Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Uscita di sicurezza” di Vittorio Volpi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Mi è capitato nei giorni scorsi di percorrere la sponda sebina. Giunto ad uno slargo ho pensato di farmi degli autoscatti con lo sfondo del lago e della cerchia dei monti, nell’aria nitida e assolata. La litoranea è una vecchia strada ora poco trafficata e calcolavo che nei brevi istanti che mi servivano per un autoscatto non sarebbe passato nessuno. Piazzo il cavalletto mi faccio tre o quattro foto. Poi mi cingo i fianchi con un salviettone.

Proprio in quel momento passa un’auto che decisamente si ferma. Ne scende un giovanotto con una macchina fotografica e mi chiede se può scattarmi delle foto. Gli dico senz’atro di sì (non so che cosa trovi in me di tanto speciale da essere immortalato). Visto il suo interesse, dico «Beh, allora…»  e mi sciolgo il salviettone. Sento l’otturatore che scatta a raffica. Io mi muovo, sto in posa, guardo nell’obiettivo. Quando penso che ne abbia scattate abbastanza, sempre nudo, mi avvicino e gli chiedo perché tutto questo interesse.

«Non si vedono tutti i giorni persone spogliate; e nude poi…»

E aggiunge che mi conosce, che si ricorda quando lo aiutavo nei compiti alle superiori; parla di come ora si senta un po’ rinchiuso nella situazione in cui si trova a vivere, stretto fra la famiglia, il lavoro, il capo, la fidanzata, i soldi, le mille cose che non riesce a capire, lo stress, i mille doveri… come fossero troppe cose cui badare tutte insieme. Capisco allora quale sia il motivo di tanto interesse: l’uscita di sicurezza che ha intravisto.

Mi chiede perché mi sono spogliato solo per fargli un piacere, ancora prima che ci riconoscessimo.

Parliamo per pochi minuti, con frasi chiare e semplici che vedo fan presa immediata.

Vedo che gli si spalancano gli occhi, gli cresce un entusiasmo, un’attrattiva, come gli si fossero aperti gli occhi su una realtà che nemmeno sospettava potesse esistere. Gli vedo spesso la fotocamera che gli trema nelle mani e non riesce a tener fisso lo sguardo su di me, non so se lo fa per riguardo, per non farmi sentire in imbarazzo, ma non credo. È talmente stordito che spesso le parole gli si inciampano in bocca. Scuote la testa, non perché non capisca, ma perché non riesce a capacitarsi perché non lo abbia capito sinora. Eppure sempre sorride, fra il divertito e il forte imbarazzo, l’emozione travolgente.

«Ma a te non fa proprio niente?»

«No, proprio niente. Capisco che vedere qualcuno nudo in giro sia uno spettacolo molto raro, ma capiterà sempre più spesso. È troppo facile, troppo bello.»

«Va bene. Adesso devo andare. Grazie di tutto, delle foto e delle parole. Ci vediamo senz’altro. Ne ho per un po’».

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