Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “Tommaso White” di Alessia Cogliati

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Tommaso White, detto Timmy, era un ragazzino svedese di otto anni. Era di statura media ed aveva una corporatura piuttosto  esile. I suoi occhi guardavano sempre verso il basso e la sua  camminata era umile ed indecisa, il suo tono di voce era acuto e flebile, come per paura che qualcuno l’avesse potuto sentire. Si vestiva sempre con abiti molto leggeri, anche quando fuori nevicava. Il ragazzino arrivava quasi sempre in ritardo a  scuola perché  la sua famiglia era povera e non poteva permettersi una carrozza. Aveva l’abitudine di entrare in classe quatto quatto per non essere notato e di andarsi a sedere impacciatamene all’ultimo banco. Uno dei difetti di Timmy era la timidezza. Per lui rappresentava un peso che non riusciva a togliersi, forse perché non aveva alcun amico, oppure per le sue condizioni famigliari. Comunque non riusciva ad uscire da quell’enorme labirinto che lo costringeva da sempre nella sua riservatezza. Un giorno mi avvicinai a lui e vidi che, come sempre, non aveva nulla da mangiare così presi la mia merenda e la divisi con lui; da quel momento nacque un legame profondo tra noi due.

La mia famiglia mi proibiva di parlargli perché diceva che i nobili non frequentano persone come Tommaso. Qualche volta, quando i miei genitori dormivano, prendevo i ferri della mamma e facevo dei maglioncini per Timmy. Certo, non ero una sarta provetta ma Tommaso li apprezzava parecchio. Lo vedevo un po’ a disagio ad accettare i miei regali perché non poteva restituirmi il favore. Quindi, il giorno prima del mio compleanno, decise di vendere le sue cose più preziose al mercato del paese ricavando così un mucchietto di denaro con il quale comprò un nastro e delle perline per farne una collana, che mi diede il giorno dopo.

A scuola, notai che calzava scarpe rotte, vecchie e bucate, non aveva le calze e indossava dei pantaloncini corti. Il suo volto era bianco e dava l’idea di essere ghiacciato; con un fil di voce mi diede la collana, per me così preziosa e significativa da non essermela mai tolta. Gli misi la mia giacca e lo accompagnai in classe. Insieme eravamo una coppia affiatata, anzi, avevamo deciso che da adulti ci saremmo sposati.

Tommaso al suo compleanno non aveva mai ricevuto nemmeno degli auguri da nessuno. Sapeva, però, che quella volta sarebbe stato diverso ed in effetti lo fu. Avevo esagerato con il regalo, quindi, i miei genitori si erano accorti che nei loro portafogli mancavano parecchi soldi; io cercai di camuffare la realtà, ma non ci fu verso di convincerli. Lo stesso giorno mi dovetti trasferire in Norvegia e non lo vidi mai più.

Non riesco ancora a digerire la dura e fredda realtà ma soprattutto la mia colpa per la sua morte. Io fui l’unica a scoprire quello di cui tutti erano rimasti all’oscuro; il motivo del suo decesso era colpa mia. Da quando Timmy scoprì che mi ero trasferita, si chiuse in casa, rifiutandosi di mangiare e di bere, l’unico ricordo di felicità che gli era rimasto era la chitarra che gli avevo regalato; aveva capito il significato che volevo trasmettergli però, per la tristezza, si lasciò morire con il mio regalo stretto tra le braccia, come se per lui fosse stata la cosa più preziosa. Il suo sorriso, quel sorriso che si vede una volta sola nella vita, era quello di un amico vero e non me lo dimenticherò mai.

Il giorno che tornai in Svezia, scappai dalla carrozza, mi nascosi ed i miei genitori non riuscirono a stanarmi. Mi rifugiai nella casa dove aveva vissuto Timmy ed è lì che vidi la sua chitarra ancora appoggiata al suo letto che pareva attendermi. Tolsi la polvere e la strinsi a me tanto quasi da sentire il respiro di Timmy. Il dolore mi assalì e piansi a lungo disperatamente. Poi, ad un certo punto, un pensiero mi rincuorò; pensai che forse “Lassù” Timmy avesse superato la sua timidezza che era sempre stata un enorme peso nella sua vita terrena.

Spero di raggiungerlo presto per restare con lui per sempre, con il mio Tommaso White, detto Timmy.

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1 commento »

  1. volevo spiegare il motivo di questo argomento per far comprendere meglio al lettore il mio messaggio:
    volevo far capire che l’amicizia, l’amore non nasce dalla ricchezza o la povertà ma da dei sentimenti profondi e che non è assolutamente una cosa spagliata stare con persone “povere” anzi è una cosa da apprezzare!!!
    (spero ke vi piaccia il mio tema!! V lovvo by!!)

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