Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “Un posto tranquillo” di Patrizia Puleio

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

15 giugno

E’ tardi, quasi mezzanotte.

Sono stanca, ma avevo promesso che ti avrei scritto qualcosa ogni giorno, e non voglio mancare. Scrivo alla luce fioca di una lampadina cimiteriale, nella camerina di fianco a quella degli zii. Cerco di muovermi il meno possibile, perché al minimo movimento il materasso di crine (conosci le manie salutiste della Luci) fa un rumore tremendo. Siamo partiti alle quattro. Secondo P. saremmo dovuti arrivare in due ore, ma per il traffico che c’era ce ne abbiamo messe quasi cinque. In coda, fermi, e P. che s’innervosiva sempre più, lo sai com’è, e mi chiedeva se avevo fame, sete, sonno, e cambiava continuamente canale alla radio…dopo Genova ha deciso di uscire dall’autostrada, ma anche l’Aurelia era bloccata, insomma siamo arrivati che gli zii avevano già cenato.

Ci avevano lasciato due piatti di pasta. Fredda. Mentre masticava P. continuava a parlare. A me: “Mi raccomando, non far ammattire la zia, non fare il bagno dopo mangiato, non mangiare schifezze, anzi no, vanno bene anche le schifezze basta che mangi, ecc…” A lei: “Luci mi raccomando, fatti ubbidire, non servirla troppo, non farle fare il bagno dopo mangiato, non comprarle troppi gelati, anzi sì…” E allo zio: “Giò mi raccomando, attenzione con chi esce la bambina eh, non dargliele tutte vinte, niente uscite serali, niente bagno dopo mangiato…” Ha guardato anche il cane…ho temuto che volesse ricordare anche a lui di non fare il bagno dopo mangiato eccetera eccetera, ma Boy dormiva tranquillo e, almeno lui, se l’è scansata.

Poi, dopo il caffè, è ripartito. E io sono qui.

 

16 giugno

L’estate quest’anno tarda ad arrivare. Sono stata giù alla spiaggia, ma erano in pochi a fare il bagno, però era piacevole stare sdraiata in costume a prendere il sole. Poca gente, soprattutto bambini piccoli coi nonni. Luci e Giò non sono male, anzi sono fin troppo gentili, mi trattano un po’ come se fossi un vaso di cristallo che hanno paura di rompere. Vado, mi chiamano. E’ ora di cena: dovrò sforzarmi di mangiare qualcosa di più.

 

17 giugno

E invece oggi ha fatto caldo da morire. Primo bagno, e troppo sole…sono stanchissima.

 

18 giugno

Oggi pomeriggio sono andata in spiaggia, con Boy, per i sentierini che tagliano la strada principale, li ricordi? Adesso i gelsomini e i plumbago sono tutti fioriti, scendo con Boy che saltella felice tra queste nuvole  profumate che ci fanno ombra, tra i muretti da cui spunta la bouganvillea. Arrivo direttamente alla spiaggetta piccola dal sottopasso della ferrovia, faccio il bagno col cane che non ha il coraggio di seguirmi al largo ma salta e corre sulla riva, poi torno e mi sdraio e divido con lui il panino che mi prepara la Luci. Quando siamo asciutti torniamo su, pianino, è una bella salita, ma la facciamo volentieri. Poi in giardino ci facciamo tutti e due la doccia con la canna, Boy gioca, cerca di morderla, schizza acqua dappertutto.

 

 

19 giugno

Nella mia spiaggetta c’è pochissima gente. La mattina ci vanno le suore con i bambini della colonia, li posso vedere dalla mia finestra, ma al pomeriggio è quasi deserta, perfetta per me e Boy. C’è un tipo che mi intriga sai, un ragazzo abbronzato, scuro e con gli occhi chiari, uno slippino rosso. Arriva, stende l’asciugamano con cura, entra in acqua. Nuota in modo regolare, fino all’isolotto e ritorno, una, due, tre volte, sempre uguale. Poi esce, si stende e si mette a leggere un libro. Non alza nemmeno gli occhi, neppure quando Boy fa il suo show. Quando noi ce ne andiamo è ancora lì, immobile come una statua. Mah.

