suoi figli si occupavano della distribuzione all’ingrosso. La valle in cui vivevano, però, stava subendo grandi cambiamenti: lo sviluppo del turismo portava beneficio per molti, ma richiedeva strutture sempre più efficienti per accogliere le persone. Così si era deciso di costruire una nuova grande strada, in cui le auto potessero andare veloci e arrivare prima a destinazione. In realtà tutti i paesi erano ben collegati fra loro, ma con strade che imponevano dei ritmi troppo poco competitivi. Zia Lena non se ne dava pace: molti abitanti della valle avevano chiesto di ripensare il progetto, proponendo un piano di accoglienza turistica diverso, basato su agriturismi, buona cucina e tranquillità. Purtroppo non era servito a nulla e i lavori per la nuova strada erano iniziati.

Bartolomeo aveva le idee sempre più confuse. Perché zia Lena non era contenta dell’arrivo di tante nuove persone? Anche loro avrebbero potuto comprare la dolcissima frutta dei suoi alberi! “Ma perché” chiese allora “non ci sei più il sabato al mercato?” Gli occhi della donna diventarono tristi nello spiegare al bambino che il frutteto della sua famiglia si trovava proprio lungo il percorso su cui sarebbe sorta la strada, e che quindi a breve sarebbe stato distrutto per far posto ai lavori. Così lei non si allontanava più da casa, perché voleva essere presente nel momento in cui sarebbero arrivati i primi operai. Si trattava di un’opera pubblica utile per tante persone, disse con poca convinzione, ed era considerata più importante dei problemi dei singoli.

“Ma anche la marmellata” urlò Bartolomeo quasi in lacrime “è importante e fa stare bene le persone!”

Loading

4 commenti »

  1. un racconto pieno di colori e profumi. mi è piaciuta l’atmosfera, resa senza appesantire le descrizioni e il modo in cui è affrontato un tema, quello della discrasia tra interessi individuali e collettivi, tra sviluppo turistico e preservazione del territorio, tra antico e nuovo: senza moralismi e dall’unico punto di vista possibile. quello di un bambino.

    antonello

  2. Ha due qualità : l’agilità di una narrazione senza compiacimenti -cosa piuttosto rara in una scrittrice presumibilmente giovane- e una squisita sensibilità tutta femminile per le cose che,a prima vista,non sembrano importanti.

  3. Il tuo racconto narra di un’attualità triste e, temo, in continuo deterioramento. Brava. Ottimo stile narrativo. Si legge d’un fiato e lascia un sapore dolce-amaro che ricorda le mie marmellate d’arancia. Complimenti e auguri!

  4. Quando la legge dello sviluppo e del progresso, porta la delusione e cancella la felicità di un bambino, che nei comportamenti dei genitori, si è afezzionato e ataccato, alle cose più semplici e genuine, come può essere per lui la marmellata , fatta con la salutare frutta della zia Lena. Ben descritti i luoghi e le situazioni del racconto. Brava e complimenti!

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.