Premio Racconti per Corti 2012 “Osso” di Filippo Cerri
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012C’è un enorme campo di grano. Elio, immobile nel centro, sorride guardando in terra.
Il nuovo millennio è appena iniziato, la tecnologia sta prendendo il sopravvento, la televisione è sempre meno educativa e più educatrice. Elio, Leonardo e Fabio passano le giornate nei campi fuori città, immaginando un mondo tutto loro. Per adesso i tre giovani resistono, ultimi reduci di un mondo ancora non contaminato, come fermi sul bordo di un baratro, poco prima di cadere.
Il trio ha costruito una “fortezza”, dove si ritrovano ogni tanto a immaginarsi diversi. Con un bastone in mano decidono che quei campi di grano sono un regno sconfinato. Una mattina senza scuola Leonardo ed Elio si dividono in esplorazione, Fabio resta nella fortezza. “Andate, vi raggiungo” dice, che anche se gli spazi dell’immaginazione sono infiniti, quelli di quei campi sono piuttosto limitati.
Elio si invola tra i campi di grano finché non si ferma affannando vistosamente, seguito da Leonardo. Si guarda intorno, scrutando oltre il campo, vede un qualcosa spuntare dal suolo.
Fabio sta facendo la punta ad un bastone, quando Elio e Leonardo tornano alla fortezza. Entusiasti, le loro facce sono sorridenti e si spalleggiano. Elio tira fuori dalla tasca un piccolo oggetto acuminato. Fabio lo guarda aggrottando le sopracciglia, poi capisce quello che Elio gli sta mostrando: un osso di dinosauro.
La scoperta è sensazionale, un piccolo reperto di un mondo ormai estinto capitato per caso nelle mani di tre ragazzini. “L’unica cosa da fare è seppellire il tesoro” sentenzia Elio. Il giorno dopo, nascondendo il tesoro dentro un vecchio portagioie della madre di Leonardo a forma di baule, come fossero pirati, si sbilanciano in una promessa d’amicizia a lungo termine, come si fa quando si ha tutta la vita davanti e tutto il tempo per venir smentiti.
Leonardo, Fabio ed Elio tornano a casa, come ogni giorno, alla fine dei giochi. La prima, in ordine di vicinanza, è la casa di Leonardo, sua madre è affacciata alla finestra che saluta. Leonardo apre il portone ed entra in casa, salutando a sua volta gli amici. Elio e Fabio passeggiano fino a casa di Elio. Elio apre la porta, si sente un vociare familiare che viene da dentro casa. I due amici si salutano. Fabio torna a casa da solo.
Il tempo passa. Elio è più che ventenne, ai suoi piedi si srotolano i campi di grano di una volta. In città ancora si mormora della scomparsa di Fabio, vediamo la sua foto su un foglio appeso ad un palo. Elio è in piedi dove tempo prima era stato espresso il giuramento di fratellanza, quasi una dichiarazione d’intenti. La terra che abbracciava lo scrigno del tesoro è smossa. Dentro il baule c’è ancora l’osso, ma c’è anche un biglietto. Sul biglietto poche parole: “Io mi ricordo ancora”. La firma è di Leonardo. “Non importa quanto siamo collegati, ancora non sappiamo comunicare, per questo delle volte la realtà ci colpisce come una meteora” sussurra Elio. Poi si volta, lasciandosi alle spalle il baule, con dentro il tesoro, il biglietto di Leonardo ed un altro foglio, con scritte le parole: “Ti sono vicino.”
Strano e pieno di sottintesi. Non male però
il tema del soggetto è molto carino 🙂