 

 

 

20 giugno

Stamattina ha chiamato P. Tra una settimana mi viene a riprendere e mi spedisce a Londra. Boh, se vuole spendere tutti quei soldi per il college, peggio per lui. Per me, qua o a Londra o a Timbuctu è lo proprio lo stesso.

Certo, compirò 15 anni lontano da casa. Lui dice che il viaggio è il mio regalo di compleanno, invece mi sa che l’ha fatto per non dover festeggiare, immagino che non ne abbia nessuna voglia. Povero P., a volte mi fa pena. A volte.

Oggi il ragazzo malmostoso ha attaccato bottone con una tipa, anzi, è lei che è andata a tampinarlo. E che tipa poi! Una che avrà l’età della zia Luci, che fa il bagno con una cuffia di plastica a fiori in testa…è andata a chiedergli se aveva da accendere. Lui ha tirato fuori dallo zainetto un accendino e le ha acceso la sigaretta, poi si sono messi a parlare. Figurati, una che potrebbe essere sua madre!

 

 

21 giugno

Oggi siamo stati a Nizza. Abbiamo passeggiato per le stradine strette della città vecchia, tra il mercato dei fiori e i venditori di spezie, biscotti, pesce, e poi abbiamo mangiato a un tavolino all’aperto nell’isola pedonale. Si stava bene, i francesi ci sanno fare coi clienti, e a me piace sentirli parlare anche se non capisco niente, mi piace la cadenza, la musicalità della lingua, e vedere tutte le facce che fanno. Giò mi ha voluto comprare a tutti i costi una maglietta di quelle un po’ pacchiane da turisti, e Luci un profumo di Grasse, alla rosa. Très chic!

 

22 giugno

Oggi spiaggia. Certo ne ha fatti di progressi la vecchia strega! Adesso i due fanno il bagno assieme, e poi si stendono vicini a prendere il sole. Io ho fatto correre Boy lanciando un legnetto, facendolo arrivare quasi sul loro asciugamano…il povero cane abbaiava e schizzava acqua ma loro non l’hanno degnato di un’occhiata. Quella tipa mi irrita, si vede lontano un miglio che è falsa, dalla punta delle unghie laccate al modo di ridere allusivo, mi dà talmente fastidio che domani mi cercherò un’altra spiaggia.

 

 

 

23 giugno

Mi sono ammalata. Ho cominciato con un po’ di mal di gola, poi tosse e adesso ho qualche linea di febbre…niente mare oggi. Boy mi guarda, triste, mi segue con gli occhi e poi guarda la porta, mi dispiace quasi più per lui che per me. Anche se devo ammettere che mi ero abituata al piacere della nostra passeggiata, al bagno e al sole sulla schiena col cane sdraiato felice accanto. Speriamo di riuscire a rifarlo, prima di ripartire.

 

 

24 giugno

Oggi ancora a casa, ma va già molto meglio, domani conto di uscire. La Luci mi ha imbottito di gocce pastiglie sciroppi. Ieri ho letto e soprattutto dormito. Oggi aiuto la Luci a sistemare gli armadi, sai che ho visto le vostre vecchie foto? Certo che vi somigliavate tantissimo, da giovani!

 

 

 

26 giugno

Lo so, ieri non ho scritto niente, ma è successo qualcosa che mi ha…ancora non riesco a trovare le parole. Ma voglio dirtelo, devo dirlo a qualcuno sennò scoppio. Non so come…comincerò dall’inizio.

E’ successo ieri, il secondo giorno che sono stata in casa. Era pomeriggio, tardi, le sette (lo so con certezza perché, dopo, ho guardato l’ora). Avevo finito di mettere a posto la mia camera, mi ero fatta la doccia e seduta alla finestra. Dall’alto potevo vedere la mia spiaggetta, solo un pezzetto, e poi il mare. Ho visto il ragazzo andare verso l’acqua, e la tipa seguirlo e prendergli la mano. Lui si è buttato in acqua, e lei dietro. Nuotava veloce verso il largo, senza fermarsi. Lei sempre dietro, più piano. Quando si è fermato, ho capito che hanno cominciato a parlare, poi a litigare, sempre in acqua. Lui sembrava veramente incazzato. Era una scena surreale. Loro erano piccoli, laggiù in basso, naturalmente non potevo sentire le parole, ma riuscivo a capire quel che succedeva. Poi lei si è girata verso la riva. Lui l’ha seguita, le ha messo una mano sulla testa, proprio sulla tremenda cuffia a fiori, e l’ha spinta sotto. Lei ha cercato di sfuggirgli, ma  lui la teneva sotto, sempre. L’ho vista dibattersi, per un po’. Poi, più niente. Non si è vista più.

