Premio Racconti nella Rete 2012 “Era ieri” di Felix Daemian
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Mi ritengo una delle persone più fortunate al mondo. Per un solo attimo, ho conosciuto l’amore, quel attimo per me e’ durato un’eternità.
E passato ormai più di un mese da quando ti ho visto per l’ultima volta. Mi chiedo spesso perché ritorni sempre nella mia mente, ogni maledetto giorno. Pensavo si trattasse di orgoglio maschile, il fato che stai con un’altro, ma ho capito che non e’ questo il motivo. Perché ti penso sempre con la stesa passione di quando ci vedevamo. E fa male. Tu come stai? Credo che sei bene, perché non staresti bene, alla fine mica hai perso qualcosa. Io non riesco a liberarmi la mente dalla tua presenza, se sono al lavoro, ti vedo in ogni angolo, se vado al bar, chiedo una chupa chups, se passo accanto alla palestra del primo piano sei li, se esco sul terrazzo e guardo verso il CDI, ti vedo sulla poltrona. No, non ho le allucinazioni, magari. Sento il telefono, c’è un messaggio, lo vado a leggere, non e’ tuo…you’ve got mail,ma non e’ tua. Salgo le scale,ti trovo lì,seduta con me davanti. Ho pensato perfino a vedere uno psicologo,chi sa? Poi ho incontrato una dottoressa che veniva in reparto quando lavoravo in ortopedia,faceva dei colloqui con chi doveva essere amputato. Ne abbiamo parlato per un paio d’ore,mi ha detto che ,passato il dolore arriva la pace poi. Io credo che ‘sti medici ,sono tutti pazzi. Cioè,quando mi passerà il dolore di averti persa,sarò in pace? E quando capiterà? E capiterà? E se no?
Forse, mi sono attaccato troppo a una cosa che non avevo e che desideravo così tanto da non potermene più liberare? Ho pensato anche a questo,certamente in modo soggettivo,visto che sono io ad analizzarmi C’è l’ho messa tutta,ho fato vari ragionamenti,sono arrivato sempre allo stesso risultato : ti amo. Mi conosco troppo bene,non ti ho mai guardata come “una botta e via”.Si,non trovo altra spiegazione. Il solo guardarti portava nel mio cuore una sensazione da tanto dimenticata,che dirti dei momenti in cui eravamo insieme. Ammetto,siamo di culture diverse,sono più vicino all’età di tua madre che dalla tua,non ti ho detto quasi nulla di me,ma quando ero con te,ero diverso ,tu mi facevi essere diverso,sciogliendo il ghiaccio intorno al mio cuore,mi rendevi molto diverso di come mi avevo autoimposto di essere tempo indietro. Chi sa,in un’altra vita,se sarò un cane abbandonato ,e tu amerai lo stesso i cani ,forse mi terrai con te e io potrò finalmente starti vicino. Spero tanto di non farmi sterilizzare! Ma perché quando ti ho vista per la prima,terza,quinta volta non era successo niente ? Cos’è stato di diverso in quel pomeriggio in cui ci siamo parlati per la prima volta?Quello sguardo che mi s’è conficcato nel cuore. Poi il primo bacio. Vedo il tuo viso che si avvicina al mio e capisco che sto per essere baciato,quell’attimo prima e’ una cosa stupenda. E la prima volta che abbiamo fato l’amore. Le tue parole. Avrei voluto tanto ballare con te. Almeno una volta. Ricordi quando ti ho detto “andiamo via un paio di giorni”? Tu hai paura di essere libera. Tanta gente vorrebbe fare delle cose , si spinge a darsi delle scadenze ma poi si ferma,non va avanti ,si compiace nel “dolce far niente” di ogni giorno. Lavoro,casa,esco con gli amici,porto fuori il cane,faccio la spesa… Comune. Nessun brivido. Nulla d’intenso. Piove. Sto in casa. Ma cosa c’entra se piove? Vieni fuori,alza la faccia verso il cielo,senti le gocce di pioggia sul viso,gira intorno a te stessa a occhi chiusi e braccia aperte,prova a non pensarci che ti bagnerai e di’ a te stessa “sono libera!”.
Ho rivisto ieri ” Mata Hari”. Il classico. Mi ha colpito un dialogo di cui mi era sfuggito il significato. Lui: “Non capisco,ieri notte avevi detto di amarmi”. Greta Garbo: “Ho detto così? Comunque,era ieri notte”. Hai ragione su tante cose,lo so. Potevo offrirti poco io,a parte il mio amore. Te l’avevo detto. Sembrava giusto dirlo. Non ho mai provato ad ingannarti. Hai ragione di non voler dividere il tuo uomo con un altra. Ti auguro di trovare quella persona.
Ancora oggi,quando vengo al lavoro,spero che tu sia lì ,ad aspettarmi nel parcheggio,nei tuoi collant neri che ti fanno sembrare più alta di quanto lo sei. Mi manca sentire l’odore della tua pelle. Mi mancano i tuoi baci. Mi manca il tuo”Ciao B!”. Mi manca vederti. Dio,quanto ti amo!
Tante volte sono voluto venire ad aspettare che uscissi dal lavoro,per guardarti da lontano,solo per vederti ancora una volta. Volevo andare a trovare il posto dove porti il cane a passeggio. A telefonarti per sentire la tua voce di nuovo. Non l’ho fato. Me l’hai chiesto tu di non farlo. Ma non passa un solo giorno a non volerlo fare. E’ difficile. Perché ti sto pensando ancora?
