Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “A Canestro” di Domenico Restucci

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Anche adesso, mentre siedo su una panca dello spogliatoio, guardo distratto gli altri compagni di squadra e vedo mia madre. Sta scuotendo la testa misurandomi con gli occhi. Mi sono alzato da tavola dopo il pranzo e lei, dalla sua sedia, sembra contemplarmi con espressione strana: “Sei cresciuto troppo, Thomas, più di un metro e novanta. Metti gli altri fuori gioco.” E non aggiunge altro. La parola “gioco” non deve indurci in errore. Sino a pochi anni prima faceva indossare ai miei fratelli i miei pantaloni e le mie giacche. Ne ho quattro. Non di pantaloni e giacche. Di fratelli. Una gerarchia ordinata con differenza di un anno. Io diciassette, sedici il secondo e, a proseguire decrescendo, si arriva a Mario, il più piccolo, di quattordici anni. Quest’uso collettivo di indumenti serve all’economia. Non quella nazionale, che ne è danneggiata in termini di vendite, solo a quella familiare. Mia madre lo ripete spesso.  “Risparmiamo sul vestire e abbondiamo a tavola.” Allude al suo stipendio di bidella. Prima c’era anche mio padre a tirarci su, con il suo lavoro di rappresentante. Poi è partito. America Latina, ignoro il paese in cui si trova. Sino a qualche anno fa sembrava sempre sul punto di tornare. Ora la mamma ci ha detto che non tornerà ancora per molto tempo. Lo dice e torna a scuotere la testa, con disapprovazione, come fa quando mi dice che sono molto cresciuto. Troppo per permettere ai miei fratelli di usare i miei indumenti.

 

“Per fortuna hai i due metri che servono a tutti noi” dice una voce. Non è la voce di mia madre. Sarei contento se lo fosse. Avrebbe manifestato una nuova opinione sugli svantaggi derivanti dalla mia statura all’economia familiare.  Davanti a me c’è l’allenatore. E’ lui il padrone della voce. Mi fissa fiducioso. “Dobbiamo vincerla questa partita. Devi far scuotere le cordicelle del cesto come passeggeri in piedi su un bus che accelera e frena d’improvviso. E’ in palio la promozione alla serie superiore.”. Tace un attimo. “Ricorda pure che un’importante squadra della massima serie ha inviato un osservatore. Potrebbero offrirti un contratto per la prossima stagione. Tutto dipende da come ti vedrà giocare…”

“Gioco per la mia squadra, non solo per me.” Intanto ripenso alle sue parole. ‘Per fortuna hai i due metri che servono a tutti noi’. Mi avevano spiazzato, ma aveva ragione. Ho quasi due metri e non il metro e novanta che mi attribuisce mia madre a causa della sua deformante abitudine di risparmiare su tutto.

L’allenatore si allontana, poi un trapestio mi dà un sussulto. I miei compagni sono tutti in piedi e, uno dietro l’altro, escono nel corridoio che porta al parquet.  Corro dietro l’ultimo di loro. Un cicaleccio mi viene da più lontano. Viene dal pubblico o chissà da dove. Socchiudo gli occhi. Mia madre scuote la testa. I miei troppi centimetri. Centonovanta dice, ignorando gli ultimi dieci centimetri. Sono quelli, credo, che dall’orecchio salgono sin sopra i miei capelli tagliati sempre corti. Centimetri maledetti. Dal primo all’ultimo cospirano contro l’economia familiare. Lo dicono anche i telegiornali. Spending review, la correzione di bilancio, il debito statale, una voragine. Una iattura per il paese. Debiti su debiti. Ho le mani bucate anch’io. Non mi bastava un metro e ottanta? Che roba. I governi passati non hanno pensato alle generazioni future. Facevano crescere il debito in cambio di voti. Crescevo anch’io senza pensare alle generazioni future. Quelle rappresentate dai miei fratelli. Tutti sotto il metro e ottanta con nessuna possibilità di sfruttare il mio vestiario. Le varie lobby hanno indotto i governi a spendere. Anch’io mi sono trasformato in lobby. Crescevo senza dare a mia madre la possibilità di recuperare la spesa. Come dicono i telegiornali? Out spendig?

