Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2010 “La scatola di cartone” di Giuseppe Sanalitro

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

Ecco, finalmente può sigillare l’enorme scatola di cartone la cui preparazione gli è costata l’intera notte di sonno.

Non gli importa nemmeno che dalle imposte filtri già la luce dell’aurora, anzi! Gianni apre, perciò, la finestra della sua stanza e salta giù. Gli è stato sufficiente fare qualche taglio in un lato del contenitore, passare dentro della corda a mo’ di spallacci e, infine, indossarlo come uno zaino qualunque appena sulla strada.

Come tutte le chiese, anche quella del paese ha il suo campanile, che certo non risalta per altezza. Ma per Gianni, che lo ha scelto, basta per l’impresa. La mattina presto è il momento migliore per sperare d’infiltrarcisi all’interno senza essere notati, magari proprio attraverso lo stretto passaggio che il tempo ha creato tra le mura posteriori.

In verità, gli è difficile solo tirare dentro quella grande scatola. Ma, ad ogni modo, solo mezz’ora dopo essere uscito di casa, è già sulle scale della torre campanaria col suo carico sulla schiena.

Dal campanile riesce a godere, in una vista a trecentosessanta gradi, del suggestivo panorama intorno, dei tetti e delle vie dell’intero paese, della luce che dall’orizzonte s’allarga ad abbracciare quella mattina d’estate. Rimane così… a pensare perso nel vuoto più distante per un poco.

Mancano ancora venti minuti quando Gianni controlla l’ora sull’orologio da polso che ha indossato prima d’uscire. Undici minuti quando controlla la seconda volta, sette quella successiva. L’ultima in cui s’accerta manca ormai una manciata di secondi.

Alle sei in punto tappa le orecchie e, infallibile, la campana grande prende a scuotere il paese. Da quell’istante gli tocca, ormai, solo aspettare un’altra mezzora.

Un quarto d’ora è passato quando fissa nuovamente le lancette; c’è già qualcuno in giro nonostante sia un giorno di festa. Appena due minuti dopo torna ad accertarsi dell’ora. Lo fa ancora tre volte, quando mancano dieci, nove e otto minuti e mezzo. In pratica, finisce per seguire il cerchio che percorre la lancetta dei secondi fino a cinque minuti esatti dall’ora che aspetta, e ad ogni istante che passa il cuore batte ogni volta un poco più forte.

Apre la scatola quando restano da contare solo due minuti, così s’avvicina al bordo della cella campanaria per sporgersi meglio sulla piazza sottostante. Un minuto scarso rimane quando finalmente la vede spuntare da una stradina laterale; è puntualissima e lo sa bene Gianni.

Francesca arriva ad aprire il piccolo caffè del suo padrone, bellissima come sempre, e c’è già qualche cliente che l’aspetta all’entrata.

Adesso ha l’impressione che non ce la farà, proprio mentre sta per passargli sotto, allora che la vede sfilare a qualche metro soltanto dal campanile, e ne sente il profumo anche da così in alto.

«Ci siamo… non c’è rinuncia che valga mai quanto il suo contrario» gli riesce da sussurrare tra le labbra infine, mentre il cuore pare non poter più essere contenuto nel petto per il gesto che sta per realizzare.

Ecco, rovescia giù il contenuto della scatola, il ragazzo. La agita per essere certo che ne venga fuori tutto e, poi, guarda di sotto ormai in preda ad un’eccitazione incontrollabile. Sarebbe capace di chissà cosa!

Ma migliaia di fascette colorate ora volteggiano nell’aria, da lontano si direbbero fiori. Ricadono tutt’intorno alla giovane donna che, rimasta a bocca aperta, a quel punto inclina la testa nel tentativo di capire fissando verso il cielo coi suoi occhi chiari. Anche l’altra gente nella piazza è preda dello stupore.

Le dita di Francesca alla fine afferrano per forza un bigliettino e Gianni, in attesa della vita, se ne accorge che dopo avere letto lei lo guarda e si commuove.

Un milione di volte glielo ha scritto con la mano: Francesca io ti amo.

 

 

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18 commenti »

  1. Mi piace sia io stesso a lasciare un segno in calce a questa mia semplice storia. Giusto per tentare di riassumerne l’essenza… che so? suggerirei come traccia: un mattino qualunque che vuole diventare per sempre.

