Premio Racconti per Corti 2012 “Pareti di pizzo nero” di Rita Dietrich
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012Una culotte nera di pizzo che scivola leggera come una farfalla su di un paio di gambe armoniose e sinuose.
Una donna con una cappotto scolorito e il mollettone fra i capelli che rientra a casa trascinandosi i pacchi della spesa.
Due mani snelle dalle unghie laccate di rosso che prendono un reggiseno di pizzo nero e lo appoggiano su di un grazioso seno a coppa di champagne.
Una schiena ricurva su di una scrivania di fronte ad un computer, coperta da una vestaglia dai volant consunti, e una mano con le pellicine mordicchiate che lentamente muove un mouse. Tutto intorno tanti scatoloni pieni di vestiti appallottolati.
Giulia, che ha sempre amato lo sfarzo, i ricami e i pizzi, è stata tradita e abbandonata da poco dal marito ed ora non le rimane altro che quegli odiosissimi sondaggi on line.
La sua vita scorre monotona e insignificante, tanto da consumarla sia nell’animo che nell’aspetto.
Ma una notte qualcosa cambia. Nello stesso suo pianerottolo, dirimpetto, viene ad abitare una ragazza, Viola, giovane, elegante e sicura di sé.
Essendo la camera da letto di Giulia confinante con quella della nuova vicina, da quella notte Giulia non ha più pace. Quasi tutte le sue noiosissime ore vengono disturbate dalle intense attività sessuali di Viola, scandite da un ricorrente sbattere di porta. La perplessità lascia posto ai sospetti, i sospetti alla certezza. Viola è una prostituta ad ore che si porta i clienti a casa. Giulia prova allora sdegno e va anche a lamentarsi sia con il portiere che con i carabinieri, affermando che è un’indecenza la presenza di quella donna in un palazzo rispettabile come il suo. Ma nessuno la prende in considerazione.
Intanto la presenza di Viola ha ormai trasformato la seppur triste quotidianità di Giulia in un inferno. Persino un tranquillo pomeriggio di burraco con le amiche diventa un incubo, costantemente interrotto da sospiri e mugolii, urla, orgasmi e sempre quello snervante sbattere di porta.
C’è solo una cosa che Giulia, ormai furente, può fare: vendicarsi. Collegandosi ad internet contatta diversi ristoranti che effettuano consegne a domicilio. Per un intero pomeriggio, a Viola vengono recapitate pile di pizze, pacchi, pacchetti e contenitori di polistirolo, disturbandola nella sua attività. Giulia, intanto, si gode la scena spiando dalla sua porta di casa.
Ma Viola non si lascia sopraffare e reagisce invitando uno dei ragazzi ad entrare in casa.
Giulia rimane ancora un’altra volta basita e delusa, ma dentro di lei cresce sempre di più il desiderio di rivalsa.
Verso sera, per sbaglio, suona alla porta di Giulia un uomo affascinante ed elegante. La donna rimane impietrita, ma per paura che quell’insistente bussare attiri attenzione, aprela porta. L’uomo, un po’ sorpreso nel vedere la sua vestaglia consunta, le porge ugualmente una rosa sfoggiando un magnifico sorriso. Giulia indecisa, guarda ripetutamente la rosa e l’uscio di Viola, e poi ancorala rosa. E’ tanto tempo che nessuno più si mostra interessato alla sua femminilità e ciò le fa oscillare istintivamente la sua porta fra le mani.
Poi nel pianerottolo finalmente ritorna la calma e nell’aria echeggiano melodiose note di un violino. Provengono dalla camera da letto di Viola, che comodamente seduta in una poltrona ergonomica si gode la musica. Ma forti cigolii di letto e un doppio ansimare che attraversano quelle pareti così sottili,la distraggono. Viola, lentamente allunga la mano con il telecomando, indirizza il braccio verso l’impianto e aumenta il volume.
sarei molto contenta se qualcuno potesse lasciarmi un commento. discorso del concorso a parte, penso ci sia sempre da imparare dagli altri. grazie. e in boca a lupo a tutti
L’idea mi piace, non ci sono dialoghi, solo immagini che parlano e penso possa funzionare per un corto. Brava.
Idea molto carina. Forse io ne cambierei in parte la scansione, ma è veramente molto carina. Penso a un corto muto, come dice Silvia, solo coi suoni e senza mugolii, in split screen e magari in bianco e nero e a colori (B/N le parti allegre con Viola, colori le parti tristi e noiose con Giulia). L’unico mugolio, di Giulia alla fine, emesso dalla rosa regalatale dall’uomo la quale, da bocciolo iniziale, durante l’amplesso si è dischiusa.
Se pensi che la mia sia una citazione del film di Mel Brooks con Marcel Marceau che pronuncia l’unica parola di tutto il film (e della sua carriera tout court, direi) hai azzeccato in pieno.