E lei, la sensuale Doris? Mi piaceva da morire, pardon: anche adesso mi piace da morire. E’ la ragazza che, durante l’ultimo anno di liceo, mi ha dato emozioni grandi facendomi sentire piccolo. Mi correggo: facendomi desiderare di essere più piccolo. So di certo che è tra il pubblico e che assisterà al derby. Tifa per l’altra squadra cittadina di cui il suo attuale fidanzatino è uno dei dirigenti. Un piccoletto di un metro e sessanta. L’ha incontrato pochi giorni dopo che le avevo detto che mi piaceva. Lei. Doris. Mi ero dichiarato dopo molte incertezze. Nell’attimo che era seguito, la fissavo attendendo una risposta. Intanto la vedevo crescere. O forse ero io che mi facevo piccolo. Con gli occhi arrivavo al suo ombelico che mostrava sotto la camicia. E, per di più, li tenevo bassi per non affondare nel blu dei suoi occhi. Il silenzio era assordante. Potevo sentire la sistole e la diastole come se si stesse mandando in onda una lezione televisiva notturna di anatomia. Mi accorsi del suo sorriso nascosto. “Sei splendido, Thomas, ti voglio bene, ma non metterei mai a rischio la tua salute. Ti verrebbe la scoliosi a furia di piegarti ad abbracciarmi”. Rise. “Ci sono abituato. Per ogni allenamento faccio centinaia di flessioni.”

Mi aveva scrutato, riflessiva. Poi aveva fatto partire la stoccata decisiva addolcendola con un sorriso. “Ti voglio troppo bene per rendere più faticosi i tuoi allenamenti.” E, rendendo vana ogni mia possibile resistenza, aveva troncato: “Dai, non siamo fatti l’uno per l’altra. I centimetri che ci dividono stanno nei nostri caratteri. Che si può fare, a questo punto?”. Quelle parole mi risuonavano in testa e facevano male, il suono dei ferri del canestro dopo un tiro decisivo sbagliato era una dolce melodia al confronto.

 

Sono già a metà del corridoio e il fracasso del pubblico si fa assordante. Il pubblico in generale e quello dei sostenitori… i nostri. Li avrei fatti esplodere con i miei tiri. Il pallone. Lo vedevo. Stava girando sul bordo del canestro. Incerto se cadere dentro o restare fuori.  UN ATTIMO DI TERRORE E DI SPERANZA. I giocatori immobili ad aspettare. Gli spettatori senza fiato. Doris guarda la maledetta sfera beffarda e le sue pupille vorticano dentro le orbite seguendone il movimento. Vacci dentro, sì, dentro il canestro. Non lo dice lei, che tifa contro la mia squadra. Lo dice mia madre, guardando la TV, seduta sul divano tra i miei fratelli, con i loro abiti di taglia più piccola danneggiati dal mio egoismo. Vai dentro, maledetto pallone. Lo dicono anche loro. Le vittime del fratello crudele. Dentro, dentro, dentro. Dentro il canestro. Poi Thomas parte per un’altra città con il contratto in tasca. Un bel contratto. Denaro. Vestiti nuovi. Li regala ai fratelli per farsi perdonare. Adesso che ha messo a frutto il suo metro…i suoi due metri, sì, sono due metri e due, diciamola, la verità, adesso che guadagno bene e non è più necessario negare gli ultimi dieci centimetri per ottenere un piccolo risparmio.

 

Sono a pezzi. Soprattutto nel morale. La mia squadra ha perso. E questo è il dato più sconfortante. Da quell’egoista che sono, devo ritenere che non è meno sconfortante un altro dato. La mia prestazione è stata pessima, sono confuso sul mio futuro. Quasi non ho voglia di cenare. Addio ingaggio generoso con la grande squadra. Sono al tavolo della cucina. Mia madre mi siede di fronte, all’altro capo. Ai lati vi sono i miei fratelli. Nessuno di loro ha un mio indumento. Né tra quelli usati da me né tra quelli che avrei potuto comprare loro con l’ingaggio che ho sperato di avere. La mia carriera, per ora, è come un passeggero fermo ad aspettare un autobus ancora lontano. “Sei stato sfortunato” dice il più piccolo immergendo il cucchiaio nella minestra fumante.

