Premio Racconti per Corti 2012 “Una rosa rossa” di Giacinto Panella
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012È sera, Laura ha terminato il lavoro, chiude lo studio di commercialista dove è impiegata e si avvia spedita verso il parcheggio. A quarant’anni si ritiene fortunata: ha un lavoro che le piace, un appartamentino tutto suo e una piccola utilitaria. Per una single può bastare per condurre una vita tranquilla.
E invece la tranquillità l’ha smarrita da tempo. È così che affretta i passi, non si guarda neanche intorno, ha solo voglia di salire in macchina e partire.
L’asfalto scorre lento sotto le ruote, il traffico l’avvolge nella sua trama caotica. Semafori senza fine a ricordarle che la vita in città è regolata dai suoi colori. Non conta la fretta, non importa se hai paura e vorresti essere già a casa; il tuo destino viene deciso dal rosso e dal verde.
Fissa lo specchietto, ma non per civetteria femminile, non per guardare il suo volto attraente o gli occhi azzurri che le colleghe le invidiano. È alla ricerca di un incubo; non riesce a vederlo ma sa che è intorno a lei, da qualche parte la osserva, padrone di ogni pensiero. Sono mesi che la segue, che morde la sua vita e avvelena il suo tempo.
Verde: uno scatto fulmineo del motore, cercando di sfuggire al panico che sale. Pochi metri, battistrada fumante e la rabbia s’infrange ancora sul rosso. Nervosa, batte i pugni sul volante e poi d’improvviso lo specchietto si riempie di nero. Il compagno temuto e atteso è di nuovo dietro di lei, il suo bestione incollato alla piccola utilitaria. Tanto vicino da sentire un cuore in tumulto e vedere due occhi azzurri colmi di terrore.
Un altro verde, l’ultimo di oggi, e si riparte. Il suv è sempre dietro; a volte si allontana a volte sembra quasi sospingerla verso casa. È come un gioco nel quale lei è il giocattolo.
Il palazzo, per fortuna, è poco distante, entra con veemenza nel cortile e richiude subito il cancello. La sua ossessione è rimasta fuori e aspetta di vederla scomparire nell’androne.
Entra in casa col cuore in gola e serra porta e finestre. Di corsa in cucina per un bicchiere d’acqua, per mandare giù un po’ dell’ansia che l’attanaglia.
Apre il frigo, vorrebbe mangiare qualcosa ma ha come un senso di nausea. Intanto il telefono prende a squillare, lei si paralizza, non si avvicina nemmeno per rispondere, sa già che è “lui”.
Richiude allora il frigo, toglie le scarpe e si lascia cadere sfinita sul divano. Rimane qualche minuto con gli occhi chiusi, poi accende il televisore e lascia il telecomando per terra. Le voci intorno a lei sono un segnale di vita, la rassicurano. Passa del tempo, l’ansia svanisce e alla fine il sonno ha il sopravvento.
Quando riapre gli occhi è giorno fatto, si alza dal divano indolenzita e va in bagno a lavarsi. L’acqua fresca sul viso risveglia il corpo e la mente. Si guarda allo specchio, qualche ruga tradisce la stanchezza che non è riuscita a smaltire. Poi un brivido corre gelido lungo la sua schiena. Un pensiero sottile si fa strada lentamente: c’è silenzio in casa, troppo. Timorosa torna indietro, verso il televisore. È spento, il telecomando poggiato sul tavolo, accanto a una rosa rossa.
Davvero bello e avvincente. L’ho letto tutto d’un fiato…e non è stato così per altri racconti, qui pubblicati. Complimenti e auguri!
Intrigante. Direi adatto anche per un corto. Auguri Giacinto!
Pardon, non avevo visto che in effetti era nella sezione dei corti!
Complimenti!!
Molto bello. Complimenti davvro!
Ciao Giacinto, questo tuo “raccorto” rende molto bene il contrasto fra l’apparente tranquillità della vita della protagonista, e l’ansia che invece la assale dentro.
Grazie di cuore a Mirta, Donatella, Vjto, Alessandra e Rossella per i generosi commenti.
Ciao Giacinto, il tuo finale è “aperto” e mi lasci nella sorpresa e nell’attesa. Forse è meglio così? O no?
La rosa rossa non è la soluzione ma diventa il problema di un rapporto che si vuole mantenere a dispetto di tutto, a dispetto anche del rifiuto della donna che avrà le sue buone ragioni.
Prima della rosa rossa c’è da dare alla donna la garanzia della serenità e dell’accettazione della sua scelta.
Bisogna parlare della paura delle donne per la violenza dei loro ex e occorre far seguire provvedimenti restrittivi alle parole. L’uomo stia a duecento metri.
Racconto intrigante, spiace che sia rimasto in sordina tra i 71 racconti.
Ciao.
Emanuele.
Ciao Emanuele, grazie per i tuoi apprezzamenti.
Il problema dello stalking è di drammatica attualità. Nel racconto ho cercato di fotografare lo stato d’animo che accompagna le giornate di una vittima di tali soprusi. La presenza della rosa lascia volutamente aperti tutti gli scenari.
Forse ti farà piacere sapere che questo racconto, lievemente adattato, ha vinto lo scorso anno un concorso sul tema della “paura”.
Grazie di nuovo
Giacinto