  2. Grande Peppe !!!! Delizioso, limpido, accattivante soggetto … di facile realizzazione.
    Nella mia mente ho già visto scorrere le immagini. Soprattutto mi affascina il volteggiare di un milione di volantini colorati, come una pioggia d’Amore che avvolge la rgazza. E parlare d’amore fa bene all’anima ………… In bocca al lupo !!!!

  3. Crepi, cara Carmela!
    Grazie moltissime, poi, per il commento generoso.
    Soprattutto sono felice che tu abbia già avuto modo di vedere il corto 🙂

  4. Ho aperto volentieri la tua bella scatola di cartone, che trovo deliziosa. E realizzabile in corto – a differenza di altri racconti che ho letto in questo concorso. Buona fortuna, e saluti a Piazza nella quale ho trascorso bei momenti lontani… anche se non mi sono arrampicato sul campanile della matrice!

  5. E’ già una gioia poter leggere nei commenti di un’eventuale trasposizione in corto del mio lavoro, è il complimento migliore se lo si rapporta alla sezione in cui si gareggia. Poi, è sempre il giudizio altrui a far crescere un autore. Dunque, grazie moltissime Camillo.

    N.B.
    In verità per la stesura della traccia non ho immaginato luoghi della mia città d’origine ma, piuttosto, un paesino come quelli che si trovavano stampati sui libri di letture delle scuole elementari, anche se il vissuto condiziona sempre la scrittura. Così ci si potrebbe trovare facilmente a salire su per il piccolo camapnile di San Giuseppe a Taormina, o in una delle pittoresche torri campanarie di Serravalle Pistoiese, o, ancora, altrove…
    Mi è piaciuta anche la possibilità che mi son dato di sostenere le scene con delle note create apposta al piano: la musica allarga sempre gli orizzonti. Ma questa è un’altra storia…

  6. Caro Giuseppe,
    innanzitutto grazie per la tua attenta valutazione di Blocco creativo ;la voglia di ritornare sui passaggi, il sapere che il soggetto prende e l’intreccio funziona conforta molto il mio cuore di autrice. Credo che quella che tu definisci eccessiva contestualizzazione sia dovuta alla mia inesperienza nello scrivere soggetti e, successivamente, nella trasposizione dal racconto originario- che ho sempre considerato adatto ad essere rappresentato- alla forma soggetto per corti.
    Ale ed io ti ringraziamo per l’apprezzamento e per la valutazione della sua pregnanza come personaggio.

    La scatola di cartone: molto visivo, fresco, estremamente adatto, forse tra i più, ad essere rappresentato. Mi sa che ti giochi proprio delle buone chances. Mi commuove e mi intriga quest’arioso inno all’effimera-ma tanto presente poi nel tempo- forza e bellezza della giovinezza.

  7. Molto bella l’ascesa nel campanile, davvero cinematografica e anche poetica. Ma non sarai tu l’artista che lancia le palline colorate nella fontana di Trevi ? Ciao e auguroni per il concorso.

  8. Siamo alle battute finali. Il compito della Giuria non sarà per niente facile. Ovviamente non si possono leggere tutti i racconti, ma ho voluto fare un’ultima carrellata spulciando qua e là. Ce ne sono di graziosi o forti, magari realizzabili,
    ma più di altri a me piace il tuo “bozzetto. Fresco, giovane , brillante, delicato … romanticamente semplice!
    Un affresco che con poche pennellate rende l’dea di un grande amore! Anacronistico ai giorni nostri? Forse, però è bene che “qualcuno”, oltretutto giovane, presenti il lato bello della “realtà”.
    Mi auguro che ai giurati faccia lo stesso effetto che ha fatto a me…. A risentirci per i commenti del “dopo concorso” Ciao
    E … vinca il migliore!

  9. Se l’avesse scritto una donna, sarebbe stato giudicato semplice e romantico, ma l’hai scritto tu, che sei un uomo, e risalta la dolce ingenuità di una storia breve, facile, molto sonora, molto paesana. Le pari opportunità non esistono! Ma sono contenta che gli uomini usurpino i nostri ruoli “stabiliti” se la dolcezza e l’ingenuità ritrovano il loro spazio naturale…

  10. Ma che dolcezza questo racconto…grazie!

  11. mi piace questo tuo semplice racconto con un finale poetico, evoca immagini alla Tornatore (ti ricordi il campanile in Nuovo Cinema Paradiso?) e, perché no, con un pizzico di suspence alla Hitchcock… (il campanile della Donna che visse due volte). In bocca al lupo !

