Racconti nella Rete 2009 “La locanda del cuococioccolato” di Nicoletta Solinas
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009Tanto tempo fa mi capitò di fuggire in una locanda sperduta fra le campagne del Nord, ai confini con la realtà. E’ lì che ho bevuto il vino più buono del mondo, sincero, corposo ma non pesante, servito in grosse tazze da caffelatte, accompagnato da salumi casalinghi e pane fatto in casa.
Non ricordo il nome né di quella locanda né di quel nettare inebriante, e a dire la verità non mi interessa neppure, poiché mi basta il ricordo di quel posto che ancora, quando ci penso, mi riscalda il cuore e l’anima.
Di quella locanda invece ricordo molto bene il suo vecchio cuoco nel calore della grande cucina, un uomo dagli occhi stanchi, intensi e dalle mani ruvide come cartavetro. Come in un film scolorito dal tempo, rivedo quel vecchio chino sui fornelli, perennemente piazzato in quel suo regno fra odorosi vapori, da dove non usciva mai. Ricordo il tavolo di marmo sul quale troneggiavano pagine aperte, umide ed ingiallite di un manuale dal titolo “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” – antiche ricette senza tempo lasciate su quel piano da chissà quanti anni.
In un lungo pomeriggio piovoso e freddo il vecchio mi chiese di entrare nella sua cucina e di aiutarlo a cucinare, quindi mi porse un coltello ed un grosso pezzo di cioccolato scuro e rugoso. Col coltello, timidamente, iniziai ad intagliare il cioccolato come fosse legno e lentamente lo ridussi in scaglie fini. Il vecchio mi porse poi un bicchiere di quell’ottimo vino rosso e mi chiese quindi di rimescolare dentro la pentola mentre lui, con gesti quasi magici, vi versava il cioccolato. Mentre facevamo tutto questo mi accorsi che lui iniziò a parlare alla pentola, anzi a ciò che dentro vi ribolliva.
Già, stava proprio rivolgendo parole gentili al cibo che stava cucinando: “parlargli gli fa bene”…disse “lo aiuta ad essere più saporito” aggiunse. Così, fra fumi e profumi di buono, in quella locanda, un delizioso vecchietto parlava piano dentro le sue pentole, preparando un piatto a base di cinghiale al cioccolato fondente e vino.
In quella locanda ai confini della realtà quel canuto stregone dei mestoli quella stessa sera mi svelò il suo segreto. Mi raccontò che 200 anni prima era stato un pezzetto di cioccolato fondente.
Mi raccontò tutta la sua storia. Dapprima era un cioccolatino, poi un uovo di pasqua, poi finì in praline, cioccolata calda e fredda, gelato, sciroppi, liquori ed infine cacao sulla carne, sulla frutta e nel caffè.
Non ho mai capito perché mi concesse di conoscere il suo passato di vagabondo cioccolatino. Forse già sapeva che avrei creduto alle sue parole, come fossi anch’io una pentola seduta sui fornelli in attesa di conforto,della sua voce calma. E sapeva che lo avrei ascoltato in silenzio, senza fare domande.
Ed ora eccomi qui, a raccontarvi di quella locanda e del suo magico cuococioccolato. Ogni tanto mi capita di ritrovarmi a parlare al cibo che cucino come faceva lui, altre volte mi ritrovo ad affondare le mani nella polvere amara del cacao, e mi par di essere lì al suo fianco, nella sua locanda alla fine dei mondi .
Il ricordo è tutto ciò che mi resta, perché laggiù non saprei più arrivarci se non in sogno.
Sapete, tra me e quel vecchio rimarrà per sempre un legame forte, dolceamaro, pungente e un po’ peccaminoso. Puro come un pezzetto di cioccolato fondente. Sincero come un buon bicchiere di vino.
Il mio è un piccolo racconto sospeso tra sogno e realtà, una favola per tutti che racchiude dentro di sè il sapore di un ricordo, intenso, avvolgente e un pò magico…chissà, magari in qualche angolo alla fine dei mondi c’è qualcuno che, come me, alla Locanda del Cuococioccolato c’è davvero stato….
Nicoletta Solinas
Ciao Nicoletta,
ho risposto all’invito a visitare “La locanda del Cuococioccolato” che mia hai proposto al commento del mio racconto. Devo dirti che sono rimasto “scosso” dalla tua storia che sembra, in qualche modo, essere molto vicina a quella che ho raccontato. I veri protagonisti dei nostri racconti sono dei vecchi che ci indicano la strada da seguire e grazie ai quali non corriamo il rischio ci perderci. Entrambi i “nostri” vecchi trasmettono un calore particolare che, per chi lo percepisce, è AMORE. Mi è piaciuto davvero molto e penso che la tua non sia una favola ma per alcuni, forse i più fortunati, può essere realtà.
Complimenti ed in bocca al lupo.
Alessandro Colosimo (ZENONE)
Gentile Alessandro,
la mia curiosità nel chiederti di visitare la “Locanda del cuocociocclato” era proprio dettata dal fatto che anche io ho avuto le tue stesse impressioni su alcuni tratti in comune dei nostri due personaggi.
Ti ringrazio per essere entrato alla mia Locanda e per il bel commento dedicatogli.
Ancora in bocca al lupo a te.
Nicoletta
errata corrige: “dedicatole” (anche se effettivamente mi riferivo al racconto).