Grazie Silvia e Gianluca dell’apprezzamento. La cosa divertente è che per motivi di spazio e perchè mi sembra che non sia obbligatorio scrivendo un soggetto, i dialoghi li ho omessi, ma in realtà nel trattamento e nella sceneggiatura ci sarebbero. In ogni caso il fatto che le immagini già parlino da sole e sono sofficienti mi ha fatto piacere. Credo che ogni forma d’arte deve sempre lasciare libero spazio d’iinterpretazione e di veduta nel lettore o nello spettatore (inquesto caso lettori), e scoprire che qualcosa dove i dialoghi sarebbero previsti, funziona anche senza è un fatto veramente interessante. Rispecchia i diversi gusti delle persone. Mi è piaciuta particolarmente l’idea di regia di Gianluca di realizzare la parte relativa a Viola in b/n perchè lei non ha bisogno di colori e quella di Giulia con colori sbiaditi. Lo scambio, in realtà riassume scenicamente quello che intendevo mostrare fra le due donne. La loro differenza è nel modo di vivere le esperienze, non tanto nell tipo di esperienze stesse, tant’è che alla fine si avvicineranno di più di come erano partire. Ma gli stili rimarranno sempre diversi, così le motivazioni.
In ogni caso, scusatemi per il ritardo nella risposta, ma auguro a tutti buona fortuna, e chi volesse continuare la discussione è sempre il ben venuto, non tanto per mostrare le clikkate, quanto per un confronto costruttivo che è poi la parte più importante di qualsiasi competizione.
scusatemi, mi sono dimenticata di una cosa. ho cercato nell’elenco dei corti se per caso ci fossero alcuni vostri. Purtroppo di Silvia Tamarri non ne ho trovati, mentre di Gianluca, non avendo specificato il cognome ce ne sono almeno ! non è che mi potete dare indicazioni più precise per potervi leggere?
Cara Rita, io ho partecipato per la prima volta e con un solo racconto (Passiflora), niente corti. Chissà, magari l’anno prossimo, se riesco a inventare qualcosa che soddisfi me per primo: come ho detto in un altro post, scrivo prima di tutto per me, per chiarirmi delle idee o dei concetti, e non sempre ci riesco 🙁 Anzi, a ben vedere mi vengono più dubbi che prima.
Un corto simpatico , fluido e piacevole che tocca un argomento “piccante “senza scendere nel volgare , elemento ormai fin troppo comune a molti autori . I miei complimenti a Rita Dietrich , rimango in attesa di suoi nuovi racconti !
Rita,
soggetto accattivante, attuale, moderno.
Trama concisa e ben scritta – nello stile della vera e propria sceneggiatura.
La mancanza di dialoghi non mi disturba – le immagini sono colorite abbastanza da garantire la perfetta visualizzazione delle scene.
Esattamente come dovrebbe accadere in una sceneggiatura.
Brava. Ti auguro una gran fortuna.
Nikki
PS: Il ‘corto’ vincitore dello scorso anno, che ho visto anche realizzato, non era affatto più lungo del tuo, e altrettanto parco di dialoghi. Chissà che a cosa non ti sia di buon auspicio 🙂
Ciao Rita! Ho pubblicato 2 racconti quest’anno e li trovi nell’elenco dei racconti. Ma mi puoi cercare anche a questo indirizzo:
http://www.raccontinellarete.it/?author=668
Ciao
per Nikki
Ma na password più umana non me la potevo beccare? tutte le vonte entrare nellla piattaforma è una caccia (pigrizia di non aver neanche studiato ancora il modo per cambiarla).
sfoghetto a parte, ringrazio ancora per i giudizi positivi, a prescindere da tutto sono confortanti. Hai ragione Nikki nel dire che scrivere è sempre un esporsi, e per di più a differenza del giornalismo esponi te stessa, quello che hai dentro, e non solo tecnica (qualora ci debba essere). Certe volte mi hanno anche domandato se io mi identificavo in qualcuna delle due delle mie protagniste. Gli ho sgranato un po’ gli occhi! e mi sa che anche tu se ti facessero la stessa domanda faresti lo stesso visto che tratti di tre mostri. Sicuramente qualxosa di noi c’è, ma non credo che possa mai corrispondere ai personaggi, quanto nel complesso di tutta la storia.
complimenti per il tuo soggetto e in bocca al lupo.
Rita,
quando ti chiedono dell’immedesimazione, rispondi che ‘immedesimarsi si deve, sempre – o non si potrebbe scrivere. Ma identificarsi, quello mai’!….
Ci mancherebbe altro – capirai, comunque, che anche a me è capito l’intelligente di turno che poneva la domanda su come si possa scrivere di mostri se, in fondo, un po’ mostri non si 🙂
In bocca al lupo anche a te,
Nikki
molto bello e ben scritto 🙂
Grazie Valentina. mi sembra carino riuscire a leggere gli scritti di chi mi ha lasciato un commento e si è interessato al mio, ma per trovarti dovrei sapere se hai scritto un corto o un racconto, altrimenti rischio di cercare nella sezione sbagliata come ho già fatto.
un saluto
Veramente molto molto bello!!
Ha delle immagini reali e forti: ideali per la trasposizione in corto.
Un grande in bocca al lupo.
Linda