“Un corno! Sono stato impreciso, che c’entra la fortuna?”

“Ti applaudivano tutti!” esclama mia madre.

Sulla camicia del secondogenito cade una macchia di brodo. Arrossisco pensando che non potrò dargli la mia, ma non dico nulla. Diventerei patetico. “Ha telefonato Doris per complimentarsi con te” dice un altro dei miei fratelli.

Mi stringo le spalle. “E’ sempre pronta ad addolcire la pillola.”

Interviene anche mia madre. “Tra il pubblico c’era ad applaudirti anche il tuo ex professore di lettere. Voleva sapere in quale corso di laurea ti iscriverai, ora che hai finito la scuola. Mi ha spiegato che faresti bene a metterti a scrivere. Magari cominciando con un breve racconto.” S’interrompe e mi fissa rinunciando a portare il cucchiaio in bocca.  “Potresti prendere spunto dalla partita di stasera. Mettigli giù tutte le tue emozioni, non è detto che chi sa giocare non sappia scrivere.”

“Io non so giocare mamma.”

“Sei un campione, invece. Ti aspettano milioni di canestri. E continuerai così per il secolo che ti resta.  Prova a mescolarli con un piccolo racconto, hai sempre amato la scrittura. Il primo assaggio di una futura esperienza di scrittore in erba.”

Mi rabbuio. Nella mia mente il pallone vortica sull’orlo del canestro. Vortica pure l’idea di scrivere il mio primo racconto. Sento la libertà di cominciare, quella libertà che si possiede una sola volta nella vita. E se facessi centro, stavolta?

Lei mi scruta. “Perché quella faccia?”

Torno a stringermi le spalle. Sì, l’idea di raccontare qualcosa su quanto successo stasera mi solletica, potrebbe servire a  comprendermi. Scrivere è leggere in se stessi. Sarebbe davvero splendido ma non mi sento all’altezza… qualcosa potrebbe impedirmelo. Magari questi maledetti centimetri di troppo. Non sembrano decisamente troppi anche a tutti voi per un racconto breve come questo?

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103 commenti »

  1. Bel racconto, scorrevole, ironico; ottimo esordio!, se di esordio si tratta. Secondo me Thomas ha fatto bene a seguire il consiglio del professore e della madre. Non so se scrivere il racconto gli è servito a comprendersi, ma a me ha fatto piacere leggerlo

  2. Grazie mille Matteo, sono contento ti abbia fatto piacere leggerlo 🙂 Ho 17 anni e questi sono i miei primi racconti, mi piacerebbe sapere un giudizio anche sull’altro se ti va… eccolo qui:

    http://www.raccontinellarete.it/?p=14533

  3. sostanzialmente d’accordo con il signor Tella che ha sottolineato magistralmente i pregi del racconto.

  4. Hai fatto canestro e da tre punti!

  5. Bravissimo! Hai una bella penna, questo mi piace di più. A presto.M

  6. Grazie Silvia e Mauritius! Sono contento, gentilissimi.

  7. Bel racconto, soprattutto se si pensa che hai solo 17 anni. Come il protagonista. A questo punto sorge spontanea una domanda: non sarai mica tu il perticone del racconto? Il giocatore di basket che si dà alla scrittura? Curioso l’altezza smisurata del giovane rispetto ai suoi congiunti. Di solito, i ragazzi così alti hanno almeno un genitore molto alto. Sembra la storia del brutto anatroccolo, figlio di qualcun altro, con quella madre bidella che pensa al risparmio, a tutti i costi. Però qual è il problema? Non sa la mamma restringere un capo e adattarlo ai fratelli più mingherlini? Il contrario sarebbe più complicato. E invece questo fatto strugge la madre, strugge il figliolo , strugge il lettore. La frase che mi è piaciuta di più? “I centimetri che ci dividono stanno nei nostri caratteri”. E bravo Domenico!

  8. Bello, bello. Mi piace più dell’altro. Hai una scrittura brillante, leggera, che scorre piacevolmente, che tratteggia personaggi senza perdersi in descrizioni, ma caratterizzandoli con gesti e parole. Complimenti!

