Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Mille e uno Giobini avventure“ di Giovanna Vigilanti (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

PREFAZIONE – L’EVOLUZIONE DEI GIOBINI

Moltissime ere geologiche fa, nella preistorica Isola di Pietra, vivevano i Prestogiobini, Giobini preistorici, lontani parenti di quelli moderni. Infatti, sebbene dei Giobini se ne parli solo in tempi recenti, ben più antiche sono le loro origini.

I Prestogiobini abitavano su un’isola davvero speciale, dove accadevano cose che mai si potranno leggere nei libri di storia.

Qui i Prestogiobini dovevano essere molto coraggiosi, perché mille erano i pericoli che li minacciavano ogni giorno: terremoti, eruzioni vulcaniche, meteoriti ed anche strani dinosauri.

Questi Giobini preistorici affrontavano tutto con grande animo, sebbene fossero molto piccoli in confronto a quegli enormi animali e all’immense forze della natura.

L’isola di Pietra non era l’unica isola che esisteva, ma ve n’erano ben altre cinque: l’Isola di Fuoco, chiamata anche Isola Calorifera, dove si trovavano enormi vulcani che eruttavano e da cui uscivano palle incandescenti, l’Isola dell’Acqua, chiamata anche Isola della Laguna, l’Isola del Paiolo o Isola di Bronzo, l’Isola Ventosa o Isola degli Uragani ed infine l’isola Metallifera, dove si trovavano grandi montagne fatte di ferro e di oro.

Queste isole erano speciali, perché spostarsi da una all’altra significava viaggiare nel tempo e i nostri Prestogiobini avevano imparato a sfruttare questa grande opportunità, vivendo mille e uno avventure emozionanti.

 

I PRESTOGIOBINI E IL BRONTOLOSAURO

Era una gelida mattina d’inverno sull’Isola di Pietra; tutti i sentieri erano ghiacciati e il vento soffiava, sollevando la neve che ricopriva le caverne del piccolo villaggio chiamato “Giardino di Pietra”.

Quest’isola era la prima abitata dai Prestogiobini e il loro villaggio si chiamava così perché tutto intorno crescevano enormi piante, che i Prestogiobini curavano abilmente, ma anche perché qui, ogni cosa, era fatta di pietra: le casette nelle grotte, gli utensili, i giornali e perfino i letti.

Come potete immaginare non era molto comodo dormire su giacigli di pietra e, per risolvere questo piccolo inconveniente, erano stati ricoperti da peli di mammut per renderli soffici e caldi.

I Prestogiobini avevano scelto proprio quella fredda mattina per dare una bella lezione al rumoroso Brontolosauro, che li disturbava quotidianamente, lagnandosi per il freddo pungente.

“Che freddo, etcì” diceva “questo non è un posto per un Brontolosauro freddoloso come me, etcì, mi ammalerò sicuramente se non troverò una soluzione! Oh povero me!”

Andava avanti così giorno e notte, lamentandosi per ogni cosa, invece di andare a caccia o di spaventare gli altri animali con i suoi denti aguzzi e gli occhi minacciosi.

I Prestogiobini, che non sopportavano più queste sue continue lamentele, decisero di andare a parlargli. Si diressero così verso la sua caverna, ma, più si avvicinavano, più i suoi lamenti diventavano insostenibili. Per raggiungere la tana del Brontolosauro, i Prestogiobini dovevano attraversare un lungo ponte sospeso, che permetteva di oltrepassare un grande fiume, le cui acque non ghiacciavano mai, ma erano comunque molto fredde. Si incamminarono e, appena arrivati sul ponte, ecco di nuovo i lamenti del Brontolosauro “Argh! Povero me” si lamentava così forte che tutto intorno il ghiaccio iniziò a tremare ed enormi blocchi iniziarono a staccarsi dalle alte pareti verticali, cadendo violentemente sul ponte, che iniziò a sgretolarsi sotto il suo stesso peso.

I Prestogiobini si ritrovarono in men che non si dica a navigare sul fiume Pietroso, sopra un’enorme zattera di ghiaccio che li stava portando alla deriva. A quel punto non era più possibile tornare indietro perché l’acqua era troppo fredda per poter nuotare, così si lasciarono trasportare dalla corrente.

Intanto le grida del Brontolosauro diventavano sempre più forti e i Prestogiobini capirono di essere ormai vicini alla meta.

Giunti sulla riva opposta si trovarono davanti ad un’enorme grotta.

“Deve essere la tana del Brontolosauro” dissero i Prestogiobini “le grida diventano sempre più forti”. Così, dopo essersi tenuti a debita distanza dalla porta della caverna, provarono a parlare con il Brontolosauro dicendo:

“Signor Brontolosauro siamo i Prestogiobini e siamo venuti a chiederle di smetterla con queste continue lamentele. Non riusciamo più a dormire e inoltre sono diventate davvero insopportabili!”

