Premio Racconti nella Rete 2012 “Il segreto del sole” di Giovanni Orciuolo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Un fischio ruppe il pesante silenzio che era calato in quella stanza.
Sarah era sull’ orlo di una crisi di nervi. Ma, secondo lei, quella strana tavoletta piena di geroglifici antichi aveva un, seppur molto nascosto, significato.
Alzò lo sguardo da quella misteriosa tavoletta, ma si convinse che la prima priorità in quel momento non era il caffè, e riposò lo sguardo ad analizzare la tavoletta. Sarah non riusciva a distogliere dalla mente quel momento: la rapina del museo. Non si è capito come, ma lei era sicura che dalla tuta nera del rapinatore fosse caduta quella tavoletta.
-Tombola!- urlò Sarah, facendo quasi tremare i vetri – Il sole è simbolo di Osiride, la casa è la dimora e la moneta rappresenta un tesoro: “Nella dimora di Osiride è nascosto un tesoro.”!-.
L’ aveva tradotta, ma non aveva fatto grandi passi avanti: Osiride è un dio, quindi dove poteva avere dimora?
“In un tempio!” fu la risposta immediata di Sarah, e le balenò nella mente il grande tempio di Osiride al Cairo. Forse lì poteva trovare le risposte alle sue domande.
Il Cairo, Egitto, 2012
Sarah guardò con ammirazione l’ enorme tempio di Osiride. L’ ambiente era enorme quasi quanto l’ intero edificio. Le finestre erano in grado di far entrare i raggi del sole che andavano ad illuminare la statua enorme del Dio. Per guardarla bene, Sarah dovette socchiudere gli occhi. Chinandosi e guardando meglio, Sarah si accorse dei minuscoli geroglifici situati ai piedi della statua: duna, sole, occhio, moneta. Sarah riuscì a tradurlo senza problemi eccessivi: “Il tesoro è nascosto sotto una duna dove Osiride posa lo sguardo”. Ella non poté che pensare al famoso deserto del Sahara: ma lì ci sono migliaia e migliaia di dune. Qual’ era quella di cui parla il testo? Il sole è sempre a mezzogiorno, quindi a Sud. Avrebbe dovuto cercare nell’ area desertica a Sud. Ma come?
-Non vi preoccupate! Noi non conoscere bene vostra lingua, ma noi essere grandi esperti di cammelli! Vi accompagneremo per distesa arida desertica!- affermò una guida del posto assieme ad un altro suo compagno, entrambi con un appariscente turbante celeste per evitare le pericolose insolazioni desertiche. Messo uno anche a Sarah, partirono in groppa a tre cammelli.
Dopo due ore di sabbia, sabbia e ancora sempre e solo sabbia, si vide in lontananza una specie di “onda di sabbia” avvicinarsi sempre di più. Le guide, convinte che stesse per arrivare una tempesta di sabbia, si coprirono col turbante tutto il volto, in modo da essere riparati dai granelli di sabbia. Sarah, prima di seguire il loro consiglio, ebbe fortunatamente il tempo di scrutare la tempesta in prossimità.
-No, quella non è sabbia.- affermò Sarah – Quella tempesta in realtà è un orda di predoni delle sabbie! -. Sarah ci aveva già avuto a che fare molto tempo fa. Sono banditi nomadi cui interessa solo l’ oro. Sono spietati e senza cuore, non esiterebbero un solo istante a tagliare in due chiunque, ma hanno un punto debole: il fuoco. Infatti non l’ avevano mai visto prima e al solo sguardo, anche il capotribù fugge impaurito, seguito da tutta la tribù.
-Più in fretta, signora! Più in fretta!- esclamava la guida mentre Sarah cercava di accendere un fuoco su un piccolo bastoncino raccolto. I predoni si avvicinavano sempre di più. Erano arrivati.
Puntarono contro Sarah le loro lance affilate, ma lei, appena in tempo, incendiò il ramoscello e lo lanciò contro un arbusto secco lì vicino, che subito prese fuoco.
Il capotribù urlò di terrore e ordinò immediatamente la ritirata. Sarah lanciò un sospiro di sollievo.
-Venite a vedere, signora!- esclamò la guida mezz’ora dopo – Questo masso avere forma molto strana!-.
Sarah si accorse con stupore che la tavoletta entrava perfettamente nella rientranza del masso. Nell’ esatto momento in cui un raggio di sole ebbe colpito la tavoletta, essa si abbassò ed il masso esplose, lasciando una folata di polvere mista a sabbia, ma lasciando scoperto un enorme buco.
-Questa deve essere la porta della vera dimora di Osiride.- affermò contenta Sarah.
-Molto bene, signora, adesso lei portare noi a tesoro perduto o noi fare molto male a lei!- esclamò la guida sfoderando una pistola.