  9. ottimo, signor Domenico. Qual è in effetti ilo sport praticato da lei? qualche amico a cui ho mostrato il racconto si è riempito di curiosità. E’ come scrivere il seguito, che ci manca.

  10. Grazie a tutti, si ho 17 anni e quest’anno ho smesso di giocare a basket e iniziare a scrivere. Sono un amante della lettura, scrivere mi fa provare emozioni molto forti e mi aiuta a comprendermi, solo la storia della ragazza non rispecchia molto me perché da un bel po’ di tempo sto con una ragazza e ci amiamo molto. =) Non nascondo che ho preso spunto da qualche storia passata, ah dimenticavo sono alto 1.90! ahaha

  11. Stupendo, sono rari i ragazzi della tua età così sensibili e passionali, il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Fortunata la tua ragazza eheheh, complimenti!

  12. Ahahah ti ringrazio per i complimenti 🙂

  13. Molto bello e acuto. Mi piace quell’atmosfera in stile “Ogni maledetta domenica”. In più sono un’estimatrice del cinismo applicato ai quadretti familiari stilizzati. Un racconto anticonformista e di grande stile. Se hai 17 anni complimenti, sei più unico che raro.

  14. Gentilissima Katia la ringrazio molto 🙂

  15. Domenico, hai visto che c’ho preso?

  16. Anche a me questo racconto piace più dell’altro, probabilmente perché si sente che è più autentico, più vicino a te. Mi piace molto tutto il discorso sul complesso dell’altezza e soprattutto l’idea della madre che risparmia persino sui centimetri. Comunque, scrivi molto bene, quindi continua!

  17. La vita vista da un ragazzo. Piacevole, ironico e scritto bene. Se hai diciassette anni sei bravissimo… altrimenti ti aspetta Umberto Colombari. Scherzi a parte, i miei complimenti e auguri per il concorso.

  18. Grazie Vanessa e Amaso, si ho 17 anni non capisco perché dubitate hahaah è la verità!

  19. Si Giovanna, nella scrittura c’è sempre qualcosa di noi, si parte sempre da un accaduto, un’emozione o un ideale che ci appartiene.

  20. Molto bello e sincero, scrivi alla grande 😉 diventerai un grande scrittore, non abbandonare sei giovanissimo un talento come il tuo è raro, riesci a trasmettere il tuo animo attraverso la scrittura. Complimenti vivissimi anche per questo racconto!

  21. Vanessa, io sento molto vicini a me entrambi i racconti, nell’altro c’è molto di quello che ho dentro…speranze e paure…che ho voluto esprimere.

  22. Complimenti scrivi molto bene e trovo molto simpatica la tematica, anche se sono alta quasi mezzo metro meno del protagonista 😉

  23. Ahahahah grazie mille Cinzia 🙂

  24. Bravo Domenico cestisticamente direi che potresti essere il rookie dell’anno.. Bel lavoro complimenti 🙂

  25. Wow grazie Matteo!

  26. Antonella, il tuo parere mi riempe d’orgoglio grazie!

  27. Antonella, il tuo parere mi riempie d’orgoglio grazie!

  28. Stupendo! Hai un vero talento Domenico e la fortuna di avere solo 17 anni! La maggior parte dei tuoi coetanei dimostra superficialità e tu invece sei un pozzo di emozioni da dover condividere con gli altri. Non smettere mai di scrivere tesoro e ricordati nulla torna indietro nella vita, non ti fermare sopratutto ora che hai fatto centro! Ti abbraccio forte.

  29. Scrivi molto bene. Non spegnere questa tua passione…

  30. Linda, un grazie immenso…sei dolcissima e le tue parole mi hanno emozionato…sono molto felice 🙂

  31. Grazie Cosimo, non lo farei mai… continuerei a scrivere anche sapendo che nessuno leggerà mai le mie parole…ma il mio sogno è di poter emozionare le persone.

