Premio Racconti per Corti 2012 “In excelsis Deo” di Stefano Malpangotti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012Il tavolo vuoto di un obitorio al centro di una stanza senza finestre. Due sedie di legno poste accanto al tavolo, l’una di fronte all’altra, in modo che le due giovani donne che vi siedono, possano guardarsi in volto, avendo sempre la superficie del tavolo nell’orizzonte dello sguardo.
Donna 1 (in modo ingenuo)
Chi ha trafugato il cadavere di Dio?
Donna 2 (decisa)
L’angelo della morte.
Donna 1 (stupita)
Dove lo ha portato?
Donna 2 (angustiata)
Dall’altra parte delle cose, sulla riva del mare della dimenticanza.
Donna 1 (triste)
Lui avrebbe certamente meritato un’altra giustizia nell’universo.
Donna 2 (nostalgica)
L’universo avrebbe avuto altri meriti se si fosse incarnato nella Sua giustizia.
Donna 1 (convinta)
Ma Lui può risorgere come espressione più alta del suo talento.
Donna 2 (risentita)
Il talento è un dono, non un merito.
Donna 1 (comprensiva)
Certamente. Non dimenticare però che il talento non si sposa alla fortuna se non viene esercitato. Ecco perché ogni legge dell’universo è scolpita nell’ombra del caso.
Donna 2 (come colpita da un’intuizione improvvisa)
Come esercitare allora il talento della fortuna, se il caso ne determina il profilo?
Donna 1 (calma)
Tale questione è antica come il mondo. Nessuno, fino ad oggi, è riuscito a determinarne l’espressione in un pensiero mortale.
Donna 2 (rassegnata)
Io credo sia questa l’origine delle religioni.
Donna 1 (come a dissipare un dubbio)
Io credo invece che sia la fede ad originare nella religione ogni credenza.
Donna 2 (sconcertata)
Perché allora vogliamo essere immortali?
Donna 1 (come a contraddire)
Perché vogliamo immortalare l’essere.
Donna 2 (come ad implorare)
Nei secoli dei secoli?
Donna 1 (come a dare conferma)
Da sempre e per sempre.
Donna 2 (angosciata)
Ma forse tornerà.
Donna 1 (ironica)
Quando?
Donna 2 (innocentemente)
Domani.
Donna 1 (confidente)
Dove?
Donna 2 (placida)
Qui o in un altro luogo.
Donna 1 (ansiosa)
Ci nominerà?
Donna 2 (intrigante)
Invano.
Donna 1 (come a confortare)
Andiamo dunque?
Donna 2 (con affetto)
Andiamo pure.
Si alzano. Ma solo per scambiarsi di posto. La giovane donna 1 sulla sedia della giovane donna 2. E viceversa. Per rimanere poi immobili. Come l’eternità.
L’argomento è arduo, soprattutto se affrontato in un dialogo breve, anche se scritto molto bene e con un riuscito finale circolare. Lo immagino a teatro.
Andrfea Masotti
Caro Andrea, ti ringrazio per il gentile e generoso commento. Con sapienti movimenti di macchina e un montaggio a specchio, l’effetto teatrale della scrittura può essere annullato. La sfida consiste proprio nella rappresentazione del movimento dell’eternità (il tempo in Dio) in un movimento circolare (il tempo nell’esistenza dell’uomo), perché se l’uomo può scrivere su Dio, allora Dio è inscritto nell’uomo. Ma in che modo? E ancora: la scena rinvia alla deposizione? A quale movimento della deposizione nella storia dell’arte? Le due donne sono Maria e Maria di Magdala? Perché Giovanni è assente? Nel movimento circolare il simbolico femmineo ritorna ad Eva? Come vedi molte suggestioni. Ancora grazie per avermi dato la possibilità di rispondermi e un abbraccio a tutte e a tutti. In bocca al lupo!
Grazie a te per le delucidazioni. Rendo agli attori il testo, e al regista quello che è del deus ex machina. Tanto per rimanere in tema. Davvero originale, nell’ambito del concorso.
In bocca al lupo allora!
fa molto “teatro dell’assurdo” 🙂 molto originale comunque!! in bocca al lupo
Grazie di cuore, Valentina