Tutto questo in un silenzio di piombo. Il mare era tornato subito calmo.

Evidentemente a quell’ora sulla spiaggia non c’era nessuno. Lui, sempre nell’acqua, si è guardato intorno. E qui, ti giuro, mi è sembrato che mi VEDESSE. Ho intuito, più che vedere, i suoi occhi che guardavano tutto in giro e poi in alto, fino a posarsi su di me, sui miei occhi. So che era impossibile. Io ero ferma, immobile, nascosta da una tenda trasparente. Non poteva vedermi. Ma mi sono sentita ugualmente trafitta da quello sguardo. Poi, lentamente, è tornato verso riva, uscendo dal mio angolo visivo. Non ho visto più niente. Solo il mare, liscio, piatto e quasi bianco, più chiaro del cielo. Sono stata lì seduta per un po’, è venuto quasi buio. La Luci mi ha chiamato per cena. Meccanicamente ho mangiato il passato coi crostini, il formaggio, la macedonia. Poi ho vomitato tutto. Oggi sono stata a letto tutto il giorno. Non so se domani uscirò, adesso ho ancora un po’ di febbre, e dopodomani P. viene a prendermi. Improvvisamente ho una gran voglia di essere a Londra.

 

 

 

27 giugno

Non so se dirlo alla Luci o no. Oramai sono passati due giorni, domani parto e sono stata zitta fino ad ora. In paese nessuno parla di qualcosa di strano, possibile che nessuno si sia accorto di niente? Se parlo adesso magari penseranno che mi sono inventata tutto solo per attirare l’attenzione su di me, e va a finire che mi manderanno dallo psicologo non una volta alla settimana come prima ma tutti i giorni. E poi perché? Per una che mi stava pure antipatica? Magari ha nuotato sott’acqua ed è tornata a riva da un’altra parte. Non sono più tornata alla spiaggia, anzi stamattina sono andata con Boy in salita, fino alla cima della collina. Più di tutti mi mancherà Boy, sai.

…………

  

                      1 luglio

 

      Caro Paolo,

ti scrivo due righe per salutarti meglio, siete andati via così di corsa! Sono, siamo stati molto contenti, Giorgio ed io, di avere qui la bambina per questi pochi giorni! Avrei soltanto voluto che si aprisse un po’ di più, ma forse ci vuole tempo, certamente per lei, come del resto per te, è così difficile. Anche a me manca molto mia sorella, so che la bambina si confidava molto con lei…qui ha parlato davvero pochissimo, ha letto e ha scritto molto, tiene un diario, mi ha detto, e scrive qualcosa ogni sera. Spero che in Inghilterra stia bene e si sia rimessa del tutto dai problemi di stomaco. Mi spiace che compia gli anni proprio quando è via, credo che tu in un certo senso l’abbia fatto apposta, so che non te la senti di festeggiare, ma che colpa ne ha lei se la sua mamma non c’è più? Scusa Paolo se ti parlo così , tu sei suo padre e fai del tuo meglio, ma credo di essere anch’io parte in causa, sono sua zia e sai quanto le voglio bene, e poi di persona non riesco mai a parlarti seriamente. Noi vi pensiamo sempre, e restiamo qui per tutta l’estate. Avrai di certo letto o sentito che qui sono annegate due donne in meno di un mese, ma sono state due disgrazie dovute all’imprudenza, questo rimane un posto tranquillo e sicuro, e se vorrai mandarci la bambina quando torna, noi ne saremo felici( e anche Boy, dille!) 

      ti abbraccio   

                        Luciana

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