Udite queste parole, il Brontolosauro si avvicinò all’uscita della caverna e, senza farsi vedere e tremante dal freddo, rispose: “Mi dispiace, etcì, disturbarvi, etcì, ma ho tanto freddo e non so come riscaldarmi. Etcì! Oh, povero me, sono condannato a morire di freddo”.

Il Brontolosauro non voleva proprio saperne di smetterla, così i Prestogiobini decisero di allontanarsi dalla caverna per poter pensare più tranquillamente come risolvere questa insolita situazione.

“Sentite Prestogiobini” disse uno “proviamo ad esplorare l’isola, così ci allontaniamo da questo Brontolosauro rumoroso, poi, con un po’ di tranquillità, penseremo al da farsi e, quando avremo trovato una soluzione, ritorneremo al nostro villagggio”.

I Prestogiobini furono subito tutti d’accordo e così si avviarono per l’esplorazione.

Cammina cammina, giunsero in una parte dell’isola che non avevano mai esplorato fino ad allora. Qui trovarono tante caverne di pietra massiccia, dalla forma rotonda e con le pareti ricoperte da disegni, che donavano loro un aspetto molto rassicurante.

Anche la porta era di pietra e aveva una fessura da cui poter osservare quello che succedeva all’esterno senza essere visti.

Era molto importante a quel tempo difendersi dalle belve, perciò, davanti ad ogni caverna, c’era un cucciolo di Brontolosauro a fare la guardia. In realtà non aveva un aspetto per niente pauroso ma, essendo particolarmente rumoroso, come ben sapevano i Prestogiobini, teneva lontano gli animali feroci.

Il lamentio era talmente insopportabile che i nostri amici preistorici dovettero chiudersi le orecchie con le mani e riuscirono a stento a bussare alla porta di una delle abitazioni.

Subito il piccolo Brontolosauro si nascose per la paura e, quando la porta si aprì, i visitatori si trovarono davanti degli altri Prestogiobini come loro.

Immaginate la sorpresa di tutti quando si accorsero di essere uguali! Erano così felici di non essere i soli Prestogiobini sull’isola che iniziarono a saltellare per la gioia.

I nostri amici erano giunti, senza saperlo, al “Bosco di Pietra”, un villaggio di Prestogiobini proprio dall’altra parte dell’isola.

I visitatori vennero fatti accomodare in casa e i Prestogiobini iniziarono a farsi domande l’un l’altro per saperne di più. Naturalmente la cosa che più importava ai visitatori era capire come si potesse resistere a quello straziante lamentio del Brontolosauro, così chiesero: “Come fate a sopportare questo assordante rumore? Anche noi conosciamo i Brontolosauri, ma non abbiamo ancora trovato un modo per riuscire a conviverci facilmente”.

“Vedete queste piccole conchiglie a forma di cornetti? Sono delle conchiglie magiche che servono a trasformare le lamentele dei Brontolosauri in bellissime melodie” risposero fieri gli altri Prestogiobini “noi ce le mettiamo nelle orecchie e tutto diventa piacevole”.

“Che bello, ma dove possiamo trovarne altre di queste conchigliette?” chiesero i nuovi arrivati.

“Le troverete nel letto del fiume Pietroso, ma dovete stare molto attenti, perché i Prestogranchi che le abitano non sono molto amichevoli e non lasciano volentieri le loro case. Prendete queste pietre luccicanti da cui loro sono attratti e, quando usciranno per prenderle, voi recupererete le conchiglie”.

“Grazie del prezioso consiglio” risposero. Prese le pietre e salutati i loro nuovi amici, si diressero verso il fiume Pietroso.

I Preistogiobini si tuffarono subito nelle gelide acque e i Preistogranchi si avvicinarono con fare minaccioso, sollevando in aria le tenaglie che non annunciavano niente di buono.

I Preistogiobini lanciarono lontano le pietre e i Preistogranchi corsero a prenderle, lasciando incustodite le loro case; fu allora che i nostri amici ne approfittarono e, senza dare nell’occhio, si tuffarono per prendere le conchiglie, riemergendo immediatamente con il prezioso bottino.

Prima di ritornare al Bosco di Pietra, tutti indossarono le conchiglie e, non appena sentirono quella dolce musica, esultarono per aver scoperto una brillante soluzione.

Giunti al villaggio proposero ai loro nuovi amici di vivere insieme e quest’ultimi accettarono volentieri la proposta. I due villaggi, che non distavano molto l’uno dall’altro, vennero uniti dal grande “Sentiero di Pietra” così che tutti potessero attraversare l’isola facilmente.

Da allora tutti i Prestogiobini e i Brontolosauri iniziarono a convivere serenamente, ma il nostro Brontolosauro raffreddato e lamentoso come avrà superato l’inverno?