  32. Hai del talento non c’è che dire! Ho letto con piacere entrambi i tuoi racconti, scritti molto ma molto bene. Ho preferito questo per la semplice ragione che lo trovo più vissuto, più intenso. Mi ha colpito in particolar modo la reazione del protagonista ai suoi vestiti troppo grandi, all’impossibilità di aiutare la sua famiglia. Tutta questa situazione si traduce quasi in un piccolo problema di cui il protagonista si sente in qualche modo complice, ma questo per me denota una grande sensibilità da parte sua, e un’attenzione sincera nei riguardi delle emozioni da parte tua. Te l’hanno scritto in molti ma te lo ripeto anch’io perché è importante: non smettere, continua così che sei bravo davvero! 😉

  33. Grazie tante Alessandro sei molto gentile 🙂

  34. Anche a me è piaciuto molto. Bello lo stile, con frasi secche, brevi e incisive.
    Un monologo incentrato sulla vita del protagonista, ma che lambisce anche temi sociali ed economici.
    Anche l’altro tuo racconto è scritto molto bene, ma questo l’ho trovato più coinvolgente.
    Un’ottima prova.
    Premesso che intravedo (e ti auguro) un futuro ricco di soddisfazioni letterarie, aggiungo soltanto una cosa che esula dal racconto e forse va un po’ controcorrente. Perché smettere di giocare a basket? L’una cosa non esclude l’altra.
    A meno che non ci siano gravi infortuni, a diciassette anni lo sport fa bene almeno quanto la scrittura.
    Soltanto che scrivere lo puoi fare tutta la vita, mentre lo sport dopo i trent’anni diventa molto più faticoso.

  35. Ti ringrazio tantissimo per le tue bellissime parole Gioacchino, nel racconto non è specificato che lui lascia il basket ma solo che inizia a scrivere. Nella vita reale ho smesso perché non sentivo più gli stimoli giusti ma comunque vado in palestra e amo correre e nuotare 🙂

  36. Meraviglioso racconto ed hai solo 17 anni, spero tu vinca ragazzo, sono felice di sapere che ci siano giovani come te

  37. Molte grazie Francesco!

  38. Bel racconto, autobiografico come molti altri, ma scorrevole, ironico ed autoironico, non banale.
    I riferimenti all’attualità sono intelligenti .
    Bravo Domenico!
    marco

  39. Grazie Marco, le tue parole mi rendono davvero contento.

  40. Ma allora sei la mascotte della compagnia! La nostra compagnia, intendo.
    Ancora bravissimo, Domenico. Mi è piaciuto anche questo racconto che mostra un’altra voce del tuo io. Altrimenti saremmo maschere. Siamo tutto e l’esatto contrario allo stesso tempo. E sei abilissimo a raccontare, a raccontarti. Che gioia averti incontrato!

  41. La gioia è tutta mia Marcella, grazie ancora 🙂

  42. Sei un bravissimo scrittore, questo racconto è eccezionale, meraviglioso!

  43. Ancora complimenti Domenico, non saprei quale è il migliore dei tuoi racconti, entrambi bellissimi.

  44. Domenico, i miei complimenti sei bravissimo. Diventerai un grande scrittore!

  45. Una domanda, sei tu il protagonista?

  46. Mi piace tanto!!! Bravo, bravo! Passa a leggere i miei, se ti va 🙂

  47. Antonino ti ringrazio tanto, sono due racconti diversi non importa quale è migliore.

  48. Maria, sono io in alcuni aspetti, le esperienze personali mi sono servite per scrivere il racconto 🙂

  49. Si Pasqualina grazie, andrò a leggere immediatamente 🙂

  50. Accidenti, Francesco.
    Diciassette anni e già tanto bravo… metti paura (come mia nipote, scrittrice in erba anche lei, diciassettenne proprio come te).
    Molto coinvolgente, ironico, trovo addirittura fantastica la metafora delle ultime righe – il finale, sai, te le dice una vegliarda, al tuo confronto, è importante tanto quanto l’incipit – ‘non essere all’altezza’…. a causa dei centimetri di troppo.
    Bravo, bravissimo.
    Sentiremo parlare di te.
    Ti abbraccio e ti auguro tanta fortuna,
    Nikki

  51. Il tuo commento mi riempie di felicità, ti ringrazio davvero tanto Nikki. Il mio nome è Domenico però ahahahaha grazie ancora.