Devo lasciarti andare, dalla mia mente non dal mio cuore, altrimenti non ce la faccio. Ti auguro tutto il bene del mondo, miccia. Non dimenticare, non rifiutarti niente nella vita. Addio, amore
E passato ormai più di un mese da quando ti ho visto per l’ultima volta. Mi chiedo spesso perché ritorni sempre nella mia mente, ogni maledetto giorno. Pensavo si trattasse di orgoglio maschile, il fato che stai con un’altro, ma ho capito che non e’ questo il motivo. Perché ti penso sempre con la stesa passione di quando ci vedevamo. E fa male. Tu come stai? Credo che sei bene, perché non staresti bene, alla fine mica hai perso qualcosa. Io non riesco a liberarmi la mente dalla tua presenza, se sono al lavoro, ti vedo in ogni angolo, se vado al bar, chiedo una chupa chups, se passo accanto alla palestra del primo piano sei li, se esco sul terrazzo e guardo verso il CDI, ti vedo sulla poltrona. No, non ho le allucinazioni, magari. Sento il telefono, c’è un messaggio, lo vado a leggere, non e’ tuo…you’ve got mail,ma non e’ tua. Salgo le scale,ti trovo lì,seduta con me davanti. Ho pensato perfino a vedere uno psicologo,chi sa? Poi ho incontrato una dottoressa che veniva in reparto quando lavoravo in ortopedia,faceva dei colloqui con chi doveva essere amputato. Ne abbiamo parlato per un paio d’ore,mi ha detto che ,passato il dolore arriva la pace poi. Io credo che ‘sti medici ,sono tutti pazzi. Cioè,quando mi passerà il dolore di averti persa,sarò in pace? E quando capiterà? E capiterà? E se no?
Forse, mi sono attaccato troppo a una cosa che non avevo e che desideravo così tanto da non potermene più liberare? Ho pensato anche a questo,certamente in modo soggettivo,visto che sono io ad analizzarmi C’è l’ho messa tutta,ho fato vari ragionamenti,sono arrivato sempre allo stesso risultato : ti amo. Mi conosco troppo bene,non ti ho mai guardata come “una botta e via”.Si,non trovo altra spiegazione. Il solo guardarti portava nel mio cuore una sensazione da tanto dimenticata,che dirti dei momenti in cui eravamo insieme. Ammetto,siamo di culture diverse,sono più vicino all’età di tua madre che dalla tua,non ti ho detto quasi nulla di me,ma quando ero con te,ero diverso ,tu mi facevi essere diverso,sciogliendo il ghiaccio intorno al mio cuore,mi rendevi molto diverso di come mi avevo autoimposto di essere tempo indietro. Chi sa,in un’altra vita,se sarò un cane abbandonato ,e tu amerai lo stesso i cani ,forse mi terrai con te e io potrò finalmente starti vicino. Spero tanto di non farmi sterilizzare! Ma perché quando ti ho vista per la prima,terza,quinta volta non era successo niente ? Cos’è stato di diverso in quel pomeriggio in cui ci siamo parlati per la prima volta?Quello sguardo che mi s’è conficcato nel cuore. Poi il primo bacio. Vedo il tuo viso che si avvicina al mio e capisco che sto per essere baciato,quell’attimo prima e’ una cosa stupenda. E la prima volta che abbiamo fato l’amore. Le tue parole. Avrei voluto tanto ballare con te. Almeno una volta. Ricordi quando ti ho detto “andiamo via un paio di giorni”? Tu hai paura di essere libera. Tanta gente vorrebbe fare delle cose , si spinge a darsi delle scadenze ma poi si ferma,non va avanti ,si compiace nel “dolce far niente” di ogni giorno. Lavoro,casa,esco con gli amici,porto fuori il cane,faccio la spesa… Comune. Nessun brivido. Nulla d’intenso. Piove. Sto in casa. Ma cosa c’entra se piove? Vieni fuori,alza la faccia verso il cielo,senti le gocce di pioggia sul viso,gira intorno a te stessa a occhi chiusi e braccia aperte,prova a non pensarci che ti bagnerai e di’ a te stessa “sono libera!”.
Ho rivisto ieri ” Mata Hari”. Il classico. Mi ha colpito un dialogo di cui mi era sfuggito il significato. Lui: “Non capisco,ieri notte avevi detto di amarmi”. Greta Garbo: “Ho detto così? Comunque,era ieri notte”. Hai ragione su tante cose,lo so. Potevo offrirti poco io,a parte il mio amore. Te l’avevo detto. Sembrava giusto dirlo. Non ho mai provato ad ingannarti. Hai ragione di non voler dividere il tuo uomo con un altra. Ti auguro di trovare quella persona.
Ancora oggi,quando vengo al lavoro,spero che tu sia lì ,ad aspettarmi nel parcheggio,nei tuoi collant neri che ti fanno sembrare più alta di quanto lo sei. Mi manca sentire l’odore della tua pelle. Mi mancano i tuoi baci. Mi manca il tuo”Ciao B!”. Mi manca vederti. Dio,quanto ti amo!
Tante volte sono voluto venire ad aspettare che uscissi dal lavoro,per guardarti da lontano,solo per vederti ancora una volta. Volevo andare a trovare il posto dove porti il cane a passeggio. A telefonarti per sentire la tua voce di nuovo. Non l’ho fato. Me l’hai chiesto tu di non farlo. Ma non passa un solo giorno a non volerlo fare. E’ difficile. Perché ti sto pensando ancora?
Devo lasciarti andare, dalla mia mente non dal mio cuore, altrimenti non ce la faccio. Ti auguro tutto il bene del mondo, miccia. Non dimenticare, non rifiutarti niente nella vita. Addio, amore