  12. Imma – Già, quanta passione nelle intenzioni più giovani – ché, alla fine, di quelle bisogna comunque intendere; anche quando il tempo invecchia inesorabilmente i corpi. Grazie per il tuo passaggio anche in questa pagina e per credere così ampiamente nel mio piccolo lavoro.

    Andrea – In effetti ho visto una volta in tv quell’artista originale delle palline a Trinità dei Monti, c’è una certa similitudine nel taglio dei capelli :-))
    Mi piacerebbe – a chi no? – che parole come le tue potessero trovare conferma. Grazie davvero.

    Carmela – Cara amica, vinca il migliore. I vinti non potranno, ad ogni modo, dirsi peggiori 🙂

    Luisa – Credo che non sia peculiarità femminile la delicatezza come la forza non è caratteristica espressamente maschile.
    Probabilmente è anche vero che le pari opportunità sono ancore lontane a compiersi del tutto ma è anche vero che non è nettamente chiaro, riguardo ceri ambiti, chi deve ottenerne. Da quello che scrivi, dovrei essere io uomo a chiederne quella titolarità inerente la delicatezza alle donne.
    Mi piace, comunque, emerga dalle tue parole quello che più ho voluto comunicare: dolcezza, ingenuità, semplice sentimento. Sapere arrivato a destinazione un messaggio è già gratificazione smisurata. Grazie anche a te di cuore per il tempo speso.

    Sara – Grzie molte a te Sara, la dolcezza salverà il mondo… oltre ai palati naturalmente!

    Giacomo – Ho ritrovato più volte tra i commenti la parola poesia, mi fa felice anche questo. Quasi conferma la mia natura artistica – nasco legato al mondo dei versi, oltre che a quello musicale – senza che ne abbia mai lasciato intendere direttamente nelle riposte date.
    L’associazione a Tornatore è clamorosa… per meritarla, un giorno, avrò dovuto sudare davvero tanto. Ad oggi è meglio sorridere. Crepi, il lupo.

  13. Solo adesso ho avuto modo di leggere per bene questo soggetto. Lo trovo delicato e scritto in maniera elegante. Complimenti musicista-scrittore !

  14. Congratulazioni! La storia è veramente tenera, bella per la sua semplicità e meritava di vincere. Ancora Complimenti!

  15. Non c’è che dire, non potrebbe essere altrimenti: ci si sente speciali e baciati dalla sorte a ritrovarsi vincitori di questo Premio nato prestigioso.
    Non si poteva certo pensare nemmeno minimamente di venirne fuori in questa strepitosa maniera, soprattutto alla luce di tutti gli scritti validi che hanno animato la bella e ricca gara – “il vinto non potrà, ad ogni modo, dirsi mai peggiore del vincitore”, avevo già scritto giorni fa in calce alla mia storia.
    Sono estremamente felice, come raramente accade in vita, per l’occasione che mi si prospetta; del resto non capita tutti i giorni di vedersi prodotti in un cortometraggio ad opera di una scuola di cinema di chiara fama.
    Ho dovuto, così, per forza smorzare l’entusiasmo incontenibile delle prime ore dopo la comunicazione, aspettare qualche giorno prima di un commento che avrebbe tradito follia e monotonia nel ripetersi, magari, di una stessa parola come, per esempio, gioia.
    Ma non dev’esser passata del tutto quell’”insana” euforia sensazionale se ancora stasera mantengo il petto gonfio d’eccitazione. In effetti, neanche fossi una mongolfiera, devo trovarmi già in qualche cielo verso nord, slacciato da un pezzo da terra e pronto a respirare quanto di meglio troverò nell’aria toscana.
    Questo portale magico, i suoi fedeli e generosi utenti-scrittori – quanta abbondanza di piacere nelle loro parole per “La scatola di cartone”! –, sono il bruciatore necessario per l’autore aerostatico, l’energia per proseguire immancabilmente fino alla meta e, perché no?, anche oltre.

    Grazie moltissime a tutti quanti,
    Giuseppe Sanalitro

  16. Complimenti per la vittoria. Te la meriti davvero!

  17. Giuseppe ti ho conosciuto come fantastico pianista e ti scopro, con questa delicata storia d’amore, come splendido scrittore. Sarà un piacere rivederti a Palmi.

  18. Cara Maria, il tuo post mi ha riportato indietro di qualche anno nella rilettura di questa breve storia. Gianni e Francesca sono rimasti qui ad aspettare, innamorati uguali come sei anni fa.
    Grazie per le buone parole che hai speso. Sono molto contento della giornata che passeremo tutti insieme a Palmi. A presto.

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