Premio Racconti nella Rete 2012 “La fessura” di Bettina Pontiggia
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Sul gommone siamo in tredici, incluso il capitano. Mi fa pensare ai giri turistici in pullman, ma stiamo facendo il giro dell’isola di Capraia.
La prima donna che sale insieme a noi sul gommone indossa dei bermuda kaki sbiaditi e sono sbiaditi anche i suoi occhi, i capelli, la pelle. E’ con un’amica simile a lei, pallida e dal naso lungo con alcuni grossi nei in viso. Hanno degli zainetti in nylon blu con la scritta pubblicitaria di un’agenzia di viaggi organizzati. Sono entrambe magrissime, sono sorelle di dolore.
Salgono anche gli altri turisti, ma io sono ormai ipnotizzata dalla magrezza delle due. Spero che presto si tolgano gli abiti e si mostrino in costume.
Il capitano parte . Il capitano è vestito da marinaio col cappello bianco e blu, il cordoncino con la conchiglia al collo e una maglia bianca con le maniche tagliate. Il suo collo, a partire dall’attaccatura del lobo dell’orecchio, è un complicato sistema di rughe profonde scolpite dal libeccio e dal sole.La sua pelle è abbronzatissima ma l’interno delle rughe è rimasto più chiaro. Me ne accorgo quando si volta e la pelle si tende un po’ mostrando le fessure .Mi fa battere forte il cuore.
Il ragazzo seduto alla mia sinistra ha il mignolo del piede che sembra un palloncino sgonfio.Non c’entra niente con il resto del piede che è abbastanza bello e regolare. Se ne distacca di una buona misura e sembra parte di un altro piede.
Intanto siamo in mezzo al mare che è blu e bellissimo, il capitano parla e ci chiede di indovinare le figure segrete formate dalle rocce: Dante, un turco, un gatto che si lava, un elefantino,una befana e un uomo disteso al sole. Le riconosco tutte al primo colpo, mi sento bravissima e rido fiera guardando Cristina. Poi c’è Teodoro dai capelli d’oro. Ha nove anni, è timido e bellissimo. Capelli lunghi biondo dorato e lieve abbronzatura. Si gratta, si sporge, guarda, non sta mai fermo. E’ un piccolo Dio vivo.
Arriviamo a Cala Rossa, il capitano si ferma e intorno al gommone arrivano centinaia di occhiate in cerca di cibo. Lui dice che ormai riconoscono il gommone e ci esorta a tuffarci fra loro che è bello. Ecco il momento. Ci spogliamo tutti. Mi tuffo tra i pesci con gli occhi aperti, non capisco niente e non vedo niente, tutto è blu a bollicine.
Riemergo e nuoto , risalgo sul gommone e ripartiamo.
Le due donne ora sono in costume. Io non riesco a distogliere lo sguardo dai loro piedi con le unghie smaltate di bianco perlato, poi salgo dalle gambe fino all’inguine depilato con cura. Di una delle due intuisco che la depilazione è totale dal modo in cui il costume bagnato aderisce in modo osceno alla fessura della vagina. A questo punto comincio a scattare foto delle loro gambe magre mentre sono distratte. Non posso farne a meno, devo farlo. Cerco di immaginare quando è stata l’ultima volta che un uomo è entrato dentro di loro divaricando quelle cosce ossute di bambina malata e che cosa deve aver provato. Mi viene in mente una rivista inglese che leggeva un amico di Sandra ospite a casa nostra in cui c’era un servizio sulla perversione di avere rapporti sessuali con anoressiche. Le foto erano atroci.
Il capitano parla e parla, bagni non ne possiamo più fare a causa dell’invasione di merduse, come le chiama lui.
Rientrando al porto ci fermiamo per fare la foto a un cormorano fermo su uno scoglio in controluce, io chiedo se è stato messo lì dalla Pro Loco . Il capitano ride. Non è burbero come sembrava all’inizio.
Mi commuovo di qualcosa , ma non so cos’è. Guardo la Cri e ridiamo. Come al solito abbiamo fame.