Racconti nella Rete 2009 “L’amore disperso” di Patrizia Colaianni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009E’ una notte burrascosa. Mi trovo sulla torre più alta del castello di Naro. Dietro di me, c’è un antro scavato nella roccia, dove vivo da sempre.
Speravo che avrei dormito su di un letto a baldacchino, invece mi sono accontentata di un tavolaccio di legno consunto dalle tarme e dal freddo.
Mi guardo attorno. Fuori c’è un mondo che mi aspetta, o meglio aspetta gli altri, perchè per me oramai…
C’è buio qui.
Non si vede quasi nulla. Stasera non c’è un’anima, per via della tempesta. Non ho nessuno da spaventare!
Sono sola, da quando sono morta in questa stanza segreta del mio castello. Mi hanno lasciata putrefare sul pavimento e neppure i corvi si sono avvicinati a me.
Nelle notti di tempesta, quando spero che il vento porti lontano la mia voce, lo chiamo.
– Bertrando – urlo, continuo così tutta la notte, ma non ho mai avuto risposta alcuna. Il mio cuore si tormenta ancora e sento l’alito di vita del mio amato soffiarmi sulle labbra, che lo invocano, urlando terribilmente nella speranza di un cenno, di una risposta. Non accade mai nulla; anzi, l’altra sera sono venuti dei signori. Un uomo sulla cinquantina, grassottello e pelato, con la moglie giovane, bionda e snella.
I loro vesiti erano chic e parlavano con accento francese. Probabilmente erano acquirenti; sì, perchè il castello è stato messo in vendita dagli avi di mio marito, che mal sopportano le mie urla di disperazione. Io cerco ancora il mio amore, nonostante sia qui rinchiusa, ridotta solo ad un fantasma che si vede e non si vede, a seconda della luna e delle stelle.
Mi chiamavano Giselda ed ero molto bella e amata da tutti, prima che mio marito, geloso del mio amore proibito per Bertrando, mi rinchiudesse nel castello. Sono morta di fame e di pazzia, eppure ancora spero di rivedere il mio amato.
Mio marito scomparve e il castello è diroccato e, ora, nessuno ci si avvicina più, nessuno lo vuole abitare.
Nessuno sopporta la mia presenza. Sono già morta e ho rinunciato all’amore, quante volte devo ancora morire?
Io ci tengo alla vita!