Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “Thinking in the rain” di Alessandra Chiappori

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Passi. Silenziosi, felpati, passi. C’erano parole, note, volti… Era troppo per lui, il cuore andava a mille, doveva stare solo. Porta chiusa, luce spenta, la notte faceva capolino dalla finestra socchiusa, e poi la musica, la sua musica, buttato sul letto, stretto al cuscino che piano si bagnava di lacrime. No, basta! E così ha preso sciarpa e giacca, si è coperto bene ed è schizzato giù per le scale. On the road, a piedi. Senza una destinazione precisa: doveva solo uscire.

Ora sta camminando, a passi regolari che si succedono costanti uno dopo l’altro, lui, i suoi jeans e le scarpe da ginnastica che hanno vissuto mille avventure, mille emozioni. Non pensa a dove deve andare, cammina e basta. Imbocca strade che conosce già a memoria. È notte, e con la notte lui si confonde, ben calato dentro il suo giubbotto scuro, le mani, gelate, in tasca. L’aria è fredda, lo colpisce in faccia e gli fa lacrimare gli occhi. Perché sono qua, perché sto camminando senza meta? La cosa più strana e più bella è che sto bene, sono in pace, sento che questa passeggiata mi sta scaricando, la tensione perde calore. Passi, si ripetono senza perdere il ritmo. Cammina silenzioso per la strada deserta. I lampioni illuminano il percorso con il loro bagliore arancio sfuocato. La sua ombra, lunga e sottile, sembra seguirlo di nascosto. Certo, è strana questa situazione. Sono solo per strada, non sto andando da nessuna parte, cammino e basta. Mi dà forza sentire che le gambe si muovono, energiche. E questo vento invernale scuote le fiamme che ho nel cuore, nella testa. A vederlo da lontano sembra una romantica figura, un solitario, notturno e malinconico. Ma lui si sente davvero così. Solo lui può cogliere quello che gli esplode dentro, e solo lui è così delicatamente abile da esternarlo in una passeggiata.

Intorno c’è silenzio, qualche auto ogni tanto passa e lo immortala nel flash dei fari, interrompendo il flusso dei suoi pensieri viaggianti. Poi inizia. Pacata e silenziosa come i suoi passi. La pioggia. L’acqua scende giù e lava via lo sporco, fresca, tranquillizzante. Siamo io e le gocce. E non m’importa se non ho l’ombrello. Mi bagnerò e ne sarò contento, andrò avanti a camminare e godrò di questa città notturna accarezzata dalla pioggia. Vede le gocce che scendono oblique nella luce dei lampioni, calpesta una foglia umida per terra e si ricorda di una poesia di Baudelaire: l’acqua che dal cielo viene a chiuderci dietro le sbarre di una gabbia. Quel pensiero così forte e l’emozione intensa che ne deriva lo fanno sorridere. Sono un personaggio bizzarro, è vero…Ma in fondo in pochi si stanno godendo lo spettacolo di questa serata, e io invece sono qua fuori, e cammino in cerca di qualcosa. Qualcosa che forse ho già dentro.

I contrasti di luce e ombra sono suggestivi, anche i luoghi più familiari cambiano aspetto. E lui, con in mente la sua colonna sonora, cammina, a passi silenziosi. Poi un rumore familiare: passa un treno. Lui rallenta per osservare i vagoni che sfrecciano davanti ai suoi occhi. Guarda quegli scompartimenti illuminati, la gente sconosciuta che ora è in viaggio, mille storie, mille vite, mille città. Prova malinconia, voglia di fuggire, bisogno di affetto. Mi rendo conto di amare la mia strana vita, le mie abitudini, i miei amici, la mia città. Non lo so perché sono uscito e sono arrivato fino a qui, in spiaggia. C’è una lieve pioggerellina e l’odore di sabbia bagnata, i suoi pensieri cullati dal rumore della risacca notturna. Che ci faccio qui, solo? Sente freddo ora, il vento si è alzato, tutta l’emozione di prima è sfumata via, il suo incendio, dentro, si è spento. Sembra tutto così stupido e insensato… E, mentre lo pensa, si sofferma ancora un po’ sulla riva a contemplare quella sua improvvisamente inutile solitudine.

Passi. Silenziosi, felpati, passi. E poi una mano calda, che, sicura, stringe la sua.

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3 commenti »

  1. Accidenti che bello. Con rimandi letterari importanti. Il finale, poi, è molto ambiguo: speranza? amore? Chissà. Il personaggio mi ha ricordato una mia amica che cammina sotto la pioggia senza ombrello perché “tanto non sono di zucchero”. Bravissima.

  2. Bello, bastano poche parole per creare un’emozione.Complimenti.

  3. Mentre leggevo sono stato colto da un’improvvisa sensazione di euforia, come se potessi al tempo stesso immedesimarmi nell’autore e nel protagonista. Brava.
    Jean-Duc.

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