  52. Scusa, Domenico, domenico-domenico-domenico.
    Perdono? 🙂

  53. Scrivere è leggere in se stessi…. ecco perchè ha volte fa paura. Complimenti, molto bello.

  54. Mi è piaciuto tantissimo!!!!!

  55. Perdonata Nikki :*

  56. Grazie mille Matteo 🙂

  57. Vi invito a leggere l’altro mio racconto, è un pò diverso… 🙂 http://www.raccontinellarete.it/?p=14533

  58. Racconto meraviglioso! Spero che tu possa vincere, sia per la bellezza del racconto, sia perché sei molto giovane, ma di dove sei?

  59. Vado subito a leggere l’altro racconto, sono curioso!

  60. Mi piace tutto: frasi incisive, immagini tangibili, blue feelings, ironia della sorte, la Doris, il neologismo TRAPESTIO…
    In bocca al lupo.

  61. In bocca al lupo CAMPIONE!!!!
    Non lo avevo letto.
    Letto: bello davvero!!!!
    Tua madre sarà fiera fiera fiera di te!!!

  62. Ma cos’è poi fare centro????

  63. Grazie mille Maria Cristina 🙂

  64. Emanuela grazie infinite, è il sogno di ogni figlio rendere fiera la madre facendo ciò che si ama. “Fare centro” indovinare, realizzare, colpire il bersaglio. Intendo farlo con la scrittura, ho utilizzato questa locuzione perchè nel basket sta per “Fare canestro”. Non essendoci riuscito nel gioco, riuscirci con la scrittura.

  65. Ciao Domenico, mi piace il tuo modo di scrivere. Farò leggere il racconto a mio figlio Francesco di sedici anni, che è studente liceale e sportivo di calcio. Complimenti e tanti auguri per la vita. Ciao.
    Emanuele.

  66. Che bello Emanuele, ti ringrazio, poi fammi sapere il parere di tuo figlio. Auguri anche a te 🙂

  67. Grazie mille Valentina 🙂

  68. Giovanni, ti ringrazio molto per le belle parole. Sono di Reggio Calabria.

  69. Davvero? Anche io sono di Reggio Calabria…
    🙂

  70. Sisi di Reggio Calabria anch’io 🙂

  71. Vedo che il racconto ha acquisito molta fama, anche l’altro è eccellente, complimenti ancora Domenico sarei contenta se vincessi. Ragazzi come te sono unici Domenico :*

  72. Grazie molte Chiara, sei molto gentile 🙂

  73. Un racconto specchio. Molto scorrevole. Mi è piaciuto il parallelismo tra il fare centro sul campo e nella scrittura.
    Anch’io sono giovane, ho 16 anni, ed anche per me questo concorso è la prima esperienza nel campo della scrittura. Devo dire che mi sta servendo parecchio il confonte con altri autori più maturi.
    In bocca al lupo!

    Ilenia

  74. Oh anche a te Ilenia, sono contento ci siano altri giovani 🙂

  75. Bravo Domenico! Altro che canestro, hai vinto la partita! Complimenti davvero! Arrivederci a Lucca.
    Silvia

  76. Già incredibile, sono felicissimo! Complimenti anche a te e arrivederci a Lucca 🙂

  77. Ancora complimenti Domenico sono felice di incontrarti a Lucca (si ma non mi ti mettere vicino sennò sfiguri i miei dignitosi 155 cm di maestosità 😛 ) 🙂 mi fa piacere ci siano dei talenti così giovani (non che io sia tanto più vecchia di te ahaha) , anche l’altro tuo racconto meritava parecchio, sono d’accordo con altri commentatori, magari se hai tempo tu che hai le vacanze estive potresti trasformarlo in un bel romanzetto 🙂 ottimo lavoro cmq 😉

  78. CARO Domenico STRA GIOIA per TEEEEE !!!!!! E la mamma? Dimmi! La mamma ti ha abbracciato stretto stretto?????
    IO DICO PROPRIO DI SI !!!!
    BRAVISSIMO!!!!