In una giornata di primavera tutti i Prestogiobini si recarono alla sua tana per vedere se fosse ancora raffreddato e si stesse lamentando. Giunti alla sua caverna sfilarono le conchiglie magiche dalle loro orecchie e subito la musica cedette il passo ai lamenti del Brontolosauro: “Uffa, che caldo, come farò ora che l’inverno è finito, uffa scoppierò di caldo, povero me!”

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10 commenti »

  1. “MILLE E UNO GIOBINI AVVENTURE” è il progetto di un libro di racconti per bambini ancora inedito. L’opera si articola su più storie che descrivono altrettante avventure sulle magiche isole preistoriche dei Giobini. A questo concorso vorrei partecipare con il primo racconto, che si svolge sull’Isola di Pietra a cui premetto la prefazione del libro per introdurre l’ambientazione.
    In merito ai simpatici Giobini vorrei presentarveli in poche parole: si tratta di personaggi che hanno già vissuto altre vicende, vincitori del “Premio Città di Cattolica 2015” Associazione Culturale Pegasus con il “Bosco dei Cento Giobini”. Sono i miei personaggi di riferimento, capaci di cavarsela sempre e di vivere ogni giorno speciali avventure. Di più che dirvi? Se volete leggete le mie storie, ne sarò onorata.

    Giovanna Vigilanti
    La Ragazza dei Cento Giobini

  2. E si cara Giovanna chi si lamenta lo fa sempre e comunque del resto non a caso l’hai chiamato brontolosauro.
    Complimenti, della tua favalo mi sono piaciuti i nomi dei personaggi, l’ambientazione ed il modo delicato e gentile di proporla.
    Proprio bella!!
    E complimenti anche per il Pegasus è un gran riconoscimento, auguri per il tuo progetto.
    Anche io scrivo favole per bambini ma qui ho porposto racconti.
    CIAO ed in bocca al lupo;-)

  3. MILLE E UNO GIOBINI è l’avventura più bella che abbia mai letta nell’anno 2015 sublime racconto di piccoli mostriciattoli che poi si rivelano dei veri personaggi che ti entrano nel cuore è il più bel racconto culturale meritevole anche di un cortometraggio.Comlimenti da parte mia con i più migliori auguri per il tuo racconto Giovanna Vigilanti

  4. Ringrazio Lilliana per la gentilezza del commento. Ho apprezzato moltissimo la tua valutazione e te ne sono grata.

  5. Se un racconto per bambini è apprezzato da un Poeta, allora posso quasi credere che nel racconto ci sia qualcosa di buono. Ringrazio di cuore il buon Silvio Aloisi per il suo commento e per il bellissimo libro di poesie d’Amore di cui mi ha fatto dono. Un grazie speciale ad un Poeta Speciale

  6. E’ carino avere un progetto. I personaggi dei racconti ci restano nel cuore come amici che di tanto in tanto, una volta usciti dalla nostra mente, tornano a trovarci. Non esistono, ma nel cuore dell’autore prendono sempre forma ed è molto piacevole quando riusciamo a farli vedere anche agli altri. La storia è piacevole. Una domanda: perché si chiamano prestogiobini invece che preistogiobini? un caso o una scelta?

  7. GRAZIE A TE PER AVER GRADITO E LETTO IL MIO LIBRO CHE HO SCRITTO PER LE DONNE CHE COME TE CREDONO NEL SINCERO AMORE E SE NON C’è AMORE NON C’è POESIA

  8. Carissima Barabara, la tua domanda è più che lecita, sono stata molto combattuta se chiamarli Preistogiobini o Prestogiobini. Il primo mi sembrava scontato, poi ho optato per il secondo nome. In realtà il significato letterale “Presto” indica che c’erano prima degli altri, presto, per l’appunto. Inoltre sono personaggi veloci e rapidi nel decidere il da farsi, sono personaggi molto “presti”. Insomma per tutto ciò sono diventati Prestogiobini.

  9. Quando un racconto scritto per i bambini arriva a toccare il cuore anche di chi bambino non è più significa solo una cosa: si tratta di un piccolo capolavoro di poesia. Mi sono affezionata subito ai Prestogiobini e al loro mondo magico, sospeso in un’atmosfera tra dolcezza e fantasia. Un racconto da assaporare con l’accompagnamento di una dolce melodia o da leggere distesi su un prato…ti trascina in un mondo incantato e per un po’ torniamo a sognare. Spero di leggere tanti altri racconti con questi adorabili personaggi…voglio tornare bambina ancora una volta. Grazie, Giovanna!

  10. Alice sono io che ringrazio te per l’incantevole commento. Spero davvero che l’effetto delle mie storie sia esattamente come tu sei riuscita magicamente a descrivere.
    Grazie di cuore!
    In quanto ai Prestogiobini… sono in arrivo tra pochissimo altre due storie inedite, direttamente dalle preistoriche isole Giobine

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