-Noi essere rapinatori museo. Sfortunatamente, in fuga con bottino, noi avere perso nostra preziosa tavoletta. – continuò l’ assistente.
-In fine di conti, lei porta noi a tesoro o noi uccidere voi!- affermò la guida, intimando Sarah a scendere senza fare molti scherzi.
Scese le scale, Sarah, sempre con le mani in alto e seguita dalle guide, percorse una galleria piena di geroglifici.
Finirono in un enorme stanza con al centro un forziere.
-Sapevo che ce l’ avreste fatta!- esclamò la guida, e la sua voce fece eco nella stanza.
Sarah, con molta cautela (ci poteva essere qualche trappola), si avvicinò allo scrigno, lo aprì lasciando fuoriuscire una nuvola di polvere. Improvvisamente, la parete di rocca venne sfondata da un enorme ragno peloso.
Approfittando dello spavento preso dalle due guide, Sarah eseguì una capriola all’ indietro. Atterrata, sferrò un calcio ben mirato al volto dell’ assistente, che cadde a terra. Sarah prese al volo la sua pistola e con un salto evitò la scarica di proiettili della pistola della guida. Piombò su di lui e prese anche la sua pistola, ma poi si accorse che il ragno gigante puntava a lei. Sarah cominciò a sparare all’ impazzata, ma nessuno dei proiettili andò a segno. Sarah si chiedeva come potesse esistere un ragno di quelle dimensioni. Il gigantesco aracnide lanciò un mare di ragnatele che Sarah schivò abilmente. I colpi attraversavano il corpo del ragno senza fargli un graffio. Sarah, in quel momento, si ricordò ciò che le avevano insegnato sulle tombe egizie: per difendere i preziosi, applicavano un gas allucinogeno. Sarah si convinse così che quella era una sua allucinazione provocata dal gas.
Seguendo questa convinzione, il ragno gigante scomparve.
Sarah si avvicinò di nuovo allo scrigno, che conteneva un diamante con su incisi molti geroglifici. Prima di afferrarlo, Sarah si ricordò che le trappole erano tarate sul peso dello scrigno. Appena fosse stato un po’ più leggero o un po’ più pesante, si sarebbero attivate le trappole. Così Sarah eseguì un veloce scambio di pesi: il diamante per una pistola. Sarah sperò vivamente, mentre eseguiva lo scambio, che la pistola fosse di peso uguale al diamante. Speranza vana. La pistola era troppo leggera e la trappola di attivò. La grotta iniziò a crollare e Sarah doveva fuggire al più presto, caricandosi le guide svenute. Mentre in soffitto crollava dietro di lei, Sarah con un salto uscì dal tempio nell’ esatto momento in cui l’ uscita si sbarrò.
Vide le due guide svenute e le balenò alla mente il ricordo della rapina. Erano tre. E le guide erano due. Mentre si ricordava questo piccolo particolare, Sarah si ritrovò un’ altra pistola puntata dietro la testa.
-Pardon, madamoiselle, datemi subito il tesoro!- esclamò l’ uomo con accento francese. Sarah lo riconobbe subito: era Pierre Dupont, un cacciatore di tesori senza scrupoli. Evidentemente, aveva organizzato lui il tutto.
-Sono, costernato, Madame, ma lei non mi serve più.- affermò Pierre. Sarah si abbassò ed evitò il colpo di pistola di Pierre. Sarah conosceva bene la dimistichezza con le armi di Pierre. Rialzandosi, si ritrovarono entrambi con la pistola puntata contro.
-Madame, fareste meglio a rinunciare. Sa benissimo che sono più veloce di lei!- consigliò Pierre a Sarah.
Lei saltò e affondò un calcio nella sabbia, perché Pierre lo schivo. Si chino di nuovo per schivare un altro proiettile ed esegui una capriola all’ indietro che termino dietro Pierre. Gli puntò la pistola, ma Pierre si voltò e sparò. Mentre il colpo fendeva l’ aria circostante, Sarah si abbassò e sparò dritto al piede di Pierre.
-Ahi! Que dolor!- urlò Pierre. Sarah fece appena in tempo a chiamare la polizia sulla ricetrasmittente.
Il Cairo, Egitto, 2012
Nella teca della stanza più grande del museo splendeva in tutta la sua bellezza il diamante di Osiride.
-Ed è qui che noi tutti siamo oggi per onorare il coraggio di …
Sarah Lovejoy, esperta di armi, arti marziali e geroglifici antichi.- disse il sindaco del Cairo, consegnando a Sarah una medaglia al merito. Tutto finì in uno scrosciare di applausi.
E così, l’ avventura di Sarah termina qui. Ma solo questa.
Dovete sapere che Sarah continuò a cercare tesori, ma tutte queste avventure verranno raccontate da altri, in seguito.
Per ora, possiamo mettere la parola …