  79. Grazie mille Cinzia, ci sto pensando anch’io, l’altro racconto mi ha lasciato anche più soddisfatto personalmente 🙂

  80. Grazie Emanuela, la mamma è molta fiera! 🙂 🙂

  81. Domenico, stra super mega congratulazioni!
    La nostra mascotte ha vinto, evviva! Meritatissimo successo!
    Un bacio con lo schiocco!
    Mi faresti un favore? Una passeggiata sul lungomare di Reggio tutta per me? Grazie! Mi faresti felice.

  82. Con piacere Marcella 🙂

  83. Congratulazioni ad un altro “reggino” come me… Bravo!
    P.S. Reggio città?

  84. Aprofitto per salutare affettuosamente anche Marcella.
    Da martedi, quando sarò a Reggio,
    le “dedicherò” anch’io una passeggiata sul lungomare 🙂 eheheh 🙂
    Ciao. M

  85. Hai visto che hai fatto centro! Linda

  86. Sisi reggio città, vicino al Liceo Scientifico Da Vinci 🙂

  87. Grazie mille Linda ne sono molto contento.

  88. I miei complimenti per la vittoria, sei grande!

  89. Tutti e due i racconti erano meravigliosi, la giuria a optato per questo, io avrei preferito Futurologico. Bravissimo Domenico.

  90. Lo devo dire , ma è pensiero comune e si evince dai commenti arrivati….che Domenico ci ha colpiti proprio tutti con il suo racconto, che ognuno di noi in base alla propria età credo abbia vissuto con echi pur diversi.
    Il ruolo di un giovane ragazzo, il ruolo dei fratelli, il ruolo di una madre, tanti accenti a rimarcare una cosa certa, la sensibilità, l’ intelligenza emotiva di questo ragazzo, così giovane ma così grande quanto e più tutta la sua altezza!
    Una calma ed equilibrata intervista dentro se stesso o dentro a un qualsiasi altro ragazzo così giovane e così vero, che crescendo si domanda su tante cose, e si interroga anche su quanto o su come poter fare di più, diversamente, meglio, in modo più corrispondente, più utile, più necessario!
    Ma non occorre domandarsi molto altro adesso Domenico…adesso si deve solo davvero dirsi : MA QUANTO SONO !

    GRAZIE DOMENICO PER QUANTO SEI!
    IL TUO RACCONTO….. e parlo come una mamma adesso… ( e colgo l’occasione ancora per fare i complimenti alla mamma oltre che a te ! )…CI HA DAVVERO COMMOSSI E COLPITI!!!
    Bravo

  91. Grazie Chiara, gentile come sempre 🙂

  92. Antonino forse sono d’accordo con te, ma sono felicissimo ugualmente 🙂

  93. Cara Emanuela non ho parole per esprimerti la mia gioia nel leggere le tue parole, sono io a dover ringraziare voi per l’affetto e i complimenti che ho ricevuto. Essere riuscito ad emozionare davvero anche uno di voi mi riempie di soddisfazione. Grazie mille… 🙂

  94. Sono felice Domenico, ti sei distinto molto e ti meriti tutto questo nostro affetto e di cuore !!!

  95. Pensa, Domenico, che io sono sempre da quelle parti(mia moglie lavora sopra il bar e mia suocera abita di fronte al nuovo palazzo in costruzione)
    e i miei figli vanno tutti e tre proprio al “da Vinci”… 🙂

  96. Oh grazie Emanuela, grazie davvero 🙂

  97. Davvero Maurizio? Wow, allora qualche giorno facciamo una passeggiata insieme.

  98. Ehi tu, metti il dito nella piaga?
    Passeggiata…

  99. Ahahah che vuol dire?

  100. Scherzavo, Domenico!
    Buona passeggiata con Maurizio.
    E con ciò, chiudo il capitolo! E’ una promessa.

  101. Ahahah voglio farla anche con te la passeggiata Marcella 🙂

  102. Volentieri, Domenico! 🙂

  103. Sei davvero molto bravo, complimenti. Il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Mi son immedesimata anche nel personaggio materno in quanto mio marito è alto più o meno come il protagonista. Racconto fluido, ironico, e per rimanere in tema , hai veramente “centrato” la mia soddisfazione. Continua così e in bocca al lupo per il concorso! Mi farebbe piacere avere un tuo parere riguardo anche al